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Dark Zero - Parte prima
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Ebook84 pages47 minutes

Dark Zero - Parte prima

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RACCONTO LUNGO (45 pagine) - HORROR - "Nomads: Dark Zero", in esclusiva assoluta per Delos Digital, è il tassello finale, diviso in due parti, della prima stagione di un'altra esplosiva saga ambientata nel mondo di "The Tube".

I nomads non sono morti. I Nomads si muovono ancora nel Mondo Morto. Nelle lande della disoluzione avanzano, facendosi largo fra ciò che resta dell'umanità, dopo che il Morbo ha fatto strage e ha ridotto gli esseri umani a larve gorgoglianti, zombie che hanno saputo adattarsi molto bene ai nuovi scenari dell'apocalisse. I Nomads proseguono, e combattono. Hanno una meta, e intendono raggiungerla... La prima parte del finale di stagione di The Tube Nomads, a cura di Alan D. Altieri, il maestro italiano dell'Apocalisse!

Sergio "Alan" D. Altieri, classe 1952, servizio militare assolto, ingegnere meccanico, fin da "Città Oscura" (1981), suo romanzo d'esordio, è considerato l'inventore del "thriller apocalittico" Italian-style. Narratore, sceneggiatore, traduttore, editor, Altieri ha al suo attivo oltre venti romanzi e decine di racconti e articoli. Tra i suoi libri, la monumentale "Trilogia di Magdeburg", la "Pentalogia di Los Angeles" e la serie "Sniper." Tra le sue traduzioni, "Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco", l'epopea fantasy di George R.R. Martin diventata un cult mondiale. Per saperne di più su Alan D. Altieri e sul suo lavoro si possono consultare la voce su Wikipedia e la pagina su Facebook.
LanguageItaliano
PublisherDelos Digital
Release dateFeb 17, 2015
ISBN9788867756698
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    Dark Zero - Parte prima - Alan D. Altieri

    9788867752218

    For Mathilde,

    The Forever Warrior

    What are the roots that clutch, what branches grow

    Out of this stony rubbish? Son of man,

    You cannot say, or guess, for you know only

    A heap of broken images, where the sun beats,

    And the dead tree gives no shelter, the cricket no relief,

    And the dry stone no sound of water. Only

    There is shadow under this red rock.

    T.S. Eliot, The Waste Land

    ZERO

    Ombre.

    Ombre in corsa lungo binari dimenticati.

    We are nothing but Nomads.

    Prima, tempo dei sistemi e degli apparati e delle connessioni, avevano nomi. Adesso, tempo del Morbo e delle locuste e della consunzione, dei loro nomi rimangono solamente byte frantumati, dentro hard-drive demoliti.

    Our names are written in the wind.

    Korvin, combat, Jester, systems, Doc, medic, Red-Eye, sniper.

    L’ultimo uomo sulla torre si erge sul cemento invaso da polvere inquinata, disseminato di plastica squarciata. L’arma lo sta aspettando. CT M-200, estrema precisione.

    Then what’s your name written on?

    Al fondo della torre, i Nomads continuano a muoversi. Scarponi Dunham segnati da troppe marce insensate e giubbe Helikon sbiadite da troppe piogge inquinate. Armi d’assalto segnate da troppi conflitti a fuoco e maschere anti-gas usurate da troppe atmosfere al veleno.

    Riders on the storm

    L’ultimo uomo sulla torre assume posizione prona di tiro dietro l’arma. Cheyenne Tactical M-200 Intervention, completa demolizione.

    There’s a killer on the road

    Dietro i Nomads, le strutture sono un labirinto dissacrato. Sopra i Nomads, il cielo è una cupola oscurata. Davanti ai Nomads, la ferrovia è una reliquia dimenticata.

    If you give this man a ride

    L’ultimo uomo sulla torre inserisce il caricatore. Dieci colpi, calibro 408 Chey-Tac: pesa come un 7.62mm NATO, pesta come un 50-BMG.

    Your sweet family will die

    I Nomads continuano verso la fine della linea. Korvin a Jester in avanti, armi d’assalto in mid-ready. Solo che forse non esiste nessuna linea. Red-Eye e Doc a seguire, fucile da tiro e shotgun in high-ready. E non esiste nemmeno nessuna fine.

    we live

    L’ultimo uomo sulla torre spinge la bocca da fuoco oltre il vuoto. Accosta l’occhio al mirino telescopico. AN/PVS-22 UNS, Universal Night Sight, intensificazione d’immagini, scansione fotonica, rivelatore profondità di campo. Attraverso tutto questo, i Nomads sono forme grigie lungo segmenti neri.

    we die

    Là avanti, terminale est della linea, la motrice incombe. Evolution. Korvin a Jester arrivano a contatto. Motrice ferroviaria General Electric Evolution, Serie ES44C4. Duecento tonnellate d’acciaio, titanio, rame, osmio, iridio, tungsteno, berillio, vanadio.

    Korvin rimane di copertura.

    C’è un tumulo vicino a tutti quei metalli. Cadavere, mezzo cranio esploso, sangue disseccato sulle rotaie.

    Korvin allontana la carcassa con una pedata.

    Jester si issa nella cabina comando.

    Roba grossa, la Evolution. Sedici cilindri a V turbo-compressi, tre-punto-due MegaWatt potenza elettrica installata, quattromila-quattrocento cavalli trazione meccanica sviluppata.

    Red-Eye e Doc emergono dall’oscurità. Prendono posizione alla coda della motrice. C’è tanfo di diesel tutto attorno alla Evolution. Korvin arretra rispetto alla cabina comando. Tanfo di diesel e lezzo di combustione e vibrazione di rotaie. Korvin scruta nella tenebra.

    L’ultimo uomo sulla torre sposta l’angolo di fuoco, scruta a sua volta nella tenebra.

    but Death ends it not

    Alogene. Si avventano dall’orizzonte nero a ovest. Tre alogene fiammeggianti in configurazioni isoscele. Korvin vede. Fari di un’altra Evolution, lanciata sull’ultimo binario morto del mondo morto. Dietro di essa, trenta vagoni urlanti e sbavanti, grondanti e putrescenti. Korvin sa.

    Anche l’ultimo uomo sulla torre sa.

    Ccccrrraaaccckkk!

    Statica. Percorre l’intercom come un sospiro di spettri.

    L’ultimo uomo sulla torre riposiziona il bipode di appoggio dello M-200.

    Dopo la statica, la voce. – Io so che tu mi stai ascoltando. – La voce dell’uomo-mostro.

    Sull’ultimo binario morto del mondo morto, la distanza di collisione si comprime.

    Anche l’ultimo uomo sulla torre comprime il tedio. – Quindi?

    – Stai allucinando. – Non una domanda, dall’uomo-mostro. – Di nuovo.

    – Allucinazione… – L’ultimo uomo sulla torre sposta l’intercom verso la mandibola. – O illuminazione?

    – Non c’è nessuna luce. – Attraverso l’etere distorto, la voce dell’uomo-mostro è un sibilo. – Ha avuto fine,

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