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La leggenda di ardesia
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La leggenda di ardesia

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CHI SI NASCONDE DIETRO GLI OSCURI DISEGNI DEL FATO?

IL PRINCIPE AMUEN è ATTESO DAL DIFFICILE COMPITO DI SVELARE I TANTI E NEBBIOSI MISTERI CHE CIRCONDANO FITTI LA TERRA DI ARDESIA. UN PASSATO DI MORTE RISORGE, DALLE VISCERE DELLA NERA TERRA DI MOZZIA, TUONEGGIANDO SULLE TREDICI TERRE DELL'ALLEANZA.

E NULLA è MAI COME APPARE!
LanguageItaliano
Release dateMar 10, 2014
ISBN9788866280941
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    La leggenda di ardesia - Alfredo Arcone

    Ringraziamenti

    Prima

                                                                                                                                                                                                                                                                           A mio padre

                                                                                                          << LA VOCE NARRANTE E'   DELLA STESSA   ARDESIA>>

    1 La Baia di Avalon

    Ellanais, era seduta, sopra i vecchi legni consunti, di ciò che in un tempo lontano e dimenticato fu una stupenda barca da pesca. Il tempo era splendido presso la ridente baia di Avalon, spirava un vento leggerissimo da nord-est sembrava volesse spazzare, gli amari ricordi di chiunque, incontrasse sulla propria strada. Le onde erano alte e s’infrangevano fragorose sulla bianca e perlata scogliera, in un perfetto sincronismo con le dolci e mielate lacrime di lady Ellanais. Ella avea, una bellezza non comune, e anche la sua eleganza era straordinaria ,sembrava provenisse da chissà quale mondo sconosciuto; I suoi capelli corvini, posti all’altezza delle scapole, scendevano con infinita grazia… un visino angelico, pulito, gli conferiva una dolcezza infinita, indossava un abito di colore scuro, ed un mantello presso a poco dello stesso colore, avea issato il cappuccio, e sulla fronte pendeano due ciocche nere ribelli. Da non molto tempo, era sbarcata sull’isola delle mele, un alone antico, e arcano, circondava la sua giovane figura, i suoi occhi dal colore verde, simile al mare d’Irlanda, gli conferivano, un aspetto simile alle ninfe che dimorano nei boschi incantati. Si accorse di non essere sola, nel momento in cui: udì un suono di passi, provenienti dal sentiero che conduceva presso la spiaggia sita a poca distanza da dove Ellanais era seduta. Una sagoma poco definita si avvicinava, era quasi l’ora del tramonto. Ellanais, pensò in un primo momento di andare via, ma nello stesso istante, cambiò velocemente idea, nel momento in cui un uomo di corporatura muscolosa, fisicamente prestante, indossava: un’armatura luccicante di colore oro imbrunito, giunto a breve distanza da ella, dovette rinunciare, poiché tale gesto sarebbe stato di sicuro scortese e di cattivo gusto. Il cavaliere non avea l’elmo da guerra, dalle sue larghe spalle, pendea un mantello rosso porpora con due bande laterali di colore blu, sul suo capo, volteggiava un bellissimo falco dal piumaggio marrone, che eseguiva rocambolesche manovre nell’aria, sembrava una foglia in balia di un vento ostile; Puntò, dapprima verso l’alto, raggiungendo un elevata quota dopo di che, con una incredibile piroetta mortale, si diresse dritto verso la scogliera, a pochi passi da Ellanais, la quale non provò alcuna paura per lo spericolato volatile, ma solo stupore! Ellanais, non conoscendo quali poteano essere le intenzioni dello sconosciuto cavaliere, estrasse tempestivamente da una tasca segreta del suo graziosissimo e lungo abito, un piccolo stiletto di puro argento,la cui lama recava delle strane incisioni, caratteri sconosciuti di chissà quale terra lontana. Pensò:<> Con estrema rapidità, fece scorrere lo stiletto, all’interno della abbondante manica dell’abito, quando il cavaliere fu a pochissimi passi da ella, un’onda proveniente dall’impetuoso mare, andò a scagliarsi con forza sulla perlata scogliera, la brezza che si sprigionò da essa colpì in pieno volto il candido viso di Ellanais, la quale colta di sorpresa non potè altro che cercare il suo fidato panno di pelle di capra che portava sempre con se, asciugandosi il volto dall’acqua salata. Il cavaliere proseguì indisturbato, dirigendosi sulla battigia su cui vi erano impressi, resti di generosa e morbida spuma; sul suo viso si leggeva enorme stupore, a