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Sentieri
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Sentieri

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Distillare la realtà, bella o spiacevole, concreta o immaginata è prerogativa della poesia, che smonta il mondo del visibile per ricostruirlo rivestito di nuove immagini. Il tempo, il comunicare con gli altri, l’amore, l’amicizia, la bellezza, la forza della natura, le illusioni, le delusioni, il ricordo, le paure, la solitudine, le certezze concorrono a disegnare ‘Sentieri’, una raccolta di 138 poesie che colloca in primo piano un’umanità ricca di risorse. Gli uomini, benchè stanchi del lungo cammino, sono ancora sostenuti da scintille di passione e di speranza.
Loredana Marano ha individuato e raccolto i segni del tenace attaccamento alla vita, che brilla anche nei periodi storici meno fortunati. Si può credere nell’Uomo senza scadere nella vacuità di falsi ottimismi? Sì, se si parte dall’assunto che Bellezza e Bene sono mete a cui ci è dato di avvicinarci con aspra fatica e insieme. In tal senso il titolo, Sentieri, afferma il poeta Gianni Mazzei nella prefazione, è calzante in quanto l’opera vive di apertura e di luce, vive di movimento e inquietudini, come crescita però, non arbitrariamente distruttiva: la vecchia quercia sente il fluire di nuova vita, accetta altri germogli come innesti, ma senza la presunzione o il sogno d’infantile innocenza di essere sradicata per rinascere a verginale vita.
LanguageItaliano
Release dateSep 4, 2013
ISBN9788868554699
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    Sentieri - Loredana Marano

    Loredana Marano

    SENTIERI

    poesie

    Prefazione di Gianni Mazzei

    eXperire eDizioni

    Ut pictura, poesis; erit quae, si propius stes,

    te capiat magis, et quaedam, si longius abstes.

    La poesia è come la pittura: una ti colpisce da

    vicino, l’altra da lontano.

    Orazio, Ars poetica, vv. 361-362

    In copertina:

    Testa di fanciulla (detta La Scapigliata), di Leonardo da Vinci, 1508 circa, Galleria nazionale di Parma.

    Prefazione

    Due cifre stilistiche altissime del mondo romano, di cui Loredana   Marano si nutre in pensieri e umori quotidiani, la concinnitas di Cicerone e la variatio di Tacito, se tra loro irrelate, non rappresentano quel mirabile equilibrio di civiltà che Roma fu e trasmise, nei valori, al mondo occidentale.

    Da solo la concinnitas ci consegna armonia, compiutezza, comprensione di orizzonte, ma si rischia di vederlo vuoto, senza l’inquietudine del singolo, la sua libertà, senza il procedere, a fatica a volte, altre volte anche incomprensibile, ma sempre esemplare dell’accettazione consapevole della fatica umana. E, di rimando, la variatio ci dà certo la passione, gli imprevisti della vita, la sua ricchezza, ma ci sfugge un significato in cui dargli quiete e senso, per trasmetterlo, in valori al futuro.

    Loredana Marano, con operazione sapiente e fine, ha saputo mettere insieme, nell’orchestrazione della sua poetica, queste due entità, rendendole funzionali ad un dire che ha voce nuova e di grande sensibilità nella lirica italiana, sfuggendo essa a qualsiasi scuola e a qualsiasi genere, avendo in sé l’alto lirismo amoroso, l’afflato metafisico, l’indignatio morale e l’accento civile.

    A cominciare dalla struttura stessa di ogni componimento. Esso, pur non seguendo le leggi classiche della canzone, al di là dall’uso della metrica o meno e al di là della rima o meno, ne conserva lo spirito narrativo e propositivo, con intimo ritmo musicale, esprimendosi la poetessa in iniziali slarghi paesaggistici o dell’animo, in sequenze musicali di ampio respiro, per chiudersi poi negli ultimi versi (a volte tale distinzione si nota anche nella dualità delle strofe, una più lunga e l’altra più corta), perentori e decisi, che non ammettono replica, come decisione che però non porta ambascia o assurdità, ma è consustanziata al ritmo della vita stessa.

    Pare di assistere, plasticamente, all’aprirsi di un suono ampio di fisarmonica che delinea grandi movimenti e scenari e poi, a fulminea (per passaggi intermedi cancellati) cesura che chiude il tutto, ma senza rimpianti inutili o assurdità metafisiche.

    Così si dica delle tematiche della poesia e della ideologia sottesa ad esse. La poetessa canta l’amore, in questo libro affascinante e di fresca luce, nelle sue diverse accezioni che poi si raggrumano nell’essenza stessa del vivere:   la natura, l’appartenenza, l’amicizia,

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