I Ricordi Della Città Perduta
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I Ricordi Della Città Perduta - Angelo Balestri
Luce
Introduzione
INTRODUZIONE
Nel 1908 un’inspiegabile esplosione rade al suolo più di duemila centocinquanta chilometri quadrati di foresta siberiana. Quella circostanza venne denominata evento di Tunguska. Sei anni dopo ha inizio la Prima Guerra Mondiale. Durante il conflitto, lo Zar Nicola II reprime i bolscevichi prima che il comunismo prenda il potere in Russia. La Russia costruisce una barriera lungo i suoi confini europei, isolandosi completamente dal resto del mondo.
Poco dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale comincia la costruzione della più grossa base americana in Alaska. Nel 1978 un agente russo che trasportava un cranio geneticamente modificato appartenente ad una razza sconosciuta, muore mentre è in viaggio verso la Spagna. Alcuni anni dopo, i servizi segreti inglesi intercettano delle comunicazioni provenienti dall’esterno dell’atmosfera terrestre.
Il democratico Al Gore sale alla presidenza degli Stati Uniti, battendo il senatore repubblicano George W. Bush alle elezioni del 2001. Nel Giugno del 2015, una squadra di soccorso trova un laboratorio segreto situato tra le colline nel Nord d’Italia. Il mattino seguente, i Chimera invadono la Francia settentrionale e prendono il controllo della capitale. Una giovane ufficiale appartenente all’Aeronautica Norvegese, scopre che le truppe aliene stanno riportando alla luce delle torri gigantesche, ma il loro scopo e la loro età sono ignoti. In un raid disperato, le forze francesi e italiane, distruggono l’imponente torre di Parigi, costringendo i Chimera alla ritirata. Per prepararsi all’inevitabile il governo americano crea il perimetro difensivo Liberty, per fornire rifugio a milioni di persone che stanno fuggendo nell’eventualità di un attacco. Undici Luglio del 2015, i Chimera sferrano un massiccio attacco contro il Nord America…
Laggiù nessuno potrà sentirti urlare!
I Ricordi Della Città Perduta
Benvenuti in California
Durante una calda mattina estiva, una giovane agente del FBI vestita con un paio di jeans blu ed un giubbotto in pelle marrone, entrò nell’ufficio dove lavorava. Sedendosi davanti alla sua scrivania si tolse la giacca che appoggiò sullo schienale della sedia ed aprì un cassetto dal quale prese un foglio.
Dopo alcuni minuti di riflessione ed un rapido ragionamento, iniziò a scrivere con un la penna blu, sopra il pezzo di carta.
Mentre la ragazza era concentrata sul suo lavoro, un collega la interrompe: Claire, il capo ti vuole nel suo ufficio.
Sai il motivo?
No, ma spero che non si tratti di una cosa grave; ci sono altre due persone con lui.
Altre due persone?! D’accordo, credo di aver capito.
Poiché aveva intuito di cosa si trattava, si alzò dalla sedia, prese il foglio sul quale aveva appena scritto e pensando per alcuni secondi, decise di ripiegarlo, infilandolo nella tasca dei jeans.
Una po’ indecisa, fece un profondo respiro e si diresse verso la stanza del suo superiore. Bussò alla porta, ricevette il permesso di entrare. Come le aveva già fatto notare il collega, dentro c’erano altre due persone. Immediatamente il suo capoufficio le disse: Agente Fisher, è un piacere vederla, loro sono gli agenti Evans e Smith, se non sbaglio, lei sta svolgendo un’indagine riguardo al traffico di droga, nell’area portuale della Down Town?
Si, stavo cercando di riordinare alcuni dettagli, ma non abbiamo ancora le prove per procedere ad un arresto.
Adesso le avrete; queste foto dimostrano il traffico di stupefacenti ed i loro principali responsabili. Tra meno di un’ora, invieremo una squadra d’assalto a fare irruzione nel luogo stabilito, lei guiderà il Team Alpha insieme all’agente Turner. Queste sono le istruzioni, mi raccomando; so che lei è per metà Navajo, non faccia lo scalpo ha nessuno.
Non si preoccupi, cercherò di comportarmi bene. A dopo capo.
Appena la ragazza lasciò l’ufficio, uno di loro gli chiese: Signore, è sicuro di voler affidare il comando di una squadra ad una così inesperta?
L’apparenza inganna; Fisher sa il fatto suo, forse non è la più disciplinata, ma sul campo è una dei migliori.
Lasciando l’ufficio, la ragazza ripassò dalla scrivania per riprendere la giacca che aveva lasciato sulla seggiola. Una volta indossata, scese le scale che portavano al piano inferiore, dove raggiunse l’armeria per poi aprire il suo armadietto, dal quale prese il giubbotto antiproiettile.Appena si allacciò la cerniera, avvertì dei rumori sinistri dietro le sue spalle. In quell’istante, lei si girò ed afferrò il polso della persona che si trovava lì, per poi buttarlo per terra, gli appoggiò il tacco dello stivale marrone contro lagola, con un coltello sguainato nella mano destra. Riconosciutolo, la ragazza, esclamò: John Scott Turner?! Cosa ci fai qui?
A stento, lui rispose: Fisher, complimenti. Come hai fatto a sentirmi?
Istinto, ormai dovresti conoscermi dopo più due anni di servizio con me.
Ed allungandogli la mano, lo aiutò ad alzarsi. In quel momento nella stanza entrarono anche gli altri membri della squadra. Mancava poco tempo per l’iniziò dell’operazione, la giovane agente finì di sistemarsi la protezione, prese la sua pistola insieme a quattro caricatori, più uno che inserì nell’arma. Mentre si stava preparando, il suo collega di prima la raggiunse domandandole: Allora Claire, come ti senti?
Non è la prima volta che andiamo in azione. Ce la caveremo, come sempre del resto. Dici che basterà una semplice Beretta 92?
Dovrebbe, anche se non credo che ci accoglieranno a braccia aperte.
Va bene, mi porterò anche il coltello. In questo caso saremo più sicuri.
Si vede che vieni dal Texas, anche se solo per metà.
Infilatasi dei guanti scuri senza dita, ribadì: È quanto basta. Tu sei pronto?
Certo!
OK, allora possiamo andare.
Saliti a bordo della loro macchina, una berlina blu della Ford, la ragazza inserì la chiave ed ingranata la prima uscì dal garage, seguita dalle altre vetture dell’FBI.
Durante il percorso, un po’ indecisa si rivolse al suo compagno di squadra: Senti, ti volevo dire una cosa.
OK, anche se ultimamente sembri più assente. Cosa ti succede?
Beh, ecco, per la verità pensavo di la…
Aspetta un attimo. Prendi quella svolta a destra.
Seguendo le sue indicazioni, Claire condusse la vettura fino all’area portuale della metropoli.
Giunti a destinazione, parcheggiarono sul retro di un grosso