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Dialoghi sull'unità narrata nelle Scritture
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Ebook124 pages1 hour

Dialoghi sull'unità narrata nelle Scritture

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Insieme alla Verità e alla Bontà-Bellezza l'Unità è l'elemento che regge la stessa creazione e che in qualche modo esprime lo stesso Creatore. L'unità uomo-donna d'origine ed escatologica, attraverso il cammino della storia e delle Scritture esprime quanto di più vicino per analogia c'è al "Radicalmente Altro", citando un'espressione felice di K. Barth. Questi dialoghi si fondano sulla "scientificità" delle Scritture ovvero sulla loro precisione mai casuale nel descrivere i rapporti interni al creato e non solo. Come sempre ci avvaliamo sempre nella redazione anche della Tradizione che commenta e sostiene le Scritture stesse.
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateApr 23, 2015
ISBN9788867517152
Dialoghi sull'unità narrata nelle Scritture

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    Dialoghi sull'unità narrata nelle Scritture - Pierluigi Toso

    INTRODUZIONE

    Dopo i dialoghi di bellezza lasciati in pagine precedenti a queste, ho ritenuto inevitabile affrontare quanto avevo già ricercato nelle Scritture riguardo al sostegno della bellezza stessa ovvero l’unità. L’esempio più incredibile che ogni uomo ha di fronte, sia nella propria vita sia in quella di altri uomini e donne, è l’unità di matrimonio. Questa, espressione della relazione più profonda possibile tra uomo e donna, è spesso fragile, molte volte inesistente e raramente abbastanza solida e vera da sopportare le tentazioni della vita; ma è comunque l’esperienza di bellezza e di amore più coinvolgente che ogni essere umano può vivere. L’obiezione immediata a quanto appena affermato potrebbe essere la constatazione dell’esistenza di relazioni d’amore omosessuali, che non hanno dunque al loro interno quella differenza ontologica che rende possibile l’unità straordinaria di matrimonio. A tale obiezione rispondo fin d’ora sottolineando come le pagine di dialogo contenute in questo libro non eludono la questione, ma non ricercando altre verità d’unità, se non quelle teologiche e antropologiche espresse nelle Scritture, non ho indagato unità altre e mi sono limitato a rilevare come il giudizio sull’uomo spetti sempre a Dio e ad ogni coscienza umana nei confronti di se stessa. Questo credo sia il monito di Gesù quando consiglia alla folla che lo ascolta di non giudicare perché il giudizio rivolto verso gli altri è in realtà la misura con cui il presunto giudice sarà giudicato. In ogni caso, esistono eccezioni di bellezza all’unità uomo-donna che vedono l’uomo o la donna poter vivere una sorta di celibato, fin dalle origini, infatti, come nota Rashi nei suoi commenti alla Genesi, non è detto che l’uomo debba vivere a fianco ad una donna, ma che non è bene che sia solo.

    Forse avrei dovuto dedicare una riflessione più estesa all’unità d’amicizia, la quale non ha limiti sessuali né confini numerici, tanto che è in tale situazione che Gesù definisce la sua relazione con gli apostoli; però credo che l’esclusività dell’unione uomo-donna e il diventare una cosa sola in tale amore sia il miracolo più grande cui possano ambire gli uomini e le donne, un’ambizione che non tiene conto delle classi sociali e delle diversità d’ego poste dall’uomo da Adamo in poi. A questo punto diviene ineludibile affrontare il perché del moltiplicarsi di divorzi nel mondo contemporaneo, vista la straordinarietà del matrimonio. Una prima risposta la dà Gesù stesso, quando dice che l’uomo ha indurito il suo cuore e con un cuore siffatto la divisione è già in atto, mentre la seconda non può che rilevare come i matrimoni veri, consapevoli del salto ontologico che tale atto significa per gli sposi, sono pochissimi e serve appunto un miracolo di Dio per donare tale verità.