causa del particolare panorama che si scorgeva. Con una rapida manovra dai cieli il falco puntò verso spalla sinistra del suo amico, planò dolcemente e vi si adagiò con grande eleganza, senza disturbare, sembrava fosse fatto di pietra viva. Lady Ellanais, dalla vicinissima scogliera avvertì una curiosa sensazione di pace e tranquillità, non abbassò la guardia, pensò:<> L’uomo, con il suo falco si accovacciò su una gamba e volgendo il viso verso l’acceso cielo del tramonto disse<>, strepitò In tono disperato. Raccolse un pugno di sabbia umida e la scagliò lontano verso le gelide acque, il falco fiero e immobile assisteva taciturno con lo sguardo perso sulla linea dell’orizzonte, sembrava che non partecipasse al dolore del suo amico, in men che non si dica strofinò dolcemente l’affilatissimo becco sulla guancia dell’amico! Una lacrima solcò il viso stanco, provato del lord, i suoi lunghi capelli neri come la notte, ondeggiavano inermi al vento della baia che sembrava spirare con grande impeto. Ellanais, si sforzò più volte di capire chi fosse quel misterioso cavaliere triste, provato da chissà quali oscure avversità, con un gesto rapido ripose lo stiletto nella tasca dell’abito. Il cavaliere roteò la testa incrociando lo sguardo di Ellanais, di scatto si levò in piedi dirigendosi verso di lei, il suo atteggiamento era molto elegante e nobile, degno dell’uniforme che indossava. Quando fu a pochi passi dalla fanciulla s’inchinò battendo il suo forte pugno contro la sua stessa armatura, all’altezza del petto per ben due volte e disse:<>, abbassò il capo e sorrise. Ellanais, riconobbe immediatamente il suo nobile saluto. <>,pensò tra se… questo suo modo,di presentarsi,tra quelli più antichi è gentili, conosciuti al mondo… appartiene alla razza eletta degli Elfi…!>>. Ellanais, divenne rossa in viso, non avrebbe mai immaginato di ricevere da uno sconosciuto, un’accoglienza, degna di una nobile di alto rango, era confusa, il suo piccolo cuore era in tumulto,avvertiva strane e curiose sensazioni, mai provate prima di quest’incontro;per un momento alcune immagini, occuparono la sua confusa mente: era all’interno di un variopinto giardino, e indossava lussuosi abiti,seduta su di un trono di vimini, circondata da diverse cortigiane, che imperterrite, si davano da fare con infinita laboriosità, al fine di offrirle in modo alquanto impeccabile i loro umili servigi… Comprese di essere la principessa di quel meraviglioso giardino,ai piedi del trono, il giovane nobile con il suo falco, attendeva pazientemente i suoi ordini del giorno. Nel momento in cui ella sfiorò la spalla sinistra del suo vassallo, per richiamare la sua sognante attenzione. La visione sparì del tutto, catapultandola nuovamente, verso la realtà, di quel momento… divenne fortemente rossa in viso, appariva nervosa particolarmente impacciata, aveva sognato ad occhi aperti in presenza di uno sconosciuto cavaliere , che per di più era il suo vassallo. Si animò di coraggio cercando di presentarsi in modo alquanto sereno, poiché temeva che quella nota stonata, di confusa eccitazione, maledettamente visibile, causata della visione che aveva vissuto con profonda intensità, influisse negativamente in termini di valutazione da parte del giovane nobile, che sembrava non volesse distogliere il suo sognante guardo da ella. <>, nel suo evidente imbarazzo si accaniva nel torturare la piega interna del suo abito,aveva le mani raggelate e tremolanti. La velocità del suo timido verbiar, non permise al nobile di comprendere alcunchè… Amuen, con un leggero e confuso sbigottimento, abbozzò un innocente ed enigmatico sorriso,al fine di porgere le sue scuse, per giustificare il suo scarso udito del momento, provò a sillabare qualcosa, ma venne anticipato dalla tempestività della ragazza, la quale con un rapido movimento di entrambi le gentili mani,tirò giù il cappuccio, e ricomponendosi con una certa ansietà, che non poteva in alcun modo occultare verbiò sommessamente, con giusta coordinazione:<>.S’interruppe immediatamente, non aggiungendo altro… Amuen continuò a fissare i suoi magici occhi verdi essendo fortemente attratto da ella; più volte, cercò di dirigere il suo sguardo altrove, per cercare di non edere al forte magnetismo, evitando così, uno sgradevole comportamento da adolescente. Ellanais,pensava insistentemente alla sua arma segreta, che ormai giaceva all’interno della tasca del suo abito, nel caso, si Fosse presentata la lontana eventualità, di un’azione sconsiderata di egli, sarebbe stato semplice, puntargliela alla gola!Il periglioso pensiero si dileguò ben presto dalla sua spaventata mente, nel momento in cui: Osservando i dolcissimi e rassicuranti occhi di egli, comprese che: In alcun modo avrebbe potuta fargli del male. Il vento della baia faceva ondeggiare i neri e lunghi capelli del cavaliere che non osavano opporsi alla sua forza; All’improvviso la sua furia cessò come se un’energia oscura gli avesse ordinato di fermarsi,sembrava volesse concedere lo spazio necessario al signore di Ardesia per raccontare la sua storia. <>,sorrise, perduto nel suo racconto. Proseguì…<Guai a voi che oserete...! Vi folgorerò dall’alto del mio cielo !