Pippi Calzelunghe piccola grande cuoca
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About this ebook
Pippi Calzelunghe è una cuoca giocosa e gioiosa, vulcanica, esperta (nonostante le apparenze e la sua tenera età), che reputa il cibo un nutrimento non solo per il corpo ma anche (a volte soprattutto) per l'anima, e tiene in enorme considerazione i momenti di convivialità.
Seguendo Pippi nelle sue avventure quotidiane, scopriamo una cucina, quella della Svezia meridionale, robusta, rustica e assolutamente deliziosa: tutta da provare.
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Book preview
Pippi Calzelunghe piccola grande cuoca - Elisabetta Tiveron
Indice
PERCHÉ DEDICARE UN INTERO LIBRO ALLA CUCINA DI
PIPPI CALZELUNGHE?
Avvertenza per il lettore
L’autrice
UN PERSONAGGIO RIVOLUZIONARIO!
LA CUCINA DI PIPPI
La giornata svedese a tavola: quando e cosa si mangia
La prima colazione
Uno spuntino delizioso
Detesto le carote!
La minestra: un vero supplizio
Kafferep e merende: dolci a volontà
PIPPI, ANTICIPATRICE DI TENDENZE
L’IMPORTANZA DELLA CONVIVIALITÀ
LA SAGGIA PIPPI E I CIBI MAGICI
CARAMELLE A VOLONTÀ!
BIBLIOGRAFIA
INDICE DELLE RICETTE
Perché dedicare un intero libro
alla cucina di Pippi Calzelunghe?
Dopo aver letto – in veste di mamma, di appassionata lettrice e di scrittrice – decine di libri per bambini, e dopo aver riletto per la quarta o quinta volta le avventure di Pippi ai miei due figli, mi sono resa conto che la cucina vera, praticata e significativa era tanto presente in questo libro quanto in poche, pochissime altre opere letterarie per l’infanzia. E questo non può non far alzare le antenne a chi, come me, di cucina si occupa per lavoro e per passione.
Ulteriore stimolo è venuto nell’illustrare questo progetto a persone che, riandando alla propria infanzia, serbavano un vivo ricordo di Pippi Calzelunghe, chi per averne letto le avventure, chi (ed erano la maggioranza) per aver seguito la serie televisiva molto in voga negli anni ’70. Due elementi sono così emersi nettamente: nessuno aveva capito si trattasse di un personaggio svedese, e nessuno ricordava ci fosse della cucina in queste storie. Urgeva quindi porre rimedio.
È un libro che, in realtà, gli adulti non conoscono a sufficienza (nonostante sia presente nelle librerie di molti figli), e che sarebbe ora riscoprissero: per la qualità dell’opera, per i messaggi che lancia soprattutto a loro, perché leggerlo, come vedremo, fa sentire bene (e di questo, noi adulti, abbiamo un gran bisogno, anche se spesso è faticoso ammetterlo).
Ed è anche il modo più divertente di partire alla scoperta di una cucina, quella svedese, a noi italiani praticamente sconosciuta.
Avvertenza per il lettore:
ad oltre cinquant’anni dalla prima edizione italiana
Le avventure di Pippi Calzelunghe furono pubblicate originariamente in tre libri distinti: Pippi Långstrump (Pippi Calzelunghe, 1945), Pippi Långstrump går om bord (Pippi Calzelunghe si imbarca, 1946) e Pippi Långstrump i söderhavet (Pippi Calzelunghe nei mari del Sud, 1948). Successivamente, l’autrice riunì (eliminando però alcuni capitoli precedentemente editi) i tre libri in un unico volume, Boken om Pippi Långstrump (Il libro di Pippi Calzelunghe). Questo fu tradotto e pubblicato in italiano, con il semplice titolo Pippi Calzelunghe, nel 1958 da Vallecchi, e dal 1988 viene periodicamente ristampato dall’editore Salani. (In Svezia si sono continuate a pubblicare entrambe le versioni: i tre libri distinti, completi di ogni parte, e il volume unico, mutilato
).
Nel 2003, sempre da Salani, è stato pubblicato un volume a tiratura limitata (1.500 copie), contenente per la prima volta anche gli otto capitoli tolti a suo tempo dalla Lindgren.
I capitoli reintegrati
sono i seguenti:
Pippi al caffè delle signore
Pippi salva-bambini
Pippi abita ancora a Villa Villacolle*
Pippi scrive una lettera e va a scuola, ma rimane fuori
Pippi va in gita scolastica
Pippi va alla fiera
Pippi abita ancora a Villa Villacolle*
Pippi tira su di morale la signora Laura
In questa occasione, la traduzione è stata rivista, e alcuni termini culinari a suo tempo italianizzati per il grande pubblico sono stati ritradotti in maniera più fedele al testo originale. Così, per esempio, la saftsoppa (la zuppa fredda di frutta che si consuma come dessert), che nella versione ante 2003 era tradotta come minestrone
, ora è ricondotta ad una più ortodossa minestra di mirtilli
; i pepparkakor non sono più semplici biscotti
(o biscotti al pepe
) ma biscotti allo zenzero
; il gröt non è più un italianissimo semolino
ma una più nordica zuppa di fiocchi d’avena
(cioè il porridge).
Il mio lavoro si è basato pertanto su questa versione integrale, non soltanto per la traduzione più aggiornata ma, soprattutto, per la completezza del materiale.
L’autrice
Astrid Lindgren (1907-2002) nacque, seconda di quattro figli, a Vimmerby nello Småland, la regione lacustre a sud di Stoccolma, e qui visse felicemente per i primi diciotto anni.
La sua era una famiglia di agricoltori benestanti; i suoi genitori erano innamoratissimi, e piuttosto colti (la madre, prima di sposarsi, ambiva a diventare maestra). Il clima familiare sereno e la circostanza di vivere in un luogo idilliaco determinarono l’ambientazione delle opere della Lindgren e l’atmosfera che vi si respira (Emil è certamente quella in cui l’ambientazione è più fedele all’esperienza personale dell’autrice).
Le avventure di Pippi Calzelunghe sono state la prima esperienza letteraria della Lindgren, che doveva in seguito rivelarsi scrittrice prolifica, amatissima in tutto il mondo.
Inventate nei primi anni ’40, per intrattenere la figlia Karin malata di polmonite, nel 1944 vennero sottoposte dall’autrice ad un primo editore, che rifiutò di pubblicarle perché ritenute troppo trasgressive
. L’anno successivo videro la luce grazie alla casa editrice Rabén & Sjögren, che tutt’ora pubblica le opere della Lindgren in Svezia.
Oltre che il più celebre, Pippi Calzelunghe è stato anche il personaggio più discusso e controverso, tra quelli creati da Astrid Lindgren.
(L’autrice stessa, d’altra parte, era una persona dal temperamento forte e anticonvenzionale: il primo figlio, Lars, nacque da una relazione avuta in giovanissima età. Astrid rifiutò di sposarne il padre, lasciò il paese natale per trasferirsi a Stoccolma e, dopo la nascita, diede temporaneamente in affido il bambino ad una famiglia danese).
L’opera mette apertamente in discussione l’approccio pedagogico in voga nella società svedese (beh, non soltanto in quella svedese!) di quel tempo: una società in cui i bambini dovevano, come dice la signora Settergren, «vedersi ma non sentirsi» (nel capitolo Pippi tira su di morale la signora Laura), tenuti all’obbedienza e al silenzio, se non quando espressamente