La leggenda di ardesia
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La leggenda di ardesia - Alfredo Arcone
Ringraziamenti
Prima
A mio padre
<< LA VOCE NARRANTE E' DELLA STESSA ARDESIA