>> Questo quanto si legge dalla prima e seconda pergamena! Il volto di lady Ellanais era serio e sulle gote vi erano due innocenti fiammelle, segno di interesse e partecipazione al racconto di Amuen. Il volto di Amuen si incupì alla luce del tramonto che investiva il suo fiero guardo, esaltando i tratti della sua bellezza. La Dimora dell’infinita oscurità, enorme fortezza costruita su tre castelli uno sull’altro e indipendenti tra loro. Sorge sull’antico colle Mafras, solo lo spessore della prima cerchia di mura è di sette pollici. Infine vi è, un robusto mastio che controlla tutte e due. E’ quasi impossibile sferrare un attacco alla fortezza, con le sue doppie mura perimetrali e le sue tredici torri. Le mura interne sono più alte di quelle esterne. Essa occupa una superficie di trenta miglia, ospitando una guarnigione di duemila soldati con relativi cavalli ed equipaggiamento militare, e scorte di viveri sufficienti a resistere per cinque lustri. Dentro le mura vi sono dei soffitti a volta, un fitto intreccio di passaggi e cunicoli e numerosi magazzini. Il sole era già immerso nel verde mare quando Ellanais chiese in tono molto pacato:<> Il volto di Amuen, si incupì fortemente abbozzando una smorfia di sofferenza disse:<>. Ellanais era totalmente immersa nel racconto del giovane cavaliere, sembrava un abitante del regno di Ardesia a cui interessava conoscere le sorti della propria terra. <>, si interruppe Il signore di Ardesia sorrise:<>, Divenne rossa in viso avvertì una forza misteriosa, benefica che attraversava la sua dolce anima, non oppose resistenza, tutt’altro,lasciò che la sconosciuta energia penetrasse tacitamente. <>, verbiò rassegnato. L’astro calante, era finalmente giunto nelle dolci acque del lago, avea lasciato spazio ad una bianca luna, che si ergeva alta e maestosa, fiera, nello splendido cielo d’estate Avaloniana. Ellanais si levò dalla vecchia barca ove era seduta, si ricompose elegantemente come era il suo fare e con il viso al confine con l’amarezza disse ad Amuen:<> <>. Ella abbozzò un lieve sorriso. <> Disse tosto Amuen. <> Divenne ancora più rossa in viso:<>. Raccolse un cestino colmo di frutti del sottobosco, si ricompose elegantemente e si congedò dal cavaliere… ei osservava dalla spiaggia, senza distogliere lo sguardo, il percorso che la giovinetta percorreva, Alma con un balzo spedito, spiccò il volo a pochi pollici di distanza da ella, pronta a difenderla se fosse nata l’esigenza . Quando, Ellanais fu a debita distanza, quasi oltre il sentiero echeggiò fortemente la voce del nobile di Ardesia:<>,ella roteò la testa scatto:<>, <>. Detto ciò, proseguì oltre il sentiero verso un anfratto ove una minuscola barca da pesca con a bordo un nano investito da una cupa luce color cremisi, attendeva l’ultima ospite per raggiungere la ridente cittadina di Barrington sita a poche miglia marine da Avalon . Ellanais avvertiva una strana sensazione di distacco, come se quello strano e gentile cavaliere facesse parte da sempre della sua vita. Immagini confuse si alternavano nella sua Mente proiettando figure sconosciute di draghi, spade scintillanti, raggi di colore blu che contrastavano altri, di intenso verde, un’isola immensa al confine del mondo, ed infine un cavaliere che la cingeva in un abbraccio di infinita passione. <>, farfugliò la voce del forzuto essere riportandola alla realtà:<>, disse in tono sommesso. Il suo pensiero corse immediatamente al sacchetto del denaro che avea sul fianco destro, legato a una piccola cordicella, immerse la piccola mano all’interno di questi è trasse alcune monete, per ben due volte effettuò questa manovra catturando l’attenzione del traghettatore. <>, porse al nano il doppio della somma pattuita <>,Il nano indugiò dapprima poi con un lesto movimento tese la sua piccola mano ad Ellanais prendendo le daghe con avidità.

