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Antifa: Storia contemporanea dell'antifascismo militante europeo
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Ebook118 pages1 hour

Antifa: Storia contemporanea dell'antifascismo militante europeo

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Dove e quando ebbe inizio il cammino di Alba dorata, il movimento neonazista greco che ha recentemente scosso l'immaginario della democratica Europa? Cosa ha permesso al Front national francese di divenire il partito più votato tra la classe operaia d'Oltralpe? Chi ha contribuito alle fortune elettorali dei neofascisti seguaci del defunto fuhrer austriaco Jorg Haider? Questo libro ripercorre le vicende europee legate alla prepotente rinascita del radicalismo di Destra all’indomani del crollo del muro di Berlino, ma soprattutto la storia misconosciuta di quei gruppi antifascisti che ad esso si contrapposero. Una guerra sotterranea, combattuta senza esclusione di colpi lontano dai riflettori dei Media e della politica mainstream. Antifa, Black block, Chasseurs... uno scontro sanguinoso per le strade del vecchio continente tra uomini, simboli e vessilli irriducibilmente antitetici nel cuore dell'attuale Europa globalizzata.
LanguageItaliano
Release dateOct 27, 2014
ISBN9788867180660
Antifa: Storia contemporanea dell'antifascismo militante europeo

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    Antifa - Valerio Gentili

    lotta

    PROLOGO

    Riempire il vuoto

    L’antifascismo militante tra le macerie della classe operaia

    Ho concepito Antifa come seguito ideale di Bastardi senza storia (Castelvecchi, 2011). Per questo la ricerca che segue si concentra su un tema appena accennato nel precedente lavoro e dà spazio alle vicende di quei gruppi antifascisti che, a partire dagli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso, hanno combattuto per le strade delle metropoli europee la prepotente rinascita della fenice bruna sullo sfondo di una crisi internazionale meno disastrosa ma per certi versi simile a quella che stiamo vivendo attualmente. In quegli anni, forieri di radicali trasformazioni internazionali, la Destra estrema riorganizzò le proprie fila attorno a un nuovo mantra: la battaglia contro l’immigrazione. Un discorso che, riportando all’ordine del giorno la bestemmia della «purezza della razza» e agitando la problematica di un confine all’interno del quale difendere la «Fortezza Europa», avrebbe ottenuto un grosso impatto mediatico. Classi politiche sfiduciate e corrotte, insieme a una Sinistra in preda a una pesante crisi d’identità, fecero il resto. La suadente retorica della Destra radicale, il suo messaggio semplificatore e marginante, parlava alla pancia dei popoli europei un linguaggio che finì ben presto per sedurre fette consistenti di ceti medi impoveriti e classe operaia orfana di ideali. Mentre il novello socialismo escludente dell’estrema Destra rivendicava casa, lavoro e servizi per i popoli autoctoni, chiusura e difesa dei confini e recupero dei miti mobilitanti della tradizione, redivive squadre d’assalto ingaggiavano una guerra senza esclusione di colpi per il controllo delle strade. Nuovi aspiranti führer, intanto, si ergevano a difensori delle virtù

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