I tuoi occhi
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Book preview
I tuoi occhi - Ilaria Negrini
ILARIA NEGRINI
I TUOI OCCHI
CAP. 1
FAME
E che io possa alfine
correre in fuga pazza
inondando le terre come
un fiume terribile
sciogliendo questi nodi...
correr fuori di me stesso,
perdutamente,
libero di me, furiosamente libero.
Andarmene,
Dio mio,
andarmene
(Pablo Neruda)
Sono le quattro meno dieci. Solo le quattro meno dieci. Io ho fame. Non so se riesco a resistere fino alle cinque. Ma chi se ne frega, vado a mangiare! Non posso proprio studiare con questi crampi. E poi basta, tutti questi pomeriggi sempre uguali: latino, greco, storia... Per non pensare alle mattine, tutte le mattine rinchiusa là dentro. Mi faccio una cioccolata in tazza, pane e marmellata e un po’ di biscottini con la nutella. Almeno quando mangio sto bene. Mi hanno detto di fumare quando ho voglia di mangiare, ma non è proprio la stessa cosa. Fumare è bello solo dopo una bella mangiata, quindi tanto vale.
Avere sedici anni e starsene chiusi in casa tutto il giorno, uscire solo per andare a scuola e studiare, studiare, studiare, ma che senso ha? Almeno uno che lavora quando torna a casa è libero, può uscire la sera, divertirsi, io neanche quello posso fare. E me ne sto qui a ingrassare ogni giorno di più, ogni mese di più. Per fortuna poi arriva l’estate! Quei mesi sono la liberazione. Adesso mi sembra quasi un sogno, io che nuoto nel mare azzurro sentendomi leggera e libera, esco dall’acqua e mi sdraio al sole senza più doveri, senza problemi. Ma è così lontana l’estate. Fuori è già buio. Cosa potrei mangiare ancora? Avrei voglia di cioccolatini.
Basta mangiare che ingrassi!
mi dice mia madre passando davanti alla porta della cucina. Come avrà fatto a vedere che mangiavo poi? Non c’è proprio più niente di dolce. Mi porterò di là un po’ di questi biscottini, anche se sono troppo normali senza neanche qualche pallina di zucchero o di cacao.
Torno in camera. Appoggio il piatto con i biscotti di fronte a me. Da cosa incomincio? Ci sarebbe storia che forse interroga e poi la versione che avevo iniziato prima. Tanto non riesco ad andare avanti. La copierò domani prima che suoni la campana. C’è sempre qualcuno che riesce a farla tutta. Quindi ho solo storia e matematica. Sì, faccio matematica, storia la tengo per dopo cena. Chissà cosa c’è per cena? Vado a chiederlo. Ma no, poi dicono che penso solo a mangiare. Sabato pomeriggio c’è quella festa e io non so ancora cosa mettermi. Dovrei comprarmi qualcosa di nuovo... Dio, come odio andare in giro per i negozi e provare e riprovare vestiti. Potrei ammalarmi, bè sì, fare finta, così per qualche giorno non vado a scuola ed evito la festa. Io odio le feste. Sono facili questi esercizi, forse finisco prima del previsto. Quasi quasi faccio una pausa, bevo un succo e telefono a Paola. Com’è lungo il pomeriggio!
Ci siamo. Eccomi arrivata. C’è questa musica orribile che dovrebbe essere da ballare, con questo suono sempre uguale. Giro un po’ nella penombra con Paola che mi segue. Ma lei freme dalla voglia di ballare. Vai pure, le dico, io mi siedo qui, bevo