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Un cuore diviso a metà
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Ebook61 pages43 minutes

Un cuore diviso a metà

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Causa la perdita di una scommessa, Eric, giovane ragazzo di 19 anni, è tenuto a scrivere un diario della sua estate dopo la maturità. All'inizio è scettico, ma quando la sua vita comincia a riempirsi di eventi degni di nota, sembra che l'attività lo soddisfi appieno, tanto da non riuscire a rinunciare alla scrittura, fino all'ultima pagina.
LanguageItaliano
PublisherChiara Sanson
Release dateOct 23, 2015
ISBN9788892510784
Un cuore diviso a metà

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    Un cuore diviso a metà - Chiara Sanson

    Note

    Uno

    Nello stesso istante in cui scrivo queste prime parole su di un foglio bianco, mi rendo conto che sono stato fregato nientepopodimeno che da...me stesso! 

    Questa è, in breve, la mia storia: ho passato l'esame di Maturità e c'è di mezzo una scommessa fatta tra amici. In questi cinque anni di liceo scientifico me la sono presa sempre molto comoda: mai fatto i compiti e quasi mai studiato. Salvato dalla secchiona di turno (che tra l'altro, aveva una cotta per me), sono sempre riuscito a cavarmela, pur con i debiti a fine anno. Poi sono approdato in quinta liceo e la parte buona che c'è in me mi ha spinto a mettere la testa un po' al suo posto. E ho cominciato a fare i miei compiti per casa e a studiare più di quanto potessi immaginare di esserne capace. Ad anno scolastico inoltrato, però, la situazione, come prevedibile, era disastrosa. Le mie evidenti lacune non hanno tardato a presentarmi il conto. Così, durante una chiacchierata con alcuni miei compagni di classe, in un momento in cui ero anche mezzo ubriaco, ho detto: Se quest'anno passo, giuro che comincio a scrivere un diario e lo finisco pure. I miei amici non ci hanno pensato due volte ad annotarsi la mia promessa, che è diventata una vera e propria scommessa: a quel punto, non potevo più tirarmi indietro.

    E così, eccomi qui. Penna alla mano, mi ritrovo come certe ragazzine a dover raccontare della mia vita e ho tempo un'estate. Cosa potrebbe mai capitarmi in questo lasso di tempo? Ma soprattutto, quando imparo a chiudere la bocca? E a smettere di bere?

    Per l'idea geniale che ho avuto, i miei amici fatalità negli ultimi tempi mi tormentavano meno durante le lezioni, permettendomi di ascoltarle e prendere bene gli appunti. Perché io ero certo di non passare. Ero messo proprio male. E, al di là della scommessa, ci tenevo a superare l'anno e l'Esame. Non ne potevo più di quella scuola e di quei professori. Ero costantemente irrequieto perché mi sentivo a disagio, visto che per i docenti eravamo niente di più che parte di quella sedia e di quel banco che utilizzavamo tutti i giorni, e io avevo bisogno di qualcuno che credesse in me. Io riesco a lavorare bene se c'è un'insieme di motivazione e fiducia da parte mia e da parte dell'altro che io possa farcela. In questi anni non ho trovato materie che mi piacessero più di tanto. L'unica cosa che mi piace fare è scrivere. Sarà per questo che, da mezzo ubriaco, ho fatto quella proposta. Forse inconsciamente lo volevo anche fare. Vorrei cancellare queste ultime parole, ma fanno volume, perciò non le toglierò: d'altronde costituiscono la verità.

    Non mi abbasserò mai a scrivere caro diario, ma qualche pensiero tutto sommato potrebbe uscire da questa testa bacata. Il problema è: cosa c'è di interessante nella mia vita? Sì, ho i miei amici, ma sono schifosamente single. La mia ragazza mi ha lasciato a metà di questo anno scolastico, perché diceva che non le prestavo attenzione come una volta. E che cavolo, mi ero ripromesso di studiare! E ho preso quell'ubriacatura dopo che lei mi ha abbandonato per un motivo, dal mio punto di vista, così idiota. Da allora ho cominciato a capire come possono sentirsi le secchione, che stanno sempre chine sui libri e nessuno si interessa a loro. Le comprendo sul serio. O più che altro provo compassione per loro, perché si privano di tanto divertimento e dell'amore di qualcuno. L'amore è parte stessa di noi, per questo sono sempre stato con qualcuna, perché da solo mi sentivo incompleto. Devo ammettere, però, che dopo la motivazione imbecille per cui sono stato lasciato, mi sono reso

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