    Chiudo questa breve introduzione ricordando a chi legge come l’unità uomo-donna sia anche l’espressione più vera, seppur per analogia, dell’unità esistente in Dio stesso, quella rivelata dalle Scritture che vede una relazione d’amore intoccabile tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.

    PROLOGO

    (Adamo sta pensando all’uomo e la donna, dopo aver visto la Gioconda e dopo aver ascoltato discorsi di luoghi comuni sul magnete che porta alla ricerca d’unità tra l’uomo e la donna)

    Adamo: Uomo e donna…

    Arc. Gabriele: Ciao Adamo.

    Adamo: Ciao.

    Arc. Gabriele: So che sei appena tornato da Parigi.

    Adamo: Sì Gabriele. Sei ben informato.

    Arc. Gabriele: Un bel viaggio.

    Adamo: Proprio così Gabriele. Eppure…

    Arc. Gabriele: Eppure cosa Adamo?

    Adamo: Eppure la bellezza rimane ancora incompresa dalla mia vita.

    Arc. Gabriele: Cosa ti ha fatto ri-pensare dopo i giorni passati assieme?

    Adamo: Le riflessioni purtroppo sono ancora tante e nessuno specchio sembra suggerirmi le risposte giuste.

    Arc. Gabriele: Spiegati meglio.

    Adamo: Vedi Gabriele. Uscivo dal Louvre e avevo negli occhi l’immagine di quel quadro misterioso di Leonardo, quando delle voci hanno attratto la mia mente ed il dipinto è tornato appeso alla parete di museo alle mie spalle.

    Arc. Gabriele: Voci? Di cosa parlavano?

    Adamo: Dicevano parole o meglio espressioni del tipo: L’uomo è attratto dalla bellezza della donna, mentre la donna cerca l’intelligenza, per non parlare dei discorsi più poveri sulla ricerca del potere e del denaro.

    Arc. Gabriele: Non dovresti essere sorpreso da quanto ascoltato Adamo, ciò è solo il frutto del tuo gesto e di quello di tua moglie e quelle voci sono proprio lo specchio ingiusto che mi hai narrato poco fa.

    Adamo: Certo. Eppure la ragione…

    Arc. Gabriele: La ragione?

    Adamo: Sì, la ragione spegne quel riflesso che ti ho appena raccontato. Perché se l’uomo è attratto dalla superficie della donna non può essere intelligente, dunque la donna stessa, se cerca tale uomo, dimostra di non cercare realmente l’intelligenza e di non saper nemmeno riconoscerla.

    Arc. Gabriele: Hai ragione Adamo. Purtroppo pochi uomini e poche donne compiono tale passo di ragione e così non possono nemmeno cominciare il giorno che fra poco passeremo insieme.

    Adamo: Grazie Gabriele. Sono lusingato dalle tue parole.

    Arc. Gabriele: Non ringraziarmi. Ringrazia Chi mi ha inviato a te e la settimana di ricerca di bellezza passata insieme.

    Adamo: Va bene. Ora vado è tardi e ho bisogno di riflettere sulle parole che mi hai detto.

    Arc. Gabriele: Buonanotte Adamo.

    Adamo: Buonanotte?

    Arc. Gabriele: Bene, vedo che non hai perso la memoria. Bellanotte Adamo.

    Adamo: Ora ti riconosco. Buon… Bellanotte Gabriele.

    IL SOGNO DI ADAMO

    (Adamo sta camminando e riflettendo su quanto ascoltato, ma non trova pensieri nuovi e finisce con l’addormentarsi. Inizia un sogno in cui Adamo cammina lungo le rive osservando alcune anatre che nuotano, quando viene improvvisamente distratto dalle voci di due rabbini che stavano discutendo sul matrimonio o meglio sul divorzio. Il sogno continua fino al sorgere del sole, poi Adamo si sveglia)

    Adamo: È già giorno! Devo andare da Gabriele. Ho alcune domande da porgli grazie al sogno che ho fatto.

    Adamo si reca da Gabriele in un luogo…

    Arc. Gabriele: Eccoti, ti aspettavo.

    Adamo: Scommetto che non

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