Lav'ora
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Anteprima del libro
Lav'ora - Marco Brutti
collana La Cassetta degli Attrezzi
Marco Brutti
Paolo Manocchi
Francesco Vernelli
Lav'ora
Strumenti per la crescita personale e la ricerca attiva del lavoro
2014 Remix Edizioni
Prima edizione marzo 2014
www.remixedizioni.it
Foto di copertina
Francesco Vernelli
INDICE
INTRODUZIONE 6
1. GLI STRUMENTI DEL CAMBIAMENTO 10
1.1 Aspetti pratici di neuroscienze 10
1.2 Come funziona il cervello 13
2. GLI OBIETTIVI 20
2.1 Sapere dove andare 20
2.2 Le 5 facce dell'obiettivo 22
2.3 Le strategie da applicare 29
2.4 La correzione al rialzo 31
2.5 Il benchmarking 35
2.6 Il modellamento 40
3. LE TECNICHE DI PENSIERO 46
3.1 Il pensiero logico 47
3.2 Il Future Perfect Thinking 50
3.3 Il Pensiero Creativo 53
3.4 La Mappa Mentale 59
3.5 Svita il tappo: il pensiero limitante 61
3.6 Affrontare la paura e la sconfitta 74
3.7 Andare oltre 78
4. LE TECNICHE NON CONVENZIONALI 80
4.1 Dal (Video) Curriculum all'Elevator Pitch 81
4.2 La Comunicazione Interpersonale Vincente 85
4.3 La Gestione Effettiva del Tempo 104
4.4 I Social Network 111
4.5 Networking 116
4.6 Storytelling 126
4.7 Facebook, Linkedin, Twitter 130
4.8 Prepararsi da atleta 135
5. IL CASO E LA GENIALITA' 138
BIBLIOGRAFIA 142
GLI AUTORI 144
INTRODUZIONE
Cercare un lavoro è un lavoro. La differenza è che nessuno ti paga.
Non è esatto dire che non ci sia lavoro. Nonostante le statistiche dicano in maniera inequivocabile che i posti di lavoro in Italia sono calati, di lavoro ce n'è ancora molto, ma spesso è difficile sapere dove sia, ancora più spesso è difficile avere competenze adeguate per poterlo fare. Sono cambiate enormemente le modalità di accesso al lavoro e ancor più radicalmente è cambiato il paradigma secondo il quale c'è un datore di lavoro che ti assume e che ti dà uno stipendio. In questa società mutata rapidamente e che altrettanto rapidamente si è adagiata, adeguandosi alla situazione di crisi economica che la sta attraversando, occorre mettere in gioco, rispetto a quanto non accadeva soltanto fino a pochi anni fa, molte più qualità e competenze personali per non essere marginalizzati. Oggi si devono possedere capacità e competenze che prima non ci venivano richieste, e vanno elaborate e applicate in maniera innovativa. Serve una molteplicità di conoscenze e questo libro vuole aiutare a metterle insieme.
E' finito anche il tempo delle ricette
: oggi non è più sufficiente sapere come ci si prepara per un colloquio di lavoro, come si scrive un buon curriculum o a quali banche dati iscriversi. Il formatore americano Roger Wright dice che trovare lavoro non è un processo a taglia unica
, non è una ricetta che ognuno può applicare indistintamente e che va bene a tutti. Si può scrivere il curriculum migliore del mondo, sostenere il più brillante colloquio di lavoro, avere capelli perfetti e ottime qualifiche, ma non è detto che tutto questo basti. La sola domanda che conta è: come IO trovo lavoro?
.
Gli autori di questo libro la pensano esattamente allo stesso modo. Per questo motivo il libro vuole essere un manuale di crescita personale, perché essere persone migliori non solo migliora il mondo, ma contribuisce a alzare le probabilità di trovare una buona occupazione.
Formazione e occupazione sono facce della stessa medaglia. E' un compito non semplice orientarsi in questo campo e effettuare le scelte migliori, a partire da quale scuola superiore frequentare, a quale università iscriversi, a quali scegliere tra le molteplici attività formative (formali e non formali) presenti nella enorme offerta organizzata da Enti Pubblici e privati.
Ma la formazione oggi è intrinsecamente legata alla possibilità di accesso al mondo del lavoro, ed anche durante la carriera lavorativa sono fondamentali i processi di aggiornamento e di acquisizione di nuove competenze.
Essere competitivi oggi, in qualsiasi settore, comporta il possesso di una serie variegata di requisiti e competenze che vanno sapientemente elaborate ed utilizzate in maniera molto diversa da quanto succedeva fino a poco tempo fa.
