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L’acqua per il cioccolato
L’acqua per il cioccolato
L’acqua per il cioccolato
Ebook63 pages39 minutes

L’acqua per il cioccolato

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About this ebook

Nel Messico dei primi del Novecento fiorisce la storia d’amore di Tita e Pedro. Ma a loro un'assurda tradizione di famiglia impedisce di unirsi in matrimonio. Una vicenda d'amore e di morte nella folle cornice della rivoluzione di Pancho Villa, fatta di eccessi e sfrenatezze, di esaltazioni dei sensi e di magiche attrazioni e molte ricette succulente per chi le volesse sperimentare.
LanguageItaliano
Release dateNov 11, 2009
ISBN9788896720875
L’acqua per il cioccolato

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    L’acqua per il cioccolato - Sonia Piloto di Castri

    L’acqua per il cioccolato

    Leggere è un gusto!

    percorsi tra cucina, letteratura e…

    28

    Sonia Piloto di Castri

    L’acqua per il cioccolato

    A tavola con la rivoluzione

    di Pancho Villa

    In copertina: disegno originale di Clara Rastelli.

    Tutti i disegni all’interno sono di Clara Rastelli.

    ISBN:978-88-96720-87-5

    © Copyright 2007

    Edizioni Il leone verde

    Via della Consolata 7, Torino

    Tel/fax 011 52.11.790

    e-mail:leoneverde@leoneverde.it

    http://www.leoneverde.it

    http.//www.leggereungusto.it

    Indice

    UN EROE DI CELLULOIDE

    PREMESSA

    1 LA CRUDELTÀ DI UNA VECCHIA TRADIZIONE

    2 LE NOZZE DI PEDRO E ROSAURA

    3 LE ROSE DELLA PASSIONE

    4 IL BATTESIMO DI ROBERTO

    5 COME SFAMARE UN DRAPPELLO DI RIBELLI

    6 IL SEGRETO DI MAMMA ELENA

    7 IL FIDANZAMENTO DI TITA CON JOHN

    8 IL RITORNO DI GERTRUDIS

    9 IL PECCATO DI TITA

    10 IL RITORNO DI JOHN

    11 LE NOZZE DI ESPERAMZA E ALEX

    12 EPILOGO

    BREVE GLOSSARIO

    INDICE DELLE RICETTE

    AVVERTENZA: Dolce come il cioccolato, Garzanti 1991 (traduzione di Silvia Benso), fu il titolo voluto dall’editore italiano del romanzo di Laura Esquivel Como agua para chocolate che, nella traduzione letterale Come acqua per il cioccolato, ricomparve l’anno successivo a designare il film che ne fu tratto e che ebbe un grande successo mondiale.

    Un eroe di celluloide

    Un drappello di uomini barbuti, con i capelli unti e irsuti, il poncho a più colori trattenuto dalle cartucciere a tracolla, il cappellaccio in testa, armati tanto di fucili quanto di grinta, galoppa sullo sfondo di un paesaggio arso dal sole. Arido, abbacinante, torrido. I cavalli ansimanti sembrano fluttuare nella polvere sollevata dai loro stessi zoccoli, mentre una musica ritmata accompagna il loro galoppare. Ora in primo piano ci sono gli stivali calcinati dal sole, le staffe di cuoio nell’incavo dei tacchi pronunciati, il luccichio degli speroni. Più miserando, lacero e affaticato si mostrerà lo stato di quegli uomini, più convincente e coinvolgente sarà la presa che questi avranno sul pubblico.

    È il cinema. Il cinema che racconta una volta ancora la vecchia e sempre appassionante storia del manipolo che affianca e protegge il nostro eroe: che abbia il volto di Pedro Armendárez, di Telly Savalas, di Hector Helizondo, di Yul Brinner o di Antonio Banderas - l’ultimo dei 25 attori a interpretarlo sul grande schermo è sempre lui, il grande Francisco Pancho Villa, l’indimenticabile Pancho Villa di tanti film.

    Prima di diventare il guerrigliero e l’eroe popolare della Storia, (come anche della storia del cinema, dove è l’ispiratore del gene-re western rivoluzionario messicano), Pancho era un ragazzino vivace, figlio di modesti contadini del nord del paese, mezzadri nel rancho La Coyoitoda a San Juan del Río, nella provincia di Durango. Allora il suo nome, che ben poco sapeva di guerresco, era Doroteo Arango Arámbula.

    La leggenda comincia nel 1894, quando, appena sedicenne, dopo la morte del padre abbandona la Coyoitoda e con la famiglia va a lavorare nell’hacienda di Gogojito. Una sera, tornando a casa, sorprende il proprietario del rancho mentre molesta la maggiore delle sue sorelle, e la madre che cerca di difenderla. Il futuro Pancho Villa ha due Colt nelle fondine, il dito pronto sul grilletto e un pensiero veloce: non perde tempo e spara due colpi ai piedi del ranchero, azzoppandolo per sempre.

    Ora, se il ranchero faceva qualcosa che il suo ceto gli consentiva, come usare violenza

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