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Racconti brevi
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Ebook59 pages1 hour

Racconti brevi

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Un'opera prima di una scrittrice che fa delle parole la spada e lo scudo che le servono per affrontare il suo mondo. Una raccolta di racconti brevi che innescano nella mente del lettore suggestioni tipiche di un romanzo di grande respiro. La semplice lettura di questi racconti è una "full immersion" in un'anima che ci sembra di conoscere da sempre e avere accanto ogni giorno.
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateJun 3, 2014
ISBN9788891144119
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    Racconti brevi - Simona Merlo

    Settimanalmente

    Cosa vuole che le dica? Eravamo in tre, sempre in tre: lui, io e la sua donna. Non c’era, ma era come se fosse con noi. Lei si chiederà: Ma come avrà fatto a non decidere?.

    Eppure lo ha fatto. Così, semplicemente, senza domandarsi e poi? E domani?

    O forse se lo chiedeva, ma non per me, no: per lei. L’altra che non contava abbastanza, ma che non si poteva deludere.

    L’altra che doveva sempre essere tenuta in equilibrio: mai troppo, né troppo poco. L’altra con cui non si andava a vivere insieme ma con cui si costruivano i giorni, le settimane, i mesi.

    La storia è piuttosto semplice, direi quasi banale, se non fosse per questa sofferenza continua dettata dalla domanda: ma io cosa voglio dalla vita? e dalla conseguente risposta: di certo non voglio scegliere.

    In effetti, alla fine, non ha scelto o anche non scegliere è una scelta? Me lo dica lei.

    Si, ha ragione: come potrebbe se ancora non le ho raccontato proprio nulla. Ho fatto un preambolo, come nei libri importanti o nei film con una trama intrecciata; l’ho fatto perché a raccontarle dei fatti nudi e crudi mi sentirei stupida.

    Non ricordo quando l’ho conosciuto, mi sembra più o meno 6 anni fa. Amici di quelli che sanno esserci l’un per l’altra. Amici anche se non si vedono mai né sentono spesso. Eppure coltivano quel filo, quel legame unico di confidenze, di promesse, di aiuto. Amici veri insomma.

    Anche allora lui era un duo: coppia. Lui e lei, o meglio, l’altra. Lui-singolo, allegro e vivace; lui-duo, pacato e contenuto. L’altra? Insignificante. Muta o di poche parole. Zero espressioni, zero empatia. Ma anche lei, l’altra era duo. Io invece? Io sempre Io. Sola o con chi non volevo. Sola o con chi volevo.

    Ma forse è stato questo il problema: ho creduto che il mio volere fosse compatibile perfettamente col suo, se non addirittura stimolato. Lui-duo era sempre di più lui-singolo. Verso di me, per me, con me. Amici? Non più. Una lenta evoluzione. S’immagini: quattro anni per capire se io ero effettivamente lei.

    E così sembrava: una confusione di lei e l’altra. Chi era lei-duo e chi l’altra? Ma badi bene: qui è solo confusione e pentimento non di azione ma di pensiero. Neanche un bacio. Una carezza. Sesso. No: io ero lei in quanto idea di un duo perfetto.

    Mi chiederà ma perché non provare, non crearlo questo duo? Non si può: troppo facile. Non si può essere felici per quanto possibile. Non si deve esserlo. I sensi di colpa, il vittimismo, l’ansia, la routine: come si può trasformare una vita che non è la tua in una che senti forte, che ti appartiene? Emotivamente è un investimento devastante, uno tsunami di adrenalina e ormoni impossibile da reggere. Perché se poi va male? L’amore non è molto lontano da un investimento rischioso; senza certezze, senza conoscenza del futuro, nessuna garanzia soddisfatti o rimborsati, l’amore ti dipinge: colora chi sei dentro, evidenzia il tuo coraggio; sei tu davanti allo specchio e se guardi dentro i tuoi occhi, se ci riesci, sai chi vuoi amare o da chi essere amato.

    Ho perso il filo. Come sempre. Mi scusi. Cosa mi aveva chiesto? Ah già. Com’è iniziata la nostra storia.

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