I contenuti di questo libro sono il frutto dell' esperienza ultraventennale degli autori sui temi legati alla comunicazione efficace, all'orientamento formativo e professionale e alle politiche a favore dei giovani. L'approccio è multidisciplinare, nel senso che gli autori fanno riferimento a teorie elaborate da importanti studiosi di varie discipline, dalla Scienza e Psicologia dell'Organizzazione alla Psicologia Comportamentista, dalla Sociologia alla Scienza della Comunicazione.
Questo testo ha un carattere generale, nel senso che ha l'obiettivo di fornire una panoramica generale sulle tecniche di miglioramento personale da mettere in gioco nella ricerca di una occupazione, nell'individuazione dei percorsi formativi, nel percorso volto al miglioramento della propria posizione professionale. Le singole parti del testo sono perciò delineate in modo da offrire degli accenni che è possibile sviluppare anche attraverso l'aiuto delle fonti bibliografiche da cui, in parte, sono tratte.
Gli autori pensano che lo stile narrativo sia il più indicato per dare forma a un manuale di questo genere, perché una storia segna in maniera profonda, si comprende direttamente, arriva al fondo della coscienza. Per questo motivo nel corso del testo si trovano racconti, citazioni e aforismi tratti dalle più disparate fonti. Ma sono evidenziati in maniera particolare degli stralci estratti da tre interviste appositamente realizzate per questo libro. Abbiamo voluto chiedere aiuto a tre persone che, dal nostro punto di vista, rappresentano esperienze di successo. Successo inteso come raggiungimento di un proprio obiettivo significativo, non qualificabile attraverso i parametri della notorietà raggiunta o del denaro guadagnato. Semplicemente la capacità di usare quello che si ha a disposizione, limiti compresi, e di costruirvi attorno delle competenze e di utilizzarle al meglio.
Tre esperienze, dunque, in ambiti diversi. La prima esperienza è in campo sportivo, ed è quella di Lucia Morico, medaglia di bronzo nello Judo alle Olimpiadi di Atene del 2004. La seconda, relativa all'ambito imprenditoriale, è quella di Michele Luconi, socio fondatore di E-xtrategy, una delle internet company più innovative ed interessanti del settore. La terza è relativa all'ambito artistico e riguarda David Anzalone, in arte Zanza, attore comico, autore delle spettacolo Targato H
e del libro Handicappato e carogna
.
Speriamo che dagli stralci riportati nel libro possa emergere la profonda ricchezza delle esperienze e della vita di ognuno degli intervistati che per questo, oltre che per la loro disponibilità, non finiremo mai di ringraziare.
1. GLI STRUMENTI DEL CAMBIAMENTO
1.1 Aspetti pratici di neuroscienze
Per inventare e costruire le macchine, l'uomo si è ispirato direttamente al funzionamento del corpo umano e di quello degli animali. La macchina fotografica o la videocamera sono riproduzioni artificiali delle varie parti che compongono l'occhio, i diffusori acustici riproducono il timpano e gli altri organi dell'orecchio, per volare si sono costruiti gli aeroplani che si ispirano direttamente agli uccelli.
Tecnologia e biologia sono così intrinsecamente connessi che per migliorare la comprensione delle attività umane, torna utile descrivere il corpo umano come se fosse una macchina. Richard Bandler, il co-fondatore della programmazione Neuro Linguistica, paragona le persone a un autobus e ci invita a prendere confidenza con le tecniche di miglioramento personale dicendo che Tu sei su un autobus ma ti fai guidare da un'altra persona, impara a guidare il tuo autobus
. Continuando la metafora, possiamo affermare che il cervello, senza ombra di dubbio, rappresenta un computer. La metafora è così consueta che per anni abbiamo chiamato il computer cervello elettronico
ed è certo che la base della elaborazione delle informazioni trovi luogo nel cervello, così come la funzione di un computer sia quella di elaborare dati.
La psicologia comportamentista afferma che ci sia una base fisiologica per qualsiasi funzione mentale e vede il cervello come un apparato in grado di manipolare i simboli. Così come il computer, anche il cervello funziona in base a un sistema binario. Il sistema binario del computer è costituito da due numeri: zero e uno, cioè il passaggio o l'inibizione del passaggio del segnale elettrico. Il cervello invece opera, secondo questa teoria, attraverso un sistema binario costituito da pensieri e parole. In questo senso ogni informazione (input) è un simbolo il cui significato viene elaborato attraverso regole codificate, come se fossero dei calcoli matematici: il cervello è l'hardware all'interno del quale opera un software che elabora le informazioni che provengono dall'esterno.
