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Maria Callas. Album "leggendari" - Norma
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Ebook46 pages34 minutes

Maria Callas. Album "leggendari" - Norma

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Non si tratta di una biografia canonica della celebre soprano, ma di uno studio su un dettaglio bizzarro della sua vita. Per anni si disse (e lo si fa ancora) che la Callas inghiottì un verme solitario per portare a termine una straordinaria dieta, che la vide perdere 28 chili in un paio d'anni. Una leggenda metropolitana tra le più celebri del panorama musicale.

Il libretto spiega la genesi della leggenda, il contesto sociale e storico nel quale si è sviluppata, e offre al lettore gli strumenti per farsi un'idea della vicenda scevra di pregiudizi.

In coda una panoramica su una delle opere che le interpretazioni della Callas ha riportato in auge: "Norma" di Vincenzo Bellini, con la sua aria "Casta diva" che divenne il marchio di fabbrica della soprano.

Si tratta del primo capitolo di una serie intitolata "Album leggendari" che si svilupperà nel corso dei prossimi anni, e che andrà a illustrare una leggenda metropolitana legata ad un artista o gruppo, e a un disco legato a essa o che è rimasto nella storia della musica.
LanguageItaliano
PublisherFabio Caironi
Release dateMar 20, 2013
ISBN9788867557080
Maria Callas. Album "leggendari" - Norma

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    Maria Callas. Album "leggendari" - Norma - Fabio Caironi

    solitario.

    SOMMARIO

    MARIA CALLAS E IL VERME SOLITARIO

    IL CONTESTO

    LE VOCI

    CONCLUSIONE

    ALBUM LEGGENDARI – NORMA (1955)

    FONTI CONSULTATE

    MARIA CALLAS E IL VERME SOLITARIO

    Ti ricordi? Appena l'anno scorso, con quella mole sembrava un bue. La replica: Un ippopotamo, direi, assolutamente inguardabile. È la giornalista e scrittrice Camilla Cederna a riportare questo dialogo colmo di eleganza, soprattutto se si considera l'oggetto delle esternazioni dei due uomini: Maria Callas, la divina. Era la fine del 1953, e il soprano di origine greca stava compiendo una sorprendente metamorfosi fisica. Da elefante a libellula, da balena a farfalla.

    Fino a quel momento il pubblico dei teatri d'opera si era diviso nel giudicare la qualità della voce della soprano, ma era stato concorde nel biasimare quei novanta chili di carne marron scuro, che invano la sartoria teatrale aveva tentato di snellire per mezzo di busti e di cupi drappeggi. Un'interprete, la Callas, che aveva impressionato più con la voce che con l'aspetto.

    Poi la trasformazione. Radicale, sorprendente. Quando si ripresentò alla Scala per lo spettacolo di apertura del 7 dicembre 1954 (l’opera era Vestale di Spontini), la Callas pesava solo sessanta chili. Un terzo di quel suo corpo così discusso (Le gambe erano colonne, i fianchi vastissimi, massicce le braccia, il petto sproporzionato al tutto scriveva la Cederna) si era dissolto nell'aria. Come aveva fatto?

    Fu un vero caso giornalistico, che sarebbe difficile da immaginare persino oggi. Si moltiplicarono le fotografie sui rotocalchi della nuova linea da pin-up della Callas, del suo bel corpo (polpacci a parte) fasciato da abiti eleganti e attillati, dei suoi 59 centimetri di giro vita. Immagini che stridevano accanto a quelle di pochi anni prima, che mostravano una carnosa (e poco affascinante) ragazza greca, dal fisico massiccio e con scarso charme.

    Con quella nuova silhouette tanto drammatica (e adatta a impersonare molte tragiche eroine liriche) le sue quotazioni salirono. Le case di prodotti dimagranti la tentarono (invano) promettendole grandi cifre affinché attribuisse ai loro rimedi il miracolo. Perché tale lo considerava una buona fetta dell’opinione pubblica. Ne fu probabilmente sorpreso anche chi conosceva Maria Kalogeropoulos fin dall'infanzia. Alla nascita, la futura divina pesava oltre cinque chili e mezzo. L'ostetrico che assistette mamma Evangelia durante il parto pare abbia detto della neonata: È grande e alta come un agnello. Da agnello, a ippopotamo, a farfalla. Grazie a un verme? Lo vedremo dopo.

    PANTAGRUEL DELLA LIRICA?

    La voracità di Maria Callas (i genitori cambiarono il cognome, troppo greco per integrarsi a New York, poco dopo la nascita della figliola prodigio) divenne addirittura leggendaria. La madre raccolta di averla sorpresa mentre trangugiava un salamino. Nonostante avesse solo poche settimane di vita alle spalle, non ci fu verso di strapparglielo dalle manine. Da quel momento, a sentire la genitrice, la poppante alternò il biberon a biscotti e salumi. Sarà vero? "Non esiste bambino al mondo che non ispiri le

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