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Analisi critica dell'articolo di Einstein_ITALIANO
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Ebook108 pages1 hour

Analisi critica dell'articolo di Einstein_ITALIANO

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About this ebook

In questo articolo del 1918, suo unico sul paradosso degli orologi, Einstein tenta di rifasare l’orologio rimasto indietro ricorrendo alla “induzione gravitazionale” che lui stesso ha introdotta nel campo gravitazionale con la Relatività Generale. Ma questo campo non esiste e, comunque, i numeri non tornano giusti in alcun modo.
LanguageItaliano
Release dateAug 11, 2015
ISBN9788891196811
Analisi critica dell'articolo di Einstein_ITALIANO

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    Analisi critica dell'articolo di Einstein_ITALIANO - Daniele Ronconi

    DANIELE RONCORONI-PENSA, GIULIO A. RONCORONI

    ANALISI CRITICA DELL’ARTICOLO DI EINSTEIN:

    Dialog uber Einwande gegen die Relativitatstheorie

    DIE NATURWISSENSCHAFTEN. 102 (1918): 697-702.

    © DANIELE RONCORONI-PENSA & GIULIO A. RONCORONI

    danieleroncoroni@tiscali.it - giulio.roncoroni@fastwebnet.it

    39 3389449388 --- 39 3332886441

    Titolo | Analisi critica dell’articolo di Einstein

    Autore | Daniele Ronconi-Pensa e Giulio Ronconi

    ISBN | 9788891196811

    Prima edizione digitale: 2015

    © Tutti i diritti riservati all’Autore

    Youcanprint Self-Publishing

    Via Roma 73 - 73039 Tricase (LE)

    info@youcanprint.it

    www.youcanprint.it

    Questo eBook non potrà formare oggetto di scambio, commercio, prestito e rivendita e non potrà essere in alcun modo diffuso senza il previo consenso scritto dell’autore.

    Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata costituisce violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla legge 633/1941.

    AD ETTORE MAJORANA ( CUGINO DI MIA MADRE

    E GRANDE INQUISITORE)

    CUI LA COSA E’SFUGGITA.

    INDICE

    C’E’ UN ARTICOLO

    INTRODUZIONE STORICA

    PREMESSE DI NATURA TEORICA

    A) CINEMATICA

    B) FISICA DELL’INDUZIONE

    PREMESSE DI NATURA OPERATIVA

    A) L’EVENTO SEMPLIFICATO

    B) QUANTIFICAZIONE DELL’EVENTO

    FIGURE DELL’EVENTO.

    FIG. 1 KA standing

    FIGG. 2,3, 4,5 K’B standing

    SVOLGIMENTO DEL PROGRAMMA

    (0) (RES NULLIUS)

