Il leone di San Marco. Simbolo di Venezia
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Info su questo ebook
E tutto questo grazie ad una rete di collaborazioni che il liceo Giovanni Paolo I ha intessuto con soggetti istituzionali e privati di Venezia.
Contributi di:
Adriana Augusti, Natalino Bonazza, Anna Chiarelli, Fabrizio Favaro, Patrizia Fiasconaro, Anna Fornezza, Ettore Merkel, Leonardo Pasqualetto, Claudio Torresan
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Anteprima del libro
Il leone di San Marco. Simbolo di Venezia - Anna Fornezza
Bonazza
Introduzione
Dal leone in moleca del rio di San Marcuola al leone marciano simbolo di fede, storia e tradizione per la città di Venezia
Durante l’anno scolastico 2006-2007 il Liceo classico Giovanni Paolo I si è lasciato catturare dal fascino del leone marciano in moleca, simbolo della città di Venezia.
L’attuazione del progetto culturale ha impegnato tutti gli studenti che sono stati coinvolti nelle vicende del restauro del più antico leone lapideo in moleca ancora esistente a Venezia e collocato sopra una porta d’acqua del rio di san Marcuola, grazie alla preziosa disponibilità della Soprintendenza per i Beni Architettonici, per il Paesaggio e per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico di Venezia e Laguna.
In qualità di insegnante di Arte e Beni Culturali al Liceo Classico Giovanni Paolo I di Venezia, quale occasione migliore per dar luogo ad un’azione didattica a tutto campo?
Oltre a riconoscere i pregi artistici del manufatto, ad apprezzare il lavoro di restauro compiuto dall’artigiano incaricato, a far propria la cura per la conservazione di opere lapidee spesso esposte a danni vandalici, gli studenti hanno imparato a cogliere il significato ideale dell’opera studiata. In questo senso tutto il corpo docente ha accompagnato gli studenti delle cinque classi a ripercorrere un itinerario della memoria che consentiva di decifrare i valori religiosi e civili simboleggiati nel leone marciano, nella convinzione che soltanto attraverso una lettura integrale del bene culturale si può suscitare nelle giovani generazioni una recezione
che educhi al rispetto e all’affezione per l’intera città, essa stessa simbolo indiscusso di arte, storia e civiltà.
Le attività didattiche hanno permesso ai ragazzi non soltanto di imparare in termini cognitivi ma anche di percepire la realtà attraverso la sinestesia, sviluppando la capacità di associare più notizie attraverso percezioni emotive diverse.
Per un giorno è stato dimenticato il tradizionale orario scolastico: dopo l’ascolto di due brevi interventi introduttivi da parte dei funzionari della Soprintendenza, insegnanti e ragazzi si sono messi in barca, impugnando le pagaie e mettendosi sulle tracce del leone nei rii veneziani, seguendo una rotta prestabilita. Nei tre dragon-boats, messi a disposizione dalla Canottieri Bucintoro, oltre ai vogatori e al timoniere c’era quindi anche un ra-gazzo-guida che, tenendo d’occhio la pianta della città, indirizzava gli sguardi dei compagni verso le opere indicate e leggeva una breve descrizione storico-artistica.
Alla meraviglia per queste scoperte si aggiungeva la fatica e un po’ di agonismo sportivo che accomunava ogni equipaggio. Grazie alla collaborazione della Direzione supporto dell’Arsenale di Venezia il percorso ha potuto arricchirsi dell’emozionante ingresso in Arsenale attraverso la porta Nord fino al bacino centrale per una breve sosta di approvvigionamento e riposo prima di affrontare anche il moto ondoso che nel bacino di San Marco ha rotto l’incanto precedente. Un ultimo sguardo è stato dedicato al leone di san Marco sulla colonna del molo accanto a quella del Todaro per giungere così al meritato riposo.
Nei mesi successivi lo studio è stato condotto per classi o gruppi di studenti: alcuni visitando personalmente il laboratorio di restauro, altri affrontando approfondimenti di carattere storico, civile e religioso, altri ancora provando piste nuove quali le fonti d’archivio alla ricerca di inedite immagini del nostro leon .
Il presente sussidio racchiude tutti gli esiti del progetto didattico riproponendo l’iter di svolgimento: nella prima parte sono stati raccolti i contributi esterni forniti con generosità dal dott. Ettore Merkel,