Tutto è nella Rete. La Rete è nel tutto - Web nostrum 1
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Anteprima del libro
Tutto è nella Rete. La Rete è nel tutto - Web nostrum 1 - Glauco Benigni
© goWare
marzo 2015, prima edizione
ISBN 978-88-6797-322-4
Copertina: Lorenzo Puliti
Redazione: Giacomo Fontani
Sviluppo ePub: Elisa Baglioni
goWare è una startup fiorentina specializzata in digital publishing
Fateci avere i vostri commenti a: info@goware-apps.it
Blogger e giornalisti possono richiedere una copia saggio a Maria Ranieri: mariranieri@icloud.com
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Presentazione
Alcuni aspetti cruciali del mondo digitale, e del Web in particolare, restano in ombra rispetto al pur vivace dibattito ufficiale. Innanzitutto il fatto che la Rete è nata e cresciuta prepotentemente in una dimensione diversa da quella materica, fisica, visibile. Una dimensione che prima non esisteva, alla quale oggi si accede, come attraverso lo specchio di Alice. Una dimensione sempre/dovunque in cui: lo spazio delle azioni/reazioni copre ogni luogo del pianeta raggiunto dai flussi digitali; il tempo di accesso e riproduzione ai/dei contenuti tende a zero e la loro velocità di trasporto tende a infinito. Tutto ciò è stato reso possibile solo grazie ai numeri, alla potenza di calcolo e alla visione dei matematici. Tutto ciò però ha destato enormi problemi di governance globale, appetiti immensi da parte di finanzieri privi di etica e ha generato comunità transnazionali (YouTube, Facebook, YouPorn ecc.) che si comportano come Stati sovrani.
* * *
Glauco Benigni è giornalista e scrittore. Ha lavorato 20 anni a La Repubblica
, poi 15 anni in Rai. È autore-conduttore di programmi TV ed è stato consulente di grandi aziende (Eutelsat, Rai Trade, Sipra). Gestisce un canale YouTube e un blog. Tra i suoi libri: Re Media (1989), Apocalypse Murdoch (2003), YouTube. La storia (2008) e Gli angeli custodi del papa (2004, tradotto in diverse lingue).
Nota dell’autore
Questo libro non è stato scritto per i professionisti della Rete, né per gli accademici, e pertanto l’autore non ha voluto trattare la vasta materia in modo ortodosso. Alcune attività, cause, effetti, definizioni e pratiche sono volutamente descritte con paradossi e paragoni disinvolti, allo scopo di decodificare, per la massa dei cittadini del Web, questioni e linguaggi che altrimenti avrebbero richiesto estenuanti trattazioni.
[1]
Intro
Ecco... state leggendo un’altra opera che parla di Internet. Che guaio! Un altro saggio, scritto per giunta da un autore italiano, ovvero un appartenente a una comunità linguistica che ha poco a che fare con la tecnologia e molto più con l’alimentazione mediterranea e il bel canto? Ahi, ahi!
Un altro testo che solleva perplessità negli editori perché – dicono i loro esperti di marketing – «le storie della rete non si vendono»?
Un altro manuale che racconta e spiega quanto è bello e contemporaneo vivere molte ore della propria esistenza seduto di fronte a un monitor pigiando instancabilmente sulla tastiera e smaneggiando il mouse alla ricerca... alla ricerca! Un’altra cascata di scroscianti pensieri su questo assurdo viaggio nella nuova Babele, quasi sempre solitario, prevalentemente concesso alle nuove generazioni oppure a quei pochi esseri umani che hanno tenacemente lottato per rimanere costantemente aggiornati?
Un altro trattato pieno di parole anglo-americane, tecno-evocatorie, faticose da comprendere per il grande pubblico che dice di amare l’arte, la cultura e soprattutto lo sport?
Un altro pamphlet digitale che non fa ridere, che non serve a essere felici, a guadagnare denaro, a facilitare gli incontri d’amore e a mantenersi in buona salute?
E invece no!
L’intento di questa opera è proprio quello di evitare il salmodiare dei guru informatici, di divertire mentre si indaga la grande Rete cercando di svelare
e non di ri-velare
alcuni suoi segreti strutturali, che sono divenuti presto dei tabù e che non vengono abitualmente affrontati perché non conviene a chi, grazie alla Rete, ha creato il proprio ruolo e la propria eventuale professionalità.
Insomma: pur essendo una magnifica manifestazione dell’anima collettiva e dell’ingegno della specie umana, pur essendo la dimostrazione che il tempo e lo spazio digitale possono essere al servizio dell’evoluzione e della buona volontà, la Rete è anche un labirinto senza fine nella quale nuovi poteri occulti, come i doganieri di Rimbaud
pipa tra i denti, in pugno una lama,
calmi, senza problemi [...]
se ne vanno di notte, mastini al guinzaglio
a inscenar le loro terribili farse
e attraggono e accalappiano inconsapevoli internauti più o meno pronti ad affrontare i rischi che dalla frequentazione del Web derivano.
Scomodando Dante Alighieri si può ben dire infatti che la Rete per molti è una «selva oscura» nella quale è facile smarrire «la diritta via»; per altri è «quel secondo regno dove l’umano spirito si purga» e solo raramente, e per pochi, è un luogo in cui si vedono cose che fanno pensare alla «gloria di colui che tutto move».
In realtà questo testo potrebbe essere anche un giallo. Sotto gli occhi di tutti infatti è ormai evidente che si è compiuto un misfatto: qualcuno ha preso in ostaggio e sta lentamente torturando il sogno collettivo della libertà digitale. Ma chi è il colpevole?
Abilmente, con degli strumenti efficaci e invisibili, un certo numero di esseri umani (ma forse anche extraterrestri), raggruppati in consigli di amministrazione (i famigerati boards) di società aventi sigle accattivanti e ben promosse, dopo aver attratto con false promesse di libertà milioni e milioni di utenti, oggi li tengono alla macina col bastone e la carota, li usano, li ammassano di fronte agli schermi dei PC e dei cellulari, li organizzano in comunità di ogni genere e natura, li vendono e comprano in un mercato privo di regole, li scagliano contro i loro antagonisti nel corso delle loro guerre private.
Ormai se qualcuno digita il tuo nome sulla barra ricerche di Google e non compare niente... tu non esisti! Google è il tuo curriculum, l’archivio delle tue lettere di referenze e raccomandazioni, la tua carta d’identità, il tuo passaporto, la tua pagella con i voti... lo specchio digitalizzato in cui i molti frammenti della tua identità si ricompongono, spesso al di là della tua esile volontà come nel caso in cui ti viene negato il diritto all’oblio.
Di YouTube e Facebook poi non ne parliamo... o ti sforzi di esserci o ci finisci dentro tuo malgrado!
Quindi riconosciamolo: molto è cambiato nelle nostre vite e cambierà sempre più. Ma c’è una rotta?
Adelante, adelante
c’è qualcuno al volante
con due occhi che sembra un diavolo
(Francesco De Gregori)
[2]
Il big bang digitale
All’origine c’è il nulla-tutto