    PRIMO MOTIVO DI NULLITA’ DELL’ARGOMENTAZIONE DI EINSTEIN

    SEZIONE PRIMA

    CONTRADDIZIONI NELLE CONTRAZIONI SPAZIALI

    SEZIONE SECONDA

    CONTRADDIZIONI NEI RALLENTAMENTI ORARI

    CALCOLO EINSTEIN-BORN

    SEZIONE TERZA

    INESISTENZA DEL CAMPO GRAVITAZIONALE

    CONCLUSIONE CRITICA

    CONCLUSIONE PROPOSITIVA

    INDICE DEI NOMI

    APPENDICI

    A) INCREDIBILI ERRORI NEL TESTO ORIGINALE

    B) UN APPUNTO DI CRONACA PERSONALE

    C) L’ARTICOLO DI EINSTEIN TRADOTTO DA WIKISOURCE

    C’E’ UN ARTICOLO…

    Nel n° 102 del Naturwissenschaften del 1918 c’è un articolo - pressoché sconosciuto, tradotto in inglese solo dopo il 1972 nelle Collected Papers of Albert Einstein - che è destinato ad assurgere ai più alti onori della cronaca scientifica come una pietra miliare nella storia della Fisica perché contiene la più chiara falsificazione della teoria della relatività di Einstein assolutamente incontrovertibile in quanto scritta da quelle stesse mani che nel 1905 con la: Elektrodynamik bewegter Korper negli Annalen der Physik avevano lanciata la stessa teoria. Si tratterà dell’unico caso nella storia in cui un intero paradigma divenuto ormai uno dei due pilastri su cui poggia l’intero edificio attuale della fisica, a lato della M.Q., risulterà falsificato dallo stesso autore che lo aveva eretto. O meglio – e qui sta l’interesse storico della vicenda – sarebbe stato falsificato sin da quel lontano 1918 se solo qualcuno dei professionisti della fisica si fosse preso la cura di analizzare con la dovuta attenzione l’intrico raffinato in cui l’Autore aveva nascosto la confessione del suo fallimento. E invece, ahi singolarità delle umane avventure, la comunità scientifica, ricadendo nei tanto derisi giuramenti scolastici in verba magistri, è rimasta per cento anni seduta su questo articolo reputato un solido scoglio senza accorgersi che invece esso è solo uno scafo vuoto che va alla deriva. D’altra parte, siccome si tratta di un documento scritto non ci sono incertezze; qualcuno prima o poi lo avrebbe scoperto e sbugiardato. Secondo alcune intuizioni di carattere storiografico già da tempo avanzate da Kuhn, il caso ha voluto che a occuparsene fosse uno sconosciuto outsider ingegnere di Roma.

    INTRODUZIONE STORICA.

    Le trasformazioni di Lorentz (TL) - da lui completate nel 1904 con un metodo costruttivo basato sulla fenomenologia nota, nell’ambito di una teoria di moto assoluto rispetto all’Etere cosmico - quantificano la previsione teorica, in seguito largamente suffragata dalla fenomenologia, di due fenomeni singolarissimi che avvengono nei corpi materiali (connessi, come ovviamente tutti i corpi in natura, da interazioni elettromagnetiche; i corpi materiali e non lo spazio o i sistemi astratti di coordinate come K,K’ ecc. ) in moto molto veloce rispetto all’Etere per cui: i) i corpi si contraggono nella direzione del moto e: ii) i moti locali sui detti corpi rallentano.

    Questi due fenomeni hanno l’effetto, tra l’altro, di ottenere l’invarianza delle equazioni di Maxwell tra i sistemi materiali in moto uniforme rispetto all’Etere, e con ciò forniscono la spiegazione della riscontrata e altrimenti incomprensibile costanza della misura della velocità c della luce. Va da sé che l’esistenza del riferimento assoluto Etere impone l’uso asimmetrico della TL tra corpi in moto reciproco e cioè impone di applicare la contrazione delle lunghezze e il rallentamento dei moti locali (o degli orologi che li realizzano) solo ai sistemi materiali che sono maggiormente in moto rispetto all’Etere e non mai viceversa. Questa teoria è del tutto esente da contraddizioni.

    Stanti però le difficoltà per le caratteristiche fisiche che andavano attribuite all’Etere, nel 1905 Einstein con un colpo di spugna, poi generalmente valutato come un colpo di genio - per altro molto supportato dalla fidanzata Maric e dall’ amico Besso - ha creduto di poter cancellare tout court l’Etere dalla visione del mondo instaurando una teoria di moto relativo in cui il riferimento fisso è indifferen-temente uno o l’altro dei due corpi in moto reciproco. Dovendo però ritrovare la TL reclamata dalla fenomenologia, ha pensato di porsi su un piano epistemologico superiore in cui, rovesciando (e deprezzando) il criterio costruttivo di Lorentz, ha posto l’invarianza di c in linea di principio in una teoria di moto relativo: la Relatività Ristretta RR, che nega l’esistenza del riferimento assoluto dell’Etere. Ma questo nuovo, così sbrigativo e apparentemente superiore, paradigma impone l’uso simmetrico della TL tra i sistemi in moto reciproco, cioè impone di attribuire le contrazioni spaziali e i rallentamenti orari indifferentemente all’uno o all’altro dei due sistemi a seconda di quale si sceglie come sistema di quiete. Questo però porta immediatamente a delle contraddizioni sia riguardo alla contrazione dei corpi sia riguardo al rallentamento degli orologi le quali falsificano la congettura relativistica che ne è la base ed esigono che essa venga abbandonata. Una congettura che porta a delle contraddizioni non dà luogo a nessuna teoria: ma solo a un insieme vuoto di parole.

    In situazioni analoghe, del tutto normali lungo i tornanti della storia della fisica, la congettura che porta alle contraddizioni – cioè l’assenza del riferimento assoluto con la conseguente relatività del moto e la simmetrizzazione della TL – sarebbe stata subito abbandonata per restare saldamente ancorati ad una teoria di moto assoluto nella quale occorreva individuare un nuovo riferimento universale che evitasse le difficoltà dell’Etere. Invece il fascino di vedere estesa

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