    2 Avalon

    L’isola delle mele è ubicata a poche miglia marine dalle coste irlandesi nel gelido mare del nord, è un luogo incantato ove regna la pace e la giustizia è abitato da infinite razze di creature, anch’essa, come Ardesia, è protetta dalle perenni nebbie che furono volute dalle divinità Vita e Linfa. E’ dimora di Druidi e sacerdotesse, è luogo di allenamento dei cavalieri, in essa ogni forma di violenza è bandita!

    Per accedervi bisogna partire dalla piccola cittadina di Barrington che dista a poche miglia marine. Un nano molto avido di danaro traghetterà i puri di cuore sull’isola sacra, solcando le pittoresche  acque del lago.

    Svettano con imponenza, il sacro tempio consacrato alla Dea Madre... il Tor. A nord delle sue possenti mura vi è la garitta o torre delle guardie presidiata giorno e notte dai Cavalieri-Guardiani i quali hanno il compito di salvaguardare l’incolumità degli abitanti.

    A sud si estende per molte yarde, il bosco sacro ricco di vegetazione esso è frequentato da molte creature misteriose, infine vi sono i Custodi della natura hanno il compito di sorvegliare questo luogo.

    A sud-ovest, vi è la torre dei Sospiri, ove ogni innamorato può stringere a se la sua amata e godere, del panorama mozzafiato. Al suo interno oltre il salone principale, vi è la rocca dei messaggi, una piccola cella dove gli Avalonesi possono affiggere su una grande parete poesie, dichiarazioni di affetto,e avvisi alla popolazione.

    Altri luoghi del territorio di Avalon sono: La Real Accademia degli artisti ove teatranti, poeti bardi, musici, pittori si incontrano organizzando tutte le attività annesse al mondo dell’arte.

