Quegli attimi di felicità
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Quegli attimi di felicità - Carlotta Orefice
brillare.
OGNI VITA HA IL SUO PERCHE’
Beati i bambini che non sanno ancora cos’è la vita. Piangono quando hanno fame, ridono quando metti le mani davanti agli occhi e poi ti mostri. Sono felici con poco: se la mamma li tende la mano, se vengono accarezzati o se li sorridi, sorridono anche loro come se la felicità fosse un sorriso regalato da chi ti ama. Forse a volte è anche cosi, io con i sorrisi e la pazienza dei miei genitori, sono cresciuta come i bambini felici che sorridono quando ti mostri ai loro occhi, con gli occhi di chi li sa amare veramente. Io sono nata in un mese dove la primavera patteggia con l’estate. Un mese di combattimento, dove si faa gara per chi deve essere lo scenario del sole. Io invece per guardare il mondo scelsi la sera, forse perché le stelle hanno più luce propria e sono dipendenti da un solo scenario. Carlotta è il nome che mi fù assegnato quel giorno da mia madre, per onorare la sua migliore amica. I primi mesi di vita non potrei ricordarli se non fosse perché mi vengono raccontanti ancora oggi. Era il mio quinto mese di vita, quando una semplice vaccinazione mi segnò la vita. Giorni dopo cerebralmente ero morta. Io mi definisco un fiore appassito per non essere melodrammatica, c’era invece chi mi definiva senza nessuna speranza, come se un fiore senz’acqua per molto tempo dovrebbe essere solo buttato