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Walter un pittore in carrozzina
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Ebook102 pages21 minutes

Walter un pittore in carrozzina

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Tra le varie forme di arti forse la scrittura è la più antica. Ad essa segue, come gemella, l’incisione su pietra e il dipinto nelle caverne e sulle rocce dai nostri antenati preistorici. Oggi la pittura, con i suoi colori e sfumature, ridisegna ogni cosa del creato in modo talmente eloquente da rimanerne stupefatti.

Walter è stato chiamato dai critici:

- Pittore lirico o il lirismo del colore

- poeta del paesaggio

- donazione generosa della serenità

- naturalismo poetico

- pennellata morbida e affettuosa

La storia di ogni artista, la sua ispirazione, la sua interiorità e la capacità di sviluppare un’arte genuina vanno misurati nella globalità della sua personalità e del suo vissuto. Qui si stempra il suo animo.
LanguageItaliano
Release dateOct 14, 2015
ISBN9788893069434
Walter un pittore in carrozzina

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    Walter un pittore in carrozzina - Umberto Manini

    ricordo

    Walter UN PITTORE IN CARROZZINA

    La malattia vinta dal sorriso e dalla pace interiore

    Walter e Umberto: cugini e amici inseparabili

    Cimitero di Carobbio, 29 luglio 1993 ore 17

    Assistere alla sepoltura di una persona cara è quanto mai angosciante e sconvolgente; il nostro cuore è trapassato da brividi gelati e vive l’inerzia di chi si sente un nulla.

    Il nostro spirito, in quel momento terribile, che nessuno vorrebbe mai provare, perché destabilizzante, cerca di librarsi dalla terra al cielo, nella speranza che qualcosa dia conforto al turbinìo dei pensieri che si affollano nel profondo intimo.

    Così, in quel pomeriggio assolato, dopo la melodiosa liturgia funebre nella Chiesa, e l’accompagnamento in lunga fila col canto del Miserere, assistetti alla deposizione lenta e silenziosa di una bara dentro un loculo del nostro cimitero a Carobbio, circondato da una marea di persone.

    Dentro quella bara, dal colore chiaro e ricoperta internamente di velluto, giaceva immobile e per sempre, nel suo abito da festa, il mio più caro cugino e amico Walter Manini.

    I miei occhi si posavano su di lui e la mente correva incredula, quasi a chiedergli: Ora ci lasci per sempre? Ma è proprio vero? Non rivedremo più né gusteremo il tuo sorriso, il tuo volto soave, la tua dolce pace interiore che rasserenava anche i nostri cuori induriti, sempre agitati di persone che, pur nella salute, si mostravano sempre inquieti? Il nostro mondo vissuto insieme finiva quì; nel cemento freddo di un cimitero? Non ci doveva essere un ulteriore futuro?

    Cosa sarà di te ora che le ombre oscure della Morte ti avvolgono e il sole del giorno terreno più non ti riscalda?

    Quale tristezza e quale voglia di piangere in questo momento! Ma tu, Walter, nel silenzio di mistero, mi davi la forza di non piangere perché il pianto sarebbe stato inutile! Sarebbe stato una vanità dell’esistere! Non ti avrebbe fatto risorgere! Non lo avresti concepito! Perché tu il pianto non lo conoscevi! Tu eri

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