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Lettere sul mondo nuovo
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Lettere sul mondo nuovo

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Se Cristoforo Colombo scoprì l'America, Amerigo Vespucci fu il primo a capire che si trattava di un nuovo mondo, dando i toni del mito alla straordinaria epopea della sua esplorazione. Merito che non sfuggì ai contemporanei, i quali chiamarono da subito il continente con il suo nome, né ai posteri, per i quali i suoi resoconti di viaggio hanno esercitato, e continuano ad esercitare, un fascino immutato.
A cura di Daniele Lucchini.
LanguageItaliano
PublisherFinisterrae
Release dateDec 31, 2015
ISBN9781326519919
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    Lettere sul mondo nuovo - Amerigo Vespucci

    Vespucci

    Colophon

    Finisterrae 18

    Titoli originali delle lettere: Lettera drizzata al magnifico M. Pietro Soderini e Mundus novus

    Prima pubblicazione: rispettivamente Firenze, 1505 e Augusta, 1504.

    Edizione di Giovan Battista Ramusio

    Prima volta in Finisterrae: 2009

    In copertina: Douglas Fernandes

    Afluente do Rio Negro, Iranduba, Amazonas, Brasil, 2002 (particolare)

    © 2009 Daniele Lucchini, Mantova

    http://www.librifinisterrae.com

    Tutti i diritti riservati

    ISBN: 9781326519919

    Epigrafe

    A un nuovo mondo dài nome, Americo,

    nato nel nido de’ scrittori illustri.

    Tommaso Campanella, Poesie 36,23

    Prefazione

    Amerigo Vespucci è universalmente noto per un motivo quasi tautologico: ha dato il proprio nome all'America. Tuttavia la sua figura e i suoi scritti sono da sempre controversi, tanto che alcuni si sono persino spinti a parlare di una vera e propria questione vespucciana.

    Egli nacque a Firenze nel 1454 da una famiglia avversa ai Medici; in seguito al coinvolgimento di alcuni parenti nella fallimentare congiura dei Pazzi¹, Amerigo lasciò definitivamente la città, riparando prima in Francia e, dal 1490, a Siviglia. Qui respirò il clima di fermento delle esplorazioni geografiche e, a partire dal 1492, delle grandi traversate oceaniche; ebbe modo di conoscere tra gli altri Cristoforo Colombo, della cui stima pare abbia anche goduto. Ben presto egli stesso si imbarcò nella grande avventura della scoperta del nuovo mondo. Se ci si attiene ai suoi scritti, effettuò quattro viaggi verso l'America del sud: un primo nel 1497-1498, un successivo nel 1499-1500, poi ancora nel 1501-1502 e infine nel 1503-1504; i primi due per conto del re di Spagna, i secondi per quello del Portogallo.

    Nel 1508 re Ferdinando II di Aragona lo nominò Piloto Mayor de Castilla, vale a dire responsabile di organizzare le spedizioni nelle nuove terre e di formare piloti e cartografi. Passò gli ultimi anni a Siviglia, dove morì nel 1512 senza lasciare discendenti.

    La questione vespucciana

    Proprio dai viaggi iniziano i problemi per gli storici, a causa soprattutto delle incertezze relative agli scritti di Vespucci o, per meglio dire, a quelli a lui attribuiti. Infatti sono giunte sino a noi solo tre lettere e un frammento di suo pugno: testi di carattere privato, pubblicati singolarmente e in tempi diversi solamente tra il 1745 e il 1937.

    I due documenti più famosi, tradizionalmente noti come Mundus novus e Lettera a Soderini², sono invece apparsi a stampa fin dall'inizio del Cinquecento: rispettivamente la prima in latino ad Augusta nel 1504 e la seconda in italiano a Firenze nel 1505, più conosciuta però nella versione latina stampata in Lorena nel 1507. Tuttavia, al di là della mancanza dei relativi manoscritti, l'autenticità dei loro contenuti, della Lettera a Soderini in particolare, fu contestata già da alcuni contemporanei; su tutti Bartolomé de Las Casas.

    Stando al testo infatti, Vespucci sarebbe giunto sulla terraferma americana durante il suo primo viaggio, vale a dire un anno prima di Colombo, il quale vi pose piede soltanto nel proprio terzo viaggio, nel 1498. Lo Spagnolo, che nel 1515 sarebbe entrato nell'ordine domenicano e diventato l'apostolo e difensore

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