    La Cordigliera Draconica è un luogo frequentato dalle nobili creature: I draghi. Tutta la zona circostante è ricca di vegetazione, vi si scorgano grandi alberi secolari sacri alla dea i quali offrono un perfetto nascondiglio ad essi.

    Il clima, perennemente estivo dell’isola infonde una possente energia positiva, ai suoi abitanti, una sorta di strana euforia, che inebria, gli animi anche più glaciali.

    Vi è infine il pozzo dei desideri, riservato a pochi eletti esso si trova all’interno  del bosco oscuro, una putrida pianura ove a causa della intricata vegetazione, non filtrano i raggi del sole.  E’ un piccolo lembo di terra il percorso risulta molto impervio.  Il pozzo può mostrare immagini relative al passato  e al futuro, talvolta è ingannevole, beffardo! Il postulante prima del consulto dovrà gettare nelle sue profonde viscere un dono, formulando per ben tre volte di seguito il quesito ambito,solo una! Questo perchè se avanzasse una seconda, una folgore smeraldina si abbatterà dall’oscuro cielo tramutando questi in albero, del putrido bosco, per sempre!

    Si legge dalla piccola pergamenina posta alla base del pozzo:

                       § Pozzo dei desideri§

    Attento viandante che brami conoscere l’oscura verità…Sei un puro di cuore? Hai con te della carne come merce di scambio? limitati  ad una sola ed unica domanda; Se oltre ti spingerai la mia collera smeraldina si abbatterà, arrichirai la mia putrida pianura di un nuovo albero secolar.

    3 L'INCONTRO CON ALYRAH

    Amuen e il suo falco Alma attraversavano le strette viuzze dell’isola delle mele era una serata magica, fatata. La luna era alta nel cielo mentre le stelle cantavano in coro nello splendido firmamento, un vento estivo viaggiava cautamente senza disturbare, delicato, elegante.

    Il cavaliere catturato un pò dalla stanchezza decise di fermarsi nella grande piazza di Avalon semideserta, si udiva una dolce e particolare melodia proveniente dalla marmorea fontana Ubicata nel centro di essa. Il leggero tintinnio dell’acqua, <>, pensò tra sè Amuen.

    Il nobile si adagiò sul bordo della fontana estrasse dalla sua sacca di pelle di bue un piccolo recipiente di terracotta lo immerse nella fresca e invitante acqua in cui si specchiava la dispettosa luna e bevve con il suo fare elegante, mentre Alma con un veloce balzo dispiegò le ali e si diresse presso una figura ammantata che proveniva in direzione della fontana da un piccolo vicolo adiacente la piazza.

    La figura procedeva con passo gentile e calmo non avea armi, e dalla fronte s’intravedean due gemelle rosse, Alma volteggiava sulla  misteriosa figura ammantata con discrezione, pronta a lanciarsi  con il suo becco possente in caso di immediato pericolo...!

    Quando fu a pochi pollici dal cavalier sognante ella si scoprì il capo  elegantemente e sorrise presentandosi:<>, Amuen imbarazzato dalla splendida visione che avea dinanzi, accennò un inchino  poi aggiunse:<>

    Ella indossava un abito verde che mettea in risalto le  seducenti forme, le sue  iridi  smeraldine erano un perfetto abbinamento con il suo  abito, trascinava finemente un mantello bianco come la neve che risaltava fortemente il colore della sua splendida chioma rosso-rame, dei lunghi orecchini di cristallo di rocca è una lunga collana di ematite ferrosa completavano lo splendido dipinto.

    <>, commentò l’irlandese, adagiandosi a lato del principe di Ardesia, il quale non riuscì a nascondere la sua innata timidezza!

    <>,  <>, esclamò Amuen, abbozzando un lieve sorriso.

    <>,ammise in tono pacato!

    La notte si preannunciava serena, calma, il dolce gorgoglio della fontana ispirava tranquillità al dolce cavaliere, il quale non assaporava un momento simile da diversi lustri.

