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Lungo la via del pensiero
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Lungo la via del pensiero

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ROMANZO BREVE THRILLER - 1993. Anche l'Italia ha il suo Serial Killer: Gianfranco Stevanin. Una storia vera, una storia di orrore e violenze.

1993. Anche l'Italia ha il suo Serial Killer: Gianfranco Stevanin. Rapporti sessuali estremi, fotografie oltre il limite della decenza, materiale pornografico. Indossa la maschera innocente di qualunque perverso assassino, Stevanin. Una storia vera, una storia di orrore e violenze. Vicino a noi, dietro un velo di apparente normalità. Sei le vittime accertate. Infinite le paure da raccontare. "Socchiude gli occhi. Due fessure taglienti. Poi scende dall'auto e dopo pochi passi si ferma sul leggero declivio che anticipa il letto del fiume. Lo sente, lì dabbasso. Un fremito lieve, lo scorrere dell'acqua. Timida, quasi introversa."

Andrea Franco nasce a Ostia Lido, nel 1977. Divide da subito il proprio tempo tra due grandi passioni: il pianoforte e i libri. Compone e scrive testi sin da giovanissimo, in attesa di una maturità che gli permetta di farlo in modo più professionale. Pubblica oltre venti racconti, tra i quali si ricordano "Più nes­suno è incolpevole" ("Delitto Capitale", Hobby & Work, 2010), "La Si­gnora delle Storie" e "Come una palla di fuoco" in appendice a vo­lumi dei Classici del Giallo Mondadori e il racconto "L'odore del dolore" nell'antologia Mondadori "Giallo 24". Da un paio d'anni cura una rubrica sulla scrittura fantasy per la rivista "Writers Magazine Italia". Ha pubblicato anche alcuni racconti in formato digitale per la Graphe.it Edizioni ("La maschera" e "Shalim"). Sem­pre in appendice al Giallo Mondadori, ha pubblicato una serie di articoli sulla storia del genere, da Ed McBain a Anne Perry. Nel 2009 pubblica il romanzo fantasy per ragazzi "Il Signore del Canto" (Delos Books). È il curatore della collana Fantasy Tales, per Delos Digital. Vince il Premio Tedeschi 2013 con il romanzo "L'odore del Peccato" (Gialli Mondadori n. 3092). Sito personale: www.andreafranco.net Twitter: @andrea_franco77
LanguageItaliano
PublisherDelos Digital
Release dateJan 14, 2014
ISBN9788867751563
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    Lungo la via del pensiero - Andrea Franco

    a cura di Franco Forte

    Lungo la via del pensiero

    di Andrea Franco

    1.0 gennaio 2014

    ISBN versione ePub: 9788867751563

    © 2014 Andrea Franco

    Edizione ebook © 2014 Delos Digital srl

    Piazza Bonomelli 6/6 20139 Milano

    Versione: 1.0 gennaio 2014

    TUTTI I DIRITTI RISERVATI

    Sono vietate la copia e la diffusione non autorizzate.

    Informazioni sulla politica di Delos Books contro la pirateria

    Indice

    Colophon

    Andrea Franco

    Lungo la via del pensiero

    Capitolo primo

    Capitolo secondo

    Capitolo terzo

    Capitolo quarto

    Capitolo quinto

    Capitolo sesto

    Capitolo settimo

    Capitolo ottavo

    Capitolo nono

    Capitolo decimo

    Capitolo undicesimo

    Capitolo dodicesimo

    Delos Digital e il DRM

    In questa collana

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    Andrea Franco

    Andrea Franco nasce a Ostia Lido, nel 1977. Divide da subito il proprio tempo tra due grandi passioni: il pianoforte e i libri. Compone e scrive testi sin da giovanissimo, in attesa di una maturità che gli permetta di farlo in modo più professionale. Pubblica oltre venti racconti, tra i quali si ricordano Più nes­suno è incolpevole (Delitto Capitale, Hobby & Work, 2010), La Si­gnora delle Storie e Come una palla di fuoco in appendice a vo­lumi dei Classici del Giallo Mondadori e il racconto L’odore del dolore nell’antologia Mondadori Giallo 24. Da un paio d’anni cura una rubrica sulla scrittura fantasy per la rivista Writers Magazine Italia. Ha pubblicato anche alcuni racconti in formato digitale per la Graphe.it Edizioni (La maschera e Shalim). Sem­pre in appendice al Giallo Mondadori, ha pubblicato una serie di articoli sulla storia del genere, da Ed McBain a Anne Perry. Nel 2009 pubblica il romanzo fantasy per ragazzi Il Signore del Canto (Delos Books). È il curatore della collana Fantasy Tales, per Delos Digital. Vince il Premio Tedeschi 2013 con il romanzo L’odore del Peccato (Gialli Mondadori n. 3092). Sito personale: www.andreafranco.net

    Twitter: @andrea_franco77

    Capitolo primo

    Luglio 1994

    La notte sta precipitando lentamente.

    È il momento più cieco del giorno, per lui. Quando le luci sono schiacciate e le ombre hanno ormai la consistenza di diafana oscurità. Nulla è definito, tutto si nasconde dietro quel velo di tenebra che incombe.

    Socchiude gli occhi. Due fessure taglienti. Poi scende dall’auto e dopo pochi passi si ferma sul leggero declivio che anticipa il letto del fiume. Lo sente, lì dabbasso. Un fremito lieve, lo scorrere dell’acqua. Timida, quasi introversa.

    Sospira, mentre cerca di capire se il momento è quello giusto. Una cosa talmente intima! Quel momento che è allo stesso tempo un addio e un’emozione così forte. Si porta la mano destra davanti alle labbra. Tira su con il naso, respirando l’odore di un’eccitazione che aveva danzato sovente tra quelle dita. Chiude gli occhi, infine, e lascia che il buio completi il suo rito, sacrificando il giorno sull’altare sanguinate al confine del mondo. L’orizzonte. Rosso, caldo… quando è così, manca poco alla fine. Una passione che arriva al culmine, poi…

    Si volta e torna verso l’automobile. Si è addentrato lungo una strada sterrata di campagna. Un percorso che costeggia il fiume per parecchi chilometri, ma battuto da poche persone: qualche pescatore e i soliti lavoratori dei campi. Ma non a quell’ora. Adesso intorno è solo silenzio. A un passo dal fiume. A un passo dall’addio.

    Apre il cofano. Il sacco di juta è una macchia nera indistinguibile dal resto. Si china e lo solleva con una certa fatica. I lineamenti del volto si fanno tesi. Sente una sofferenza molto più dolorosa di quella fisica.

    — Mia dolce Fatina…

    Mi aiuterai, vero?

    — … te l’ho sempre detto che puoi contare su di me!

    Così potrò smettere di…

    — Te l’avevo promesso, Fatina. Basta con quel lavoro…

    L’umidità della sera ha reso l’erba scivolosa, ma un passo dopo l’altro arriva fino a lambire l’acqua del fiume. Il sussurro della corrente adesso è più intenso e suadente.

    Quando il sacco cade pesantemente nell’acqua l’incanto per un momento è rotto. Sembra un lamento agghiacciante lo scroscio che taglia in due il silenzio. Sembra un lamento. Un lamento. Un…

    Gianfranco si alza e attende che la superficie del fiume cancelli il ricordo di un dolore tanto assurdo quanto intenso. Poi il fiume si chiude in un silenzio nuovamente sussurrato. E la notte, ormai nera, avvolge la valle circostante.

    Non c’è molta gente in giro, in città. Forse perché è un luglio caldissimo e afoso. O semplicemente perché è l’ora in cui tutti sono ancora a casa, a prepararsi per l’ennesima serata estiva. Questa calma lo rasserena. Non ama avere troppe persone attorno e adesso ha bisogno di ritrovare qualcosa che sente di avere smarrito.

    Lascia la macchina in una strada bagnata solo da un paio di lampioni che emanano una luminosità opaca, poi prosegue a piedi.

    Incrocia solamente un paio di persone e china il capo, schivo. Poi scende per una vietta periferica, precipitando in una zona buia, ma stranamente movimentata. Le luci delle automobili che fanno avanti e indietro tagliano la notte come un coltello affilato. Una giostra continua, quel via vai. Decine di puntini luminosi si accendono all’improvviso, ammiccanti, per poi sparire di nuovo. Qualche macchina rallenta, colorando del rosso degli stop un angolo appartato, ma sono poche a fermarsi sul ciglio della strada. È ancora troppo presto, comprende Gianfranco. Più tardi, quando la notte permetterà loro di compromettersi con meno rischi.

    Cammina a passo lento, osservando distrattamente. Non è quasi mai passato in quella zona. Infatti non conosce quelle ragazze.

    E loro non conoscono lui.

    Poi, finalmente, fa la sua scelta.

    Capitolo secondo

    Novembre 1995

    La guarda e le sorride. Non l’ha mai vista prima d’ora, altrimenti l’avrebbe di certo notata.

    Il giorno sta spendendo gli ultimi residui di luce e le ombre lunghe tagliano in due ogni cosa. La strada è stretta e alberata, precipitata in un’oscurità silenziosa rotta solamente dallo stridere delle ruote sull’asfalto, da brevi conversazioni e dal rumore degli sportelli che sbattono.

    Gianfranco rallenta fino quasi a fermarsi. Lei deve aver intuito il suo interesse, perché getta a terra la sigaretta, dopo un’ultima tirata, e avanza verso la macchina ormai immobile a pochi passi di distanza.

    — Ciao — dice Gianfranco, la voce decisa. Con una mano sistema la ciocca che scende sulla fronte, sfiorando il bordo cicatriziale appena oltre l’attaccatura dei capelli.

    Prima di parlare, la ragazza sorride ancora. È un novembre piuttosto rigido, ma lei indossa una mini cortissima e una maglia bianca aderente. Senza reggiseno. Gli stivali neri, alti quasi fino alle ginocchia, sembrano essere l’indumento più caldo che porta.

    — Ciao bello.

    Non è italiana, lo intuisce immediatamente. Non che si fosse aspettato che lo fosse. Non sceglie quasi mai un’italiana. Quasi mai.

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