Ma se è vero che esistono straordinarie analogie tra cervello e computer, perché limitarsi a descriverle e non invece a immaginare che davvero il nostro cervello possa essere usato esattamente come il nostro computer? Perché non imparare a dare input in maniera più direttamente collegata a quanto ci aspettiamo che esca come output? Perché non è possibile imparare a programmare
il computer che abbiamo il dono di possedere dentro la nostra scatola cranica? Conoscere alcuni dei meccanismi che regolano le nostre funzioni cerebrali ci consente di intervenire direttamente sui nostri stati mentali, sulle nostre capacità intellettive, sulle nostre risposte emotive al flusso degli eventi e, in ultima analisi, sulle nostre capacità di ottenere risultati nella vita quotidiana.
Dobbiamo tener presente che l'attuale potenza di elaborazione dei più moderni computer non può nemmeno lontanamente essere paragonata alla potenza del cervello. Basta ricordare che il cervello umano è composto da circa 100 miliardi di neuroni ed ogni neurone può stabilire connessioni con migliaia e migliaia di altri neuroni. Questi numeri dimensionano la capacità di elaborazione di un cervello umano in maniera enormemente lontana dalla attuale potenza di elaborazione dei più moderni processori elettronici. Sempre che i neuroni, che potremmo definire i mattoni
del cervello, possano essere legittimamente paragonati ai mattoni
di un processore.
La potenza di un processore è comprensibile, 100 miliardi di neuroni interconnessi migliaia di volte l’uno con l’altro determinano un numero che non riusciamo nemmeno a scrivere: dentro il nostro cranio abbiamo il dono di possedere una macchina di una potenza indescrivibile e che noi sappiamo governare soltanto in minima parte; cominciare a conoscerla meglio è già un buon inizio.
I neuroni sono cellule particolari perché, a differenza delle altre cellule, sono fatte per comunicare. Per questo motivo, all’estremità di ogni neurone c’è una sorta di lungo filamento che si chiama Assone, che ha il compito di trasmettere i messaggi agli altri neuroni. All’altro estremo del neurone ci sono i dendriti, che possiamo rappresentare come la chioma di un albero e che hanno il compito di ricevere i messaggi. Le connessioni tra neuroni sono chiamate sinapsi. Quello appena descritto è un modello molto semplificato dell’attività neurale ed ha l’unico obiettivo di sottolineare l’importanza delle connessioni.
Fino a pochi anni fa ci veniva insegnato che il cervello è sostanzialmente immodificabile, che una volta raggiunto il completo sviluppo, il cervello di un individuo non cambia, rimane pressoché identico. Anzi, a partire dai 25 anni circa di età, i neuroni cominciano a morire e non possono essere rimpiazzati, inizia quel lento declino che ci porterà, si spera più in là nel tempo possibile, al completo decadimento.
Nulla di più falso. Le più recenti ricerche di neuroscienze dimostrano che non è soltanto il numero di neuroni ad essere importante, ma soprattutto la loro capacità di creare connessioni e questa capacità, per nostra fortuna, può essere sviluppata.
La psicologa americana Tracey J. Shors ha studiato approfonditamente i meccanismi neurali che consentono alla mente l’apprendimento e la memoria. La scoperta che il cervello continua a produrre neuroni tutta la vita è relativamente recente dato che risale a poco più di dieci anni fa, e la Shors ha analizzato come i nuovi neuroni prodotti sono associati ai processi di apprendimento e memorizzazione. I suoi studi in laboratorio hanno dimostrato che l’apprendimento continuo mantiene vivi i neuroni. Nell’ippocampo, la parte del cervello localizzato nella zona mediale del lobo temporale e sede della memoria e dell’apprendimento, ogni giorno vengono prodotte migliaia di nuove cellule nervose. Tale produzione è influenzata da numerosi fattori: è stato dimostrato che l’abuso di alcol, di tabacco o droghe altera significativamente i livelli di produzione dei neuroni, ed inoltre le nuove cellule sono destinate a morire nell’arco di alcuni giorni se non vengono adeguatamente stimolate. Nel giro di un paio di settimane molti di questi neuroni appena nati sono destinati a morire, a meno che non ci si sforzi di imparare qualcosa di nuovo. L’imparare, specialmente se collegato a un grosso sforzo mentale, può mantenere in vita questi neuroni. Attivare la neuro genesi può aiutare a rallentare il declino cognitivo e a mantenere in salute il cervello. E mantenere in salute il cervello è un buon modo per aiutarci a raggiungere i nostri obiettivi. Il vecchio detto inglese use it o lose it
(o lo usi o lo perdi) è straordinariamente appropriato nel nostro caso: o usiamo
i nuovi neuroni che nascono quotidianamente nel nostro cervello tramite esercizi di memoria e di apprendimento, oppure li perderemo. E sarebbe un vero peccato.
L’apporto dell’ambiente è fondamentale, a partire dalla nascita stessa dei neuroni. L’origine delle cellule neurali infatti sta nella differenziazione