    <

    Sono abile nel leggere i cuori dei comuni mortali, mi riesce bene guardare ciò che agli altri non è permesso vedere!>>, disse.    Alma, con una leggera virata si diresse presso la bella Irlandese, poggiandosi dolcemente sulla spalla sinistra di ella. Alyrah sorrise accarezzando dolcemente la bestia che sembrava a suo agio.

    Amuen non riusciva a credere ai suoi occhi la sua bestiola, che si stava fidando ciecamente di un estranea.

    <>,chiese spedita,parve leggermente divertita; una smorfia di curiosità arcana si manifestò con rapidità sovra il dolcissimo volto di colei che leggeva nei cuori, come il gelido vento del nord, arrivò il secco quesito, che lo  colse in modo assai impreparato, avvinghiato da un infinita timidezza,o forse timore… Verbiò il nome della sua amata amica pennuta: <>,dichiarò con determinazione.

    L’irlandese interruppe sorridendo con dolcezza:<>,fece notare al giovane, che presentava i segni classici di colui che è innamorato,perso… divertita come non mai, mentre attendeva la risposta dell’uomo, trasse un profondo respiro, armandosi di una buona dose di coraggio:<> Si ricompose è disse:<>, come  investito da un raggio luminoso, il suo viso delicato sembrò improvvisamente risplendere in quella fatata notte, anche la nobil fontana, gorgogliava in modo strano, le note che emetteva erano in sintonia con il verbiar del lord, simile a un accompagnamento musicale, le deliziose note, sospinte da un magico vento avevano una lunga cadenza,creavano, nella mente dell’ascoltatore, delle figure armoniose, eleganti,  danzavano nel tempo libere.

    Lady Alyrah, l’irlandese estrasse da una sacca di pelle chiara, che solitamente portava con sè legata da uno spago, all’altezza della sua spalla sinistra, un prezioso flauto, di legno chiaro,con venature scure all’altezza dell’ultima nota.     Con la stessa leggerezza con cui aveva estratto il ligneo dalla sacca che lo custodiva, in un elegante silenzio, intonò note dolcissime, accavallando le gambe assunse una comoda postura, entrando nella magica atmosfera creatasi, la piazza era deserta, vi si scorgevano in lontananza due innamorati  che provenivano dagli stretti vicoli a ridosso della piazza, i quali si avvicinarono ma non troppo, per godere di quelle preziose e speciali note, sul dolce tappeto sonoro che la fontana offriva naturalmente, di propria  volontà, essi si adagiarono su di una panchina immergendosi in quell’incanto.

    Quando l’irlandese ebbe terminato l’incantata melodia, soffocando con leggiadria l’ultima e lunga nota, il Cavalier sognante si inchinò a ella ai piedi della fontana, si ricompose abbozzando un pacato applauso e disse:<> Lady Alyrah, divertita, ringraziò chinando il capo in segno di grande rispetto, Amuen assunse uno strano sguardo sembrava assorbito da chissà quali oscuri pensieri, a bassa voce recitò come una nenia mentre dall’alto un raggio rossiccio, molto sottile si abbatté sulla mano sinistra della signora del flauto, ove deteneva il prezioso strumento, sbigottita da tale e arcano evento non proferì alcuna sillaba, restò immobile ispezionando la candida mano notò con grande meraviglia che sul palmo di essa  vi era raffigurato  uno spartito fluttuante, immerso in una pallida luce cremisi,  sorrise il nobile:<

    4 LOCANDA DI BARRINGTON

    Il profumo aromatico della birra unito a quello del gustoso cinghiale arrosto, si diffondeva nel piccolo vicolo mulattiere, ove il nobile di Ardesia non riuscendo a desistere si lasciò ipnotizzare da quell’invisibile piacere che gli ottenebrava i sensi. A passo spedito si dirigeva verso la sua invitante meta, le mura del piccolo vicolo erano molto antiche si respirava un’aria vecchia di secoli, le pietre di tufo erano consunte a tal punto che sembrava fossero state scavate da un esercito di nani demolitori. La luce del tramonto quasi non si scorgeva, filtrava a tratti attraverso le strette mura. <>, pensò Amuen, quando si trovò precisamente nel mezzo del vicoletto, le mura si erano notevolmente ristrette,simili alla cavità di un imbuto. Amuen roteò di pochi gradi verso sinistra e di sbieco attraverso l’oscuro antro.

