Banche & Vanghe
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Book preview
Banche & Vanghe - Davide M. De Crescenzi
© goWare con FIRSTonline
Gennaio 2014, prima edizione digitale
ISBN 978-88-6797-141-1
Redazione: Alice Mazzoni
Copertina: Lorenzo Puliti
Sviluppo ePub: Elisa Baglioni
goWare è una startup fiorentina specializzata in digital publishing
Fateci avere i vostri commenti a: info@goware-apps.it
Blogger e giornalisti possono richiedere una copia saggio a Maria Ranieri: mari@goware-apps.com
Made in Florence on a Mac
Quando è stato possibile le illustrazioni sono state tratte da Wikipedia Commons e da altre risorse Creative Commons. Negli altri casi l’editore è a disposizione degli aventi diritto con i quali non gli è stato possibile comunicare, nonché per eventuali involontarie omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti dei brani riprodotti nel presente volume.
La stesura del testo tra i due autori è così ripartita:
Corsini e De Crescenzi, capitoli 2, 6, 8, 9
Corsini, capitoli 3, 5, 7
De Crescenzi, capitoli 1, 4
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Presentazione
Le banche sono a una svolta... sono alla fine dei loro giorni. Tutto nel 2014 sarà europeo e sistemico e anche le banche locali, come le BCC, dovranno evolvere in sistema per essere europee. Come arrivano le BCC a questo appuntamento? Il sistema si lascia dietro un’eredità pesante: il territorio non potrà più essere un campo da vangare
, come è avvenuto con finanziamenti impropri e inopportuni a imprenditori che hanno messo mattoni in posti improbabili e lanciato avventure nel campo ecologico, finite nelle braccia delle ecomafie. Le banche locali, come le abbiamo conosciute finora, spariranno e dovranno aggregarsi per sopravvivere.
Questo ebook, redatto da due esperti del sistema bancario territoriale, affronta concretamente le sfide che le banche del territorio dovranno fronteggiare subito. Un ebook che si può leggere, insieme al suo gemello simbiotico, Vanghe & Banche, come un viaggio dal passato al presente e dal presente al futuro. Lo stesso viaggio che suggeriscono gli specchi deformanti che Alice incontra nel Paese delle meraviglie e che le fanno scoprire forme e dimensioni di continuo cangianti.
Senz’altro: dalle banche vedremo meraviglie cangianti.
Davide M. De Crescenzi vive a Roma dove ha insegnato per anni presso gli istituti tecnici e commerciali. Amante di jazz e di Murakami, è ora in pensione ed è articolista e scrittore per diletto ma non perciò meno attento e appassionato. È autore di numerosi scritti in materia bancaria e finanziaria che esprimono il disagio di fasce crescenti di popolazione che subiscono sulla propria pelle gli impatti della crisi finanziaria ed economica. Ammira i Pink Floyd perché hanno trovato il coraggio di esplorare la faccia nascosta della Luna (The dark side of the Moon). Per questo ha scelto come suo avatar l’immagine rielaborata di quel famoso album.
Daniele Corsini è maremmano di nascita e fiorentino di adozione. Ha lavorato 33 (diconsi trentatré) anni in Banca d’Italia occupandosi di vigilanza creditizia e di internal audit, per poi dedicarsi all’outsourcing, parola difficile che significa produzione e vendita di servizi informatici, di pagamento e altro a banche e imprese. Ha insegnato e ha scritto libri sul sistema bancario italiano, relativamente al quale ha maturato la convinzione che, facendo tesoro della crisi, non possa rinviare oltre la propria rigenerazione, pena il suo ulteriore ridimensionamento nell’ambito dell’industria bancaria europea.
Panoramica
Le sfide di oggi
Numerosi eventi hanno agitato la calma apparente del sistema bancario e finanziario italiano nel 2013, anno cruciale perché segna l’avvio del cammino verso la terra promessa del Banking Union e della SEPA (Single Euro Payments Area/Area unica dei pagamenti in euro). L’acuirsi del credit crunch, la crisi del MPS (Monte dei Paschi di Siena), della Carige, della Banca Marche e di tante banche locali, la cui amministrazione e il cui impiego delle risorse sono stati demandati a dirigenti spesso non in grado di occuparsene, hanno suscitato apprensione e preoccupazione nell’opinione pubblica per i propri risparmi.
Sull’altro versante – quello delle regole e dei controlli – numerose sono state le banche commissariate nelle aree geografiche della terza e quarta Italia, di solito per gravi irregolarità nella gestione, e che hanno finito per intaccare pesantemente le capacità reddituali e i livelli patrimoniali. Parimenti registriamo il tentativo di aggiustare i guasti con le regole – nuove o vecchie che siano – con un atteggiamento illuministico e fideistico che in modo deterministico fa seguire, alla creazione dei principi e delle regole, la sua implementazione. È come assicurarsi il passaggio dal buio alla luce.
Ciò si è tradotto nell’immissione nell’ordinamento di ulteriori presidi in tema di trasparenza di servizi di pagamento, antiriciclaggio e misure di limitazioni del contante, anticipi a stralcio della normativa di Basilea III, rifacimento di una importante parte delle istruzioni di vigilanza sui controlli nelle banche, sull’outsourcing, sull’ICT, sulla prevenzione dei conflitti di interesse e delle operazioni con parti correlate. L’ondata normativa è avvenuta con crescente progressione a mano a mano che la situazione si aggravava in termini di caduta del reddito bancario e aumento delle perdite su crediti. Un’attività instancabile che però non è scevra da dubbi e incertezze sull’efficacia ai fini del sostegno del nostro sistema creditizio, se come sembra i problemi più gravi da affrontare sono di natura strutturale. Gli autori di queste note hanno preferito questa semantica quale paradigma di analisi del sistema creditizio e finanziario che si presenta oggi sovradimensionato e in notevole affanno rispetto alle potenzialità di crescita del sistema industriale italiano ormai fermo da un po’ di anni.
La banca privata
L’Italia scopre la banca privata quale ossatura portante del sistema relativamente tardi con la consacrazione del principio della banca come impresa negli anni Novanta ed essenzialmente con il TUB (Testo Unico Bancario) del 1993. E come spesso c’è capitato e con una punta di arroganza abbiamo pensato che avessimo imbarcato un principio guida fondamentale cui affidare il destino del rapporto – in verità, storicamente molto fragile – tra banca e impresa.
Il modello privatistico è parso la panacea a tanti difetti del nostro sistema finanziario dimenticando che l’attività bancaria come tutte le altre ha le sue fasi di crisi, di recupero ed espansione. In una sola volta abbiamo anche tralasciato l’insegnamento della storia che le crisi bancarie hanno molte volte natura sistemica e che per uscire dai default a grappoli di tante istituzioni spesso si è fatto ricorso a nazionalizzazioni delle banche e a forti ondate di ristrutturazione per consolidare il sistema e metterlo in grado di ripartire.
Una visione molto cupa e forse eccessiva oggi, ma in Italia fino a pochi anni fa erano in molti a ritenere che vi fosse spazio per il ritorno delle banche pubbliche per le tante malefatte di banchieri corrotti e per i numerosi scandali avvenuti durante tutto il dopoguerra: da Sindona a Calvi e ad altri minori ma non meno devastanti.
E quindi è inevitabile trattare di banche e di regole insieme e in termini dinamici e non statici. I temi scelti nella rassegna che presentiamo non sono dunque casuali ma formano una visione d’insieme del sistema con le sue difficoltà (numerose) e i suoi punti di forza (pochi). Prendere atto di questa situazione aiuta perché come accade nei derby calcistici, non vince quasi mai la squadra migliore, ma quella che meglio sa sfruttare le opportunità e gli errori altrui a condizione che sia consapevole dei propri limiti ed errori.
Scorriamo la sequenza degli argomenti come in un’immaginaria partita tra l’attuale e il futuro del nostro sistema bancario con noi che cerchiamo di ritagliarci la parte di arbitri di un conflitto non semplice da contenere, da risolvere. Nel primo tempo vi sono le ragioni della crisi bancaria nel nostro paese che è diversa dalla crisi della finanza internazionale ed è diversa persino da sistemi come quello spagnolo che hanno sperimentato i default bancari con un certo anticipo rispetto a quello che ora sta accadendo in Italia. In Italia la crisi è molto lenta, è legata a conflitti d’interesse di natura locale ed è pervicacemente collegata al settore immobiliare ove la bolla dei prezzi ha innescato la corsa al mutuo facile per dare a tutti la seconda casa.
Perché ci interessa da vicino un discorso che va in profondità come quello del Governatore spagnolo di qualche tempo fa? Perché, fatte alcune debite proporzioni e riconosciuto che alcune riforme radicali sono state introdotte nell’ordinamento bancario italiano nel corso degli anni Novanta, con lo scopo di ridurre la frammentazione del sistema e promuoverne una maggiore imprenditorialità, le situazioni critiche che stanno emergendo con crescente frequenza tra