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Il pane degli angeli
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Il pane degli angeli

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About this ebook

È il primo libro sulla "celiachia", sindrome sempre più diffusa di intolleranza al glutine. Uno scritto semplice, di vita vissuta, una testimonianza vivace da parte di una ragazza diagnosticata a 21 anni. Avvincente, intercalato da 17 ricette per celiaci e simpatiche vignette. L'argomento è di attualità e il testo può essere di grande aiuto sia per coloro che sono diagnosticati da adulti, sia per chiunque (parenti, amici, medici, personale scolastico ecc.) abbia a che fare con persone affette da questa sindrome.
LanguageItaliano
Release dateDec 1, 2009
ISBN9788896720462
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    Il pane degli angeli - Alessandra Emma Grande

    TIMBALLO DI PERE (Per quattro persone)

    2 pere mature

    1 albume

    1 dl di panna montata

    50 gr di mascarpone

    30 gr di zucchero

    8 gr di fogli di gelatina ammorbidita e sciolta nell’acqua

    1 cucchiaio di grappa di pere

    4 fragole

    4 foglie di menta

    Pulire le pere, tagliarle a cubetti e cuocerle con un cucchiaio di acqua. A cottura ultimata frullarne la metà Aggiungere la gelatina e stemperare. Montare l’albume a neve con lo zucchero. A tutti questi ingredienti aggiungere il mascarpone, la grappa i cubetti di pere rimasti. Amalgamare il tutto delicatamente. Versare nei singoli stampini e riporre in frigo per 4 ore. Per staccare meglio i timballi al momento di servirli mettere gli stampini in acqua calda per qualche minuto. I timballi rovesciati sul piatto si possono guarnire con foglie di menta, fragole e panna.

    Angelo Maionchi (ristorante Del Cambio Torino)

    II

    I primi incontri con i miei nuovi amici si tenevano, per lo più, presso l’ufficio dell’ex presidente dell’associazione o nelle case messe a disposizione ora dall’uno, ora dall’altro di noi; coloro che, in queste prime occasioni, tenevano di più le fila del discorso erano Elena ed Ivan.

    Elena è tuttora una delle mie più care amiche ed avrete senz’altro modo di conoscerla meglio attraverso queste pagine; Ivan, ci ha lasciati alcuni anni or sono in seguito a un incidente.

    Oltre a loro due c’erano altri ragazzi, circa una ventina, tutti però a dieta sin da piccoli; per di più, pochi erano seguiti costantemente da un centro di diagnosi in quanto, raggiunta la maggiore età, erano stati licenziati dall’ospedale infantile, sede del maggior numero di diagnosi, senza approdare presso un altro specialista.

    Io ero fresca di diagnosi e per tutti un fenomeno curioso. Oltre a non capacitarsi del lungo cammino percorso prima di giungere alla determinazione della celiachia, i miei nuovi compagni provavano quasi pena per me (proprio loro!) perché certi sapori io li avevo provati e dovevo ora rinunciarvi.

    Durante le riunioni avevo un gran bisogno di parlare e di capire, ero un pozzo senza fondo di domande di tutti i tipi; volevo sapere quali fossero i biscotti più buoni tra quelli venduti in farmacia, come si facesse il pane a mano (cosa che non mi riesce tuttora), come organizzare praticamente le ormai prossime vacanze e mille altri quesiti cui solo chi viveva quella condizione, a me del tutto estranea, avrebbe potuto

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