    Il nobile, si ritrovò dinanzi  a una massiccia porta di pesante legno di abete ben curata, una profumatissima cera d’api ne preservava dalla vile usura del tempo.

    Alma improvvisamente dispiegò le bellissime ali dal piumaggio marrone, che fecero ondeggiare fortemente le pesanti catene queste emisero un flebile cinguettio, esse sostenevano una pesante insegna di legno di quercia su cui  erano intagliati diversi caratteri anneriti dal tempo si leggeva:<Siano benvenuti coloro che non amano l’acqua!>>, alla vista di tali parole il nobile sorrise, mentre Alma si allontanava fiera nel cielo estivo per raggiungere altri della sua specie.

    Amuen spinse la pesante porta di abete della locanda, i cardini ben oleati risparmiarono una notevole fatica al curioso cavaliere, il quale barcollò poiché aveva impiegato abbastanza energia durante la spinta .

    Il perimetro della sala era irregolare, vi erano grandi finestre ai lati, in fondo si scorgeva il lungo bancone iridescente a causa dell’abbondante cera d’api, diversi sgabelli di legno,di modesta manifattura erano stati posizionati lungo la linea retta che esso formava,creavano una calda atmosfera. In un angolino sulla destra del bancone, vi era uno strano dipinto, le figure rappresentate erano in continuo movimento, la firma dell’artista, fluttuava,al di sotto del dipinto si leggeva in un elegante grafia vergata:<>.

    Diversi tavoli erano occupati da vari avventori, l’oste appariva molto indaffarato, roteò la pelata testa in direzione del nobile abbozzando un lieve sorriso, fece cenno di prendere posto a destra del bancone.

    Amuen si avvicinò al tavolo, spostò una pesante sedia simile a un piccolo trono e si accomodò delicatamente come suo fare, adagiando in fondo al tavolo la sacca che conteneva il prezioso liuto. Fatto ciò seguiva i veloci movimenti effettuati dall’oste madido di sudore che si spostava con rapidità tra i tavoli, servendo birra agli avventori impazienti di rinfrescarsi le ugole.

    L’ardesiano attendeva con impazienza l’arrivo dell’oste il quale continuava ad ignoralo  a causa della moltitudine di clienti presenti in sala. L’attesa esenuante, unita a una notevole stanchezza, fece si che il nobile avesse una sgradevole reazione, in tono fortemente seccato disse:<>     Per un momento il forte brusio nella sala sembrò placarsi, molti sguardi fluirono in direzione del nobile, mentre quasi vergognandosi,l’oste avanzòin direzione detavolo ove sedeva il principe di Ardesia.  <>,disse in tono estremamente pacato. Amuen, ordinò un boccale di buona birra, il volto di ghiaccio nonostante l’attenzione di sguardi che aveva attirato su di sé. Come un vento si distolse la calda atmosfera creatasi,all’ingresso della locanda una figura familiare al principe di Ardesia si faceva largo tra alcuni avventori che sostavano verso l’uscita, era l’Irlandese, lady Alirah, era in compagnia di uno sconosciuto.

    Le due figure avanzarono verso il centro della affollata locanda, uno strano vecchio con una barba  argentea, lunga e ben curata  indossava un abito da mago di colore scuro  con le,maniche  larghe e avea un curioso cappello  a forma di cono,alla cui base vi erano raffigurati arcaici simboli, pendea  dal suo raggrinzito collo un diadema, una pietra d’ambra, calzava sandali di cuoio vecchio,imbrunito.

    Quando essi si trovarono a poca distanza dal tavolo di Amuen, l’Irlandese abbozzò un lieve sorriso, Felipe accortosi in tempo dei nuovi ospiti, quasi non riversò la giara colma di spumeggiante birra destinata al nobile, sulle vesti del vecchio, il quale con un fulminante sguardo lo ammonì.  <>,disse Amuen con molta garbatezza. I due si accomodarono con rapidità, Amuen rivolgendosi all’oste disse:<>, l’irlandese indicò la giara di Amuen, il vecchio sorrise indicando anch’egli  la giara, <>, commentò il locandiere,unendo le mani in  atto a porgere le scuse per l’accaduto nei confronti del vecchio, e si congedò rapidamente.

    <>, pronunciò mosso da assoluta curiosità il vecchio dall’aria enigmatica, sedeva di fronte ad Amuen mentre a capotavola la nordica. Amuen non finì di accennare il suo sì con il capo che il vecchio sconosciuto disse:<>, concluse con un falso e sforzato sorriso. La nordica lo interruppe:<>

    <>, esclamò con molta sincerità. <>, ammise Amuen con molta convinzione.

    Il tintinnio delle giare spumeggianti di birra attirò l’attenzione dei commensail, questa volta l’oste era stato rapido,si congedò immediatamente. Sdaran sollevando in alto la sua giara disse:<< Voglio brindare ad una nuova conoscenza>>,cogliendo Amuen impreparato  il quale arrossì.<>, bevve seguito dalla nordica e per ultimo Sdaran,l’argentea barba si tuffò nella birra,bevve con avidità fino a finirla tutta,con grande piacere e soddisfazione.

    <>,esclamò secco.

    <,commentò con una risata di stupore quasi maligna. <>, si interruppe,una maschera di stupore  divenne il suo lungo viso.

    <>, ammise con molta spontanietà.

    <>,disse il nobile con sguardo di sfida. Lady Alyrah  non proferì parola alcuna  mentre le sue labbra si stavano muovendo il principe di Ardesia si alzò con rapidità dal  piccolo trono di legno,le sue mani scattarono verso le due  impugnature delle sue spade che avea  sul dorso, Sdran si portò al centro della sala con il suo falso sorriso che incorniciava il suo agghiacciante volto, nella sala,diversi avventori si alzarono dai tavoli  lasciando su di essi daghe celtiche,avviandosi  verso l’uscita,la pesante porta di abete sembrava come incantata da chissà quale oscura forza.

    Lady Alirah,sgomenta,come pietrificata seguiva i due verso il centro della sala.

    <>,proferì in tono fortemente seccato!

    Felipe, andò a cercarsi un rifugio sicuro in fondo al bancone e controllava i due.

    Sdaran alzò leggermente la mano sinistra la roteandola di pochi gradi verso destra, invitava il nobile di Ardesia a colpire… le mani di Amrun quasi sfiorarono le impugnature delle due spade… poi si ritirarono lentamente.

    il nobile aveva le braccia completamente intorpidite,erano bloccate da una forza sconosciuta!

    Sdaran al centro della sala con entrambe le mani sollevate teneva sotto il suo beffardo giogo il giovane cavaliere. Dalle mani di Amuen fuoriuscì un flusso di pura energia cremisi, in direzione delle travi della locanda si formò un globo iridescente.

    <>,commentò aspramente il vecchio,

    <>

    Sdaran pronunciò qualcosa sottovoce e il globo luminoso, si abbattè come una folgore sul signore di Ardesia, accecandolo, <>,disse a voce alta. La locanda rimbombò fortemente, mentre Amuen era in ginocchio in direzione del bancone, sconfitto.

    <>, disse con tono di sfida mentre si faceva largo tra alcuni tavoli, che erano stati spostati durante la fuga dai clienti in preda al panico.

    Felipe e lady Alyrah,corsero rapidamente in direzione del nobile, il globo di luce cremisi era sparito,una trave penzolante restava come muta testimone di quella magia. Il

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