L’ organizzazione dello spazio nel mondo etrusco
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Gli scritti riuniti in questo volume sono il risultato di una giornata di studio svoltasi il 12 marzo 2008 tra colleghi dell’indirizzo di corso di laurea in Tecniche per il Turismo ed il Territorio della Facoltà di Lingue.
Tema dominante del seminario il paesaggio, analizzato sia nel suo legame con il territorio, sia in rapporto alla percezione che di esso hanno coloro che lo attraversano, in un viaggio reale o immaginario, sia dal punto di vista ambientale e della tutela legislativa.
Un approccio interdisciplinare dunque, che intreccia storia, arte e geografia, a sottolineare il ruolo fondamentale del rapporto tra l’uomo e il paesaggio, dall’antichità fino ai nostri giorni
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L’ organizzazione dello spazio nel mondo etrusco - Lorella Maneschi
EPUB-BOOK INFORMATION
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Autore: AA. VV.
Collana diretta da: Gaetano Platania
Collana: Viaggi e Storia 12
Formato: 14x21
Legatura: Brossura
Pagine: 78
ISBN: 978-88-7853-123-9
Prezzo 14,00 €
© 2008 Edizioni Sette Città
Iª edizione, settembre 2008
ISBN EBOOK: 978-88-7853-433-9
Prezzo: 4,50 €
© 2011 Edizioni Sette Città
Iª edizione, novembre 2011
Progetto grafico e impaginazione: MATTEO SCARPA
Proprietà letteraria riservata.
La riproduzione in qualsiasi forma, memorizzazione o trascrizione con qualunque mezzo (elettronico, meccanico, in fotocopia, in disco o in altro modo, compresi cinema, radio, televisione, internet) sono vietate senza l’autorizzazione scritta dell’Editore.
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Edizioni SETTE CITTÀ
Via Mazzini 87 • 01100 Viterbo
tel +39.0761.304967 • +39.0761.1768103
fax +39.0761.303020 • +39.0761.1760202
info@settecitta.eu • www.settecitta.eu
SINOSSI
Gli scritti riuniti in questo volume sono il risultato di una giornata di studio svoltasi il 12 marzo 2008 tra colleghi dell’indirizzo di corso di laurea in Tecniche per il Turismo ed il Territorio della Facoltà di Lingue.
Tema dominante del seminario il paesaggio, analizzato sia nel suo legame con il territorio, sia in rapporto alla percezione che di esso hanno coloro che lo attraversano, in un viaggio reale o immaginario, sia dal punto di vista ambientale e della tutela legislativa.
Un approccio interdisciplinare dunque, che intreccia storia, arte e geografia, a sottolineare il ruolo fondamentale del rapporto tra l’uomo e il paesaggio, dall’antichità fino ai nostri giorni.
Sommario
L’ organizzazione dello spazio nel mondo etrusco
Bibliografia
Viaggio e paesaggio: la Tuscia tra XVI e XIX secolo vista da tre viaggiatori.
Dalla Tuscia e ritorno: cinquant’anni di viaggi fisici e metafisici del pittore etrusco
Alessio Paternesi
L’origine
Compagni di viaggio
Viaggi reali e metafisici tra l’Italia e il mondo
Il ritorno
Paesaggio, turismo e geografia - brevi considerazioni in relazione alla convenzione europea del paesaggio
1.0 Introduzione
2.0 L’idea e il nome
3.0 Il paesaggio nella geografia italiana
4.0 Paesaggio e turismo
5.0 Conclusioni
Riferimenti bibliografici
L’ ORGANIZZAZIONE DELLO SPAZIO NEL MONDO ETRUSCO
Lorella Maneschi
La landscape archaeology, o archeologia del paesaggio, rappresenta un settore dell’Archeologia che, attraverso l’analisi delle strutture territoriali, basata sullo studio e l’interpretazione dei resti materiali che l’uomo ha lasciato attorno a sé, si pone quale scopo di comparare la geografia del passato con quella del presente.
Questa disciplina, che nasce in Inghilterra nel corso degli ultimi decenni del XX secolo, ha come obiettivo quello di capire quale fosse anticamente l’assetto del territorio intendendo come tale l’ambiente nelle sue forme originali e semplici, background in cui si insedia una comunità umana e quindi soggetto a mutamenti a seguito anche di scelte politiche e socio economiche che lo modificano.
Il concetto appena enunciato trova riflessi archeologicamente rilevanti in diversi aspetti che connotano la civiltà etrusca, evidenziando oltremodo l’attenzione che il popolo dei Tirreni ebbe per il luogo
inteso quale astrazione religiosa alla quale lo spazio fisico
doveva corrispondere; questa idea rappresenta appunto uno dei principali fattori per cui gli Etruschi vedevano e vivevano in maniera così attenta il paesaggio.
è a questa equivalenza che bisogna rifarsi per capire l’attenzione con la quale si giunse a quel complesso assetto territoriale che stette alla base della nascita dei villaggi, sviluppatisi poi in epoca storica e divenuti potenti città-stato che, a loro volta, divisero e delimitarono il territorio di pertinenza con criteri imperniati su una profonda sacralità.
Analizzando l’assetto di questi insediamenti si percepisce quindi l’ intimo rapporto fra l’aspetto religioso e quello dell’opera umana confermato da quanto va emergendo con la ricerca archeologica.
Al primo atto politico dell’ethnos etrusco, che avviene nei decenni intorno all’anno 1000 a.C. e che consiste nell’abbandono da parte delle comunità degli originari insediamenti d’altura, per occupare i grandi pianori tufacei, sedi delle future città storiche, consegue una predisposizione del territorio circostante i villaggi, che non trascura precise disposizioni rispondenti a quelle che dovettero essere le interpretazioni dei voleri divini.
Quando poi questa organizzazione territoriale trova il suo compimento nella nascita della città, anche in questo caso, l’ordine delle cose umane si assoggetta all’ordine del divino.
È per questo che il prendere forma
di una città avviene attraverso una serie di atti sacri, che iniziano con i riti della fondazione i quali, oltre e stabilire il sito dove si stanzierà l’abitato, di fatto lo separano dall’ambiente naturale circostante tramite la delimitazione di uno spazio chiuso
attraverso atti materiali sempre e comunque preceduti da regole rituali e procedure di santificazione.
Se quindi l’urbanizzazione nasce per rispondere a necessità materiali e si concretizza attraverso la creazione di strutture visibili, che rappresentano i segni politici della città, inserendosi nel territorio naturale, modellandolo, queste stesse espressioni sono il risultato del sincretismo fra la religione ed il complesso dei fini cui tende uno stato, operazione con la quale si congiunge lo spazio profano
a quello sacro.
Esaminando infatti l’urbanistica di una città etrusca almeno nelle sue fasi iniziali, risulta evidente come il suo assetto risponda ad un progetto che, pur avendo un significato sicuramente laico
, nondimeno, era assoggettato ad un complesso di pratiche ed accorgimenti religiosi.
Anche i rapporti tra la città e il suo territorio sono subordinati a questo criterio in quanto, oltre ad essere regolati da un ordinamento istituzionale, sono permeati da quel concetto di sacralità e di inviolabilità, illustrato nel testo della così detta "profezia di Vegoia", secondo cui l’ordine politico e sociale, espresso in questo caso dai cippi di confine, riflette l’ordine cosmico stabilito da Tinia quando pose il confine tra il cielo e la terra.
La profezia di Vegoia era un testo che, dopo apocalittiche premesse, prevedeva disgrazie inenarrabili nel caso in cui appunto i cippi di confine fossero stati spostati per fini di avaritia e di cupido ossia di desiderio di arricchimento: "se lo faranno i servi, questi muteranno in peggio quanto a signoria; ma se questo avverrà con la complicità dei domini, la loro casa sarà rapidamente distrutta e la loro stirpe perirà per intero".
Si tratta di un frammento della Disciplina etrusca, cioè di quell’insieme di norme che regolavano il rapporto così singolare tra gli Etruschi e le divinità tanto da far indicare ad Arnobio (Adv. gentes, VII, 26) scrittore cristiano del IV secolo d.C., l’Etruria quale la fonte di tutte le superstizioni, e sostenere ad Isidoro di Siviglia ( Ethym, IX,2, 86) addirittura che il nome di Tuscia derivasse dal verbo greco thusiázein (sacrificare
).
La