Nonna, ti spiego la crisi economica: Il Più Grande Crimine spiegato agli anziani, agli adolescenti e a persone del tutto digiune di economia
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Paolo: «No! Le tasse non sono mai servite a ripagare alcunché. Nonna! Ti ho detto che il debito dello Stato NON è pubblico, non insistere, non lo ripagavate con le tasse, non lo ripagavamo noi, e neppure lo Stato. Le tasse te le spiego fra un bel po’. Una cosa alla volta».
Nonna: «Sarà. Mah, è come se mi dicessi che lo zucchero è sempre stato salato, ma ti credo, tu hai studiato».
Quanto leggerete in questa simpatica conversazione vi farà scoprire che il debito pubblico (dello Stato) non è il debito dei cittadini bensì il loro credito, che le tasse non servono a finanziare lo Stato, e che l'Euro nasconde dietro di sé una truffa molto più grande di quello che sembra.
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Reviews for Nonna, ti spiego la crisi economica
2 ratings1 review
- Rating: 3 out of 5 stars3/5Testo abbastanza leggero e semplice da spiegare alla nonna, ma forse proprio per questo, secondo me, contiene omissis e imprecisioni.
Book preview
Nonna, ti spiego la crisi economica - Paolo Barnard
e-saggi
Nonna, ti spiego la crisi economica
di Paolo Rossi Barnard
© 2012 Paolo Rossi Barnard
Edizione digitale 2013 a cura di MABED
ISBN: 978-88-909069-3-0
www.paolobarnard.info
www.mabed.it
info@mabed.it
Il libro
Nonna: «Ah! E le tasse allora? Non è con le tasse che poi ci toccava di ripagare il debito pubblico? Sai quante tasse abbiamo pagato io e tuo nonno?».
Paolo: «No! Le tasse non sono mai servite a ripagare alcunché. Nonna! Ti ho detto che il debito dello Stato NON è pubblico, non insistere, non lo ripagavate con le tasse, non lo ripagavamo noi, e neppure lo Stato. Le tasse te le spiego fra un bel po’. Una cosa alla volta».
Nonna: «Sarà. Mah, è come se mi dicessi che lo zucchero è sempre stato salato, ma ti credo, tu hai studiato».
Quanto leggerete in questa simpatica conversazione vi farà scoprire, tra le altre cose, che il debito pubblico (dello Stato) non è il debito dei cittadini bensì il loro credito, che le tasse non servono a finanziare lo Stato, e che l’Euro nasconde dietro di sé una truffa molto più grande di quello che sembra.
L’Autore
Ecco come Paolo Barnard (a sinistra nella foto insieme a Lollo) si presenta: «Sono un giornalista, o forse lo sono stato, e come tale ho lavorato per innumerevoli testate nazionali fra quotidiani e periodici, come La Stampa, Il Manifesto, Il Corriere della Sera, Il Mattino, Il Secolo di Genova, La Repubblica, La Voce di Montanelli, Il Sabato, Chorus, Oggi, Avvenimenti e altri. Per la televisione in RAI con Samarcanda di Santoro durante la Guerra del Golfo (1991) e con Report per dieci anni, avendolo co-fondato (1994-2004). Per riviste di cultura come Micromega, Altrove, Golem del Sole 24 Ore, e per agenzie di stampa e testate online. Mi sono occupato soprattutto di politica estera. Mai assunto, mai contrattualizzato. Ho scritto libri su terrorismo internazionale, Palestina e Israele, e sull’umanizzazione della Medicina. Ho tenuto conferenze per anni in giro per l’Italia sui temi delle mie inchieste (quelle di Report, RAI) e sul mio impegno come attivista per un ‘mondo migliore’. Nella mia vita ho fatto forse più volontariato che giornalismo, in campi diversi come i Diritti Umani, l’esclusione sociale, la lotta alla povertà nel mondo, l’aiuto agli ammalati terminali, l’impegno civico. Ho vissuto in Gran Bretagna e in parte negli USA.
Mai iscritto a un partito, mai appartenuto a gruppi d’interesse legati al potere, mai raccomandato ovviamente; non ho mai compiaciuto a chi stava sopra di me sul lavoro, e per essere libero ho sempre fatto tutto quello che in questo Paese ti garantisce la non-carriera. Infatti non ho fatto carriera, non all’interno del Sistema né nelle nutrite fila dell’Antisistema (che richiede la medesima omologazione). Ho un attaccamento fortissimo al senso di giustizia, non sto zitto e dico ciò che penso sempre, a qualunque costo. Ho pagato e pago per questo prezzi alti, talvolta al limite del sopportabile. Ad esempio, dopo la mia rottura con RAI e Gabanelli per la vicenda di Censura Legale (leggi nel sito), mi sono auto-sospeso dalla RAI e ho rifiutato due diverse proposte di lavoro in quell’Azienda (da Giovanni Minoli e da Carlo Vulpio), perché prima di tornarvi io pretendo da RAI e Gabanelli le scuse, e soprattutto un impegno aziendale a difendere tutti i giornalisti freelance, che vi lavorano, nella cause civili derivanti dalle loro inchieste. Tradotto: sto senza lavoro e ai margini della notorietà per questo principio.
Detesto in modo assoluto la cultura dei ‘personaggi’, la cosiddetta Cultura della Visibilità (leggi Vip), sia quella massmediatica propria del Sistema che quella ‘antagonista’ del nostro Antisistema. La considero il peggior veleno che sia mai stato inoculato nel tessuto civico italiano, e in generale dei Paesi occidentali. Ci ha distrutti, pochissimi si rendono conto fino a che punto. Credo fortemente nella parità di tutti, nell’importanza di ciascuno a prescindere, nessuno conta più di qualcun altro. Mai.
Per le mie idee e per ciò che ho fatto sto molto antipatico al Sistema e ancor di più all’Antisistema. Una condizione piuttosto insolita, e ora non so da che parte girarmi».
A tutto questo va aggiunto che Paolo Barnard è stato quel cittadino ad aver introdotto in Italia la scuola economica della Modern Money Theory (MMT) - Teoria della Moneta Moderna, nel 2011 con la pubblicazione sul proprio sito web de Il più grande crimine (proposto in edizione digitale da Mabed). Il successo di questo saggio ha permesso a Barnard di organizzare due tra i più grandi convegni di economia della storia d’Italia svoltisi a febbraio 2012 a Rimini e a ottobre 2012 a Rimini e Cagliari.
Paolo Barnard è uno degli estensori del Programma Me-Mmt di salvezza economica per il Paese scritto insieme agli economisti Warren Mosler, Mathew Forstater e Alain Parguez. Il programma è scaricabile gratuitamente all’indirizzo