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Il fiato spezzato
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Il fiato spezzato

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Il Fiato Spezzato è un racconto lungo che mescola narrazione e pensieri privati di un professionista che affronta un momento di crisi della propria esistenza, concentrandosi su ciò che sa fare, il formatore, e su ciò che ama fare, correre.
A metà tra autobiografia e racconto di fantasia descrive la difficoltà e al tempo stesso la necessità di andare oltre gli slogan e le mode manageriali per concentrarsi sul senso profondo della propria attività.
La corsa, il sudore e il fiato spezzato sono la rappresentazione più vera di questa ricerca.
LanguageItaliano
Release dateJun 20, 2013
ISBN9788897458197
Il fiato spezzato

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    Il fiato spezzato - Paolo Scavino

    Thea

    I Born to run (Bruce Springsteen)

    Suona la sveglia. Ho la bocca impastata e una leggera nausea. Come al solito ho mangiato troppo e in fretta, anche se l’unica cosa che mi aspettava era la televisione in camera. A dire la verità ieri sera mi è sembrato che la cameriera mi lanciasse qualche occhiata, ma ho fatto finta di niente, timoroso di scambiare gentilezza per seduzione.

    Fuori è ancora buio e nelle strade venete urlano già auto e TIR. Guardo fuori indeciso, è un posto di merda, se mi rimetto a letto ho ancora un’ora buona di sonno.

    Poi mi spoglio, m’infilo i calzoncini, la maglia termica e la fascia cardio, allaccio le scarpe ed esco dalla stanza. L’aria è lattiginosa, fa un freddo cane e il Gps stenta a collegarsi…..aspetto, tentando di scaldarmi con un po’ di stretching, poi, appena compare il crono, schiaccio start e comincio a correre. I polmoni respirano aria ghiacciata e protestano, ma spingo ancora più forte e tutto finalmente scompare dietro di me….corro per alcuni chilometri infilandomi in una strada asfaltata che attraversa la campagna. Passo davanti a villette, alcune in costruzione. I cani abbaiano al mio passaggio ma senza molta convinzione, fa troppo freddo anche per loro. Alcuni capannoni sono stalle e l’odore di letame mi assale le narici. Al sesto chilometro giro e torno indietro. Comincio a forzare il ritmo e corro gli ultimi due al massimo. Fradicio di sudore, afferro la chiave della camera sotto lo sguardo assonnato della ragazza del ricevimento e una volta entrato in camera mi siedo nella cabina della doccia attendendo che il respiro torni finalmente regolare…

    1. Dacci oggi il nostro pane…

    Sto per distrarmi di nuovo. Il titolare dell’azienda per la quale dovrei fare dei corsi di formazione è un individuo la cui unica caratteristica positiva è la capacità di essere un autentico pezzo di merda, senza troppa ipocrisia. In queste situazioni mi chiedo sempre ma che ci faccio qui. Io mi sento un intruso, non credo a una parola di quello che dice e temo che i miei corsi non possano modificare nulla in quest’azienda... ma ho bisogno di giornate, di soldi e di poter passare lontano da casa più tempo possibile.

    Da quando Elena mi ha lasciato, stare a casa è un incubo, mi sveglio almeno cinque volte per notte. Non riesco a nascondere la mia infelicità a Lara, mia figlia di sei anni, che fa finta di niente, ma sta cominciando a chiedersi se suo padre sia stato rapito dagli alieni e sostituito da una copia sbiadita, un po’ fuori fuoco.

    Sta meglio con Elena che, finalmente, ha scoperto la gioia di fare la mamma e che il problema era fare la moglie.

    Proprio mentre sto pericolosamente scivolando nel dormiveglia, mi scuoto e improvviso qualcosa d’intelligente.

    Battaglin, così si chiama l'imprenditore per il quale sono qui, sorride e mi dice Allora, se lei è d’accordo, cominciamo il mese prossimo e facciamo prima il gruppo dei manager con il corso di due giornate, poi tutti gli altri per una giornata, magari due o tre gruppi la settimana, così non è costretto a fare troppi chilometri. Come si trova allo Sweet Hotel? Mi hanno detto che l’hanno rinnovato completamente….

    Molto bene Dott. Battaglin, anzi, la ringrazio del consiglio, sono molto gentili e le camere sono confortevoli….

    Bene Dott. Aicardi, allora la lascio alla dottoressa Zappia che condividerà il calendario e definirà con Lei gli aspetti organizzativi. A presto!

    Battaglin esce dalla sala riunioni e dopo un attimo di pausa realizzo che la dott.ssa Zappia è ancora lì, silenziosa e invisibile.

    Come faccia una ragazza così bella a passare del tutto inosservata rimane un mistero. Su di lei ho persino fatto qualche sogno erotico, ma poiché non riesco a farle neanche un’avance decente rinuncio in partenza.

    Elena, al contrario, sembra ritornata la ragazza vitale e sorridente che ho sposato, esce con le amiche e si diverte.

    Io faccio fatica a ricordare come invitare una donna a uscire e, a meno che non incontri qualcuna che prenda l'iniziativa, sono condannato alla castità.

    Allora, dott. Aicardi, se è d’accordo le proporrei la settimana del 20 marzo……e naturalmente parteciperò anch’io al corso dei responsabili, sono molto curiosa….

    Ho già inserito il pilota automatico, lo stomaco comincia a farsi sentire, vorrei fuggire subito ma riesco in qualche modo a fissare le date e a fare qualche battuta di circostanza.

    Saluto la Zappia, imbocco velocemente l'uscita facendo un cenno alla ragazza della reception e trovo finalmente rifugio in macchina, che, nonostante il gelo, mi sembra l'unico approdo sicuro.

    Il fiato si condensa e appanna velocemente i vetri dell'auto, mi accascio sul sedile e sospiro, chiudendo gli occhi.

    Quando li riapro, nulla è cambiato. Mi sembra di essere immerso in un mare lattiginoso e vedo a stento l'uscita del parcheggio, ma metto in moto e parto.

    Magari a marzo è meglio e potrò andare a correre sul fiume.

    Dio, che posto di merda!

    II Come si diventa consulenti

    Avere a che fare con dirigenti mediocri non ha incrinato la mia fede: io faccio il consulente perché amo le aziende. Amo le macchine e il loro rumore, il viavai dei tecnici e degli operai sulle linee di produzione e nei magazzini. Tutte le volte che vado in una nuova azienda faccio, se possibile, un giro in produzione e guardo meravigliato quella combinazione di elementi che, quasi magicamente, produce ricchezza.

    Sono almeno vent’anni che giro l’Italia e riesco ancora a stupirmi della capacità tutta nostra di creare soluzioni nuove, di trasformare buone idee e intuizioni in un modo concreto di produrre.

    Ogni tanto ci s’imbatte in realtà straordinarie nelle quali imprenditori folli sembrano occupati a realizzare un sogno, indipendentemente dal guadagno, dal profitto, come l'imprenditore bergamasco che si è inventato un modo di accoppiare plastica e cotone talmente efficace da far concorrenza alle più agguerrite multinazionali del settore, o l'imprenditore veneto che è riuscito a brevettare una serratura per i mobili che oggi vende in tutto il mondo.

    Per le molte organizzazioni che aspirano a diventare come queste, mi sento di essere un buon consulente, di offrire loro un punto di vista esterno ma

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