Note di gonna (quando il jazz lo suona lei)
Descrizione
Parola dunque ai musicisti, esordienti e affermati, e alla comunità di riferimento, dai critici ai tecnici di registrazione, dai manager agli organizzatori di eventi, per far luce su una realtà artistica che non conosce stasi creativa, e capace di proiettare significati alti, ma che si possono riscontrare anche nella vita di ogni giorno.
In questo episodio d’apertura l’argomento trattato è la condizione delle musiciste in un ambito storicamente di natura maschile. Tra i jazzisti esiste ancora discriminazione nei confronti delle colleghe donne? Il pubblico si trova spiazzato davanti a una donna che sul palco suona la batteria o il contrabbasso?
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Ringraziamenti
I. Introduzione: Quando il jazz lo suona lei
Paolo Conte, nella sua Sotto le stelle del jazz
, cantava «le donne odiavano il jazz, non si capisce il motivo». Erano gli anni Ottanta, e il mondo viveva un’altra realtà. Le donne erano avulse dall’ambiente jazzistico per un fattore prettamente storico e culturale, e anche perché si è sempre trattato di una musica cresciuta e forgiata in posti poco raccomandabili e, soprattutto, frequentati da una società decisamente maschilista. In seguito sono cambiate molte cose, lo scenario jazz femminile ha iniziato a fermentare, la passione e la preparazione delle musiciste ha raggiunto livelli assoluti.
Questo ha portato a un aumento esponenziale anche della presenza di donne tra il pubblico, e dovrebbe risultare anacronistico, mentre scorrono veloci gli anni Duemila, parlare - in qualsiasi ambito e situazione sociale - della distinzione tra sessi. In Italia però, e nello specifico nell’ambiente musicale che fa riferimento all’area jazzistica, una certa discriminazione ancora serpeggia, tra il pubblico, gli addetti ai lavori e tra gli stessi musicisti. Alcune diffidenze continuano ad affiorare nel caso, per esempio, di contrabbassiste o batteriste, e relegano la musicista donna a svolgere ruoli spesso di secondaria importanza, riducendone così la visibilità mediatica e l’importanza storica che le andrebbe tributata.
L’Olimpo del jazz è un luogo che è stato per anni riservato esclusivamente ai personaggi di sesso maschile, che hanno fatto la storia di questa musica, cementificando nel tempo una figura delineata e quasi inscalfibile. Le donne, nonostante l’elevato tasso tecnico ed espressivo che sono riuscite a produrre, hanno stentato a trovare un proprio stato di riconoscibilità capace di smarcarle da alcuni stereotipi, come quello radicato della cantante da jazz club in abito da sera, che sono rimasti per lungo tempo, e come unici esempi plausibili, impressi nell’immaginario comune.
Certo è che il vento, con il passare degli anni, un po’ è cambiato, anche per via delle sostanziali variazioni sociali che si sono succedute e per le numerose, e rilevanti, figure femminili che nel frattempo sono riuscite a mettersi in luce nell’emisfero jazzistico. Anche il Parlamento Europeo si è espresso riguardo alla parità di trattamento e di accesso tra uomini e donne nelle arti e nello spettacolo (European Parliament Resolution del 10 marzo 2009 / Equality Of Treatment And Access For Men And Women In The Performing Arts
); questo a testimoniare che nei fatti quotidiani qualcosa si sta