Storia del teatro italiano - Parte I
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Storia del teatro italiano - Parte I - Luigi D'errico
Il Daimone della poetica.Formazione e percorsi di Massimo Bontempelli.
Parlare della poliedricità di un personaggio quale Massimo Bontempelli è sicuramente cosa che richiede un'attenta lettura,non solo all'interno della multiforme-e a volte contraddittoria-trama delle sue intenzioni letterarie,ma anche in come esse vadano a compenetrarsi nella fitta ragnatela degli avvenimenti del suo tempo.
Ancora vergine di quelle ideologie letterarie che lo vedranno coinvolto in seguito,dopo aver collaborato alla rivista 'La Voce' sotto lo pseudonimo di Minimo Maltempelli,pubblica,sotto influssi carducciani-tradizionalisti ricevuti in alcuni circoli piuttosto conservatori,i suoi primi volumi ('Socrate moderno',nel 1908,e 'I sette savi',nel 1912),che presto disconoscerà,al pari di quei testi prevalentemente pregni di poesia,'Le Egloghe',composti nel 1904.Già però all'interno di questo minimo blocco di opere si può notare una linea di confine fra due delle innumerevoli facce bontempelliane,perchè se 'Socrate moderno' evocava un mondo intimamente idillico condito dalla magistrale ironia dell'autore,'I sette savi' costituisce già un avvicinamento al Bontempelli successivo,quello che tratta dell'uomo che tenta disperatamente di resistere alla macchina dell'alienazione...La vita è sentita come un paradosso doloroso.
(1)
Ma il ginepraio in cui si incunea la vita e l'opera letteraria del nostro autore è ben lungi dall'essere completato nel suo percorso.Vi è anzitutto una guerra mondiale a cui Bontempelli prende parte,periodo che di certo lo formerà dal punto di vista politico (altro àmbito in cui,però,mostrerà coinvolgimenti contraddittori).Viaggerà per l'Europa e l'Africa poco dopo (1917-1918) aver composto 'La guardia alla luna' (1916),dramma che lascia intravedere in nuce i propositi di ...rottura di ipoteca provinciale e...fermo disegno di istituire il nuovo linguaggio di un'avanguardia letteraria europea.
(2)
Il Bontempelli che inizia a percorrere una sua strada quasi delineata è quello del dopoguerra. Del 1920 è infatti la raccolta 'La vita intensa' ,compilata con parole già apparse in precedenza sulle pagine della rivista 'Ardita'.Ora,particolare è la situazione del Bontempelli che,pur collaborando per tale organo dichiaratamente fascista,propugnava la ricerca di un nuovo linguaggio d'avanguardia,per una rigenerazione etica post-fascista che vedeva,sul palcoscenico letterario (che è quello per noi più interessante),la borghesia liberale rappresentata da un tipo di romanzo (quello dannunziano,tanto per intenderci) che Bontempelli voleva assolutamente epurare.
"E allora,per chi è che scrivo questo romanzo?
Lo scrivo per i posteri.Lo scrivo per rinnovare il romanzo europeo."(3)
Tale è la prefazione a La vita intensa,e tutto il voler rinnegare una tradizione passata che aveva come peculiarità l'impianto naturalistico o l'approfondimento psicologico,è qui presente.
Si presti però attenzione.Bontempelli è complicato appunto in passaggi come questi.Un lettore comune potrebbe arrivare a una troppo facile conclusione,che cioè,volendo rinnegare il precedente modo di romanzare,l'autore de 'La vita intensa' si concedesse a costrutti letterari confusi e per nulla legati tra loro.Ma,come tende a ricordarci la Glielmo,...Bontempelli,mentre tendeva a contestare esplicitamente la forma-romanzo così come era giunta dalla tradizione ottocentesca o anche da quella più recente del decadentismo o del dannunzianesimo,prendeva ugualmente le distanze tanto dalla pratica del frammentismo...quanto dal diarismo documentario...
(4).
Qui nasce,é chiaro,una vera questione del romanzo.'La vita intensa' ci pone di fronte al quesito su come Bontempelli volesse ...riattaccarsi alla tradizione interrotta e muovere verso la nuova.
(5)
Ebbene,in quest'opera che si pone nella fase di iniziale maturità bontempelliana (insieme alla successiva 'Vita operosa') si mostra agli occhi dei lettori come si volesse rinnovare il romanzo europeo eliminando il superfluo,e,come dice il Tempesti...il suo modo di 'dare' il romanzo saltando gli aspetti più compromessi del romanzo stesso e più malvisti dalle avanguardie - cioè le 'lungaggini',le ambientazioni,le descrizioni,é certo una risposta e insieme una concessione agli attacchi...dei futuristi...contro l'odiato romanzo genericamente inteso.
(6)
Le idee cominciano a schiarirsi un pò,inizia un tantino a delinearsi il concetto di 'avanguardia' tanto in voga in questo momento.Niente ambientazione d'altri tempi e luoghi,solo il presente nella sua nuda e ripetitiva banalità.Niente azione condita da dramma o moti psicologici.E Bontempelli mette in mostra questa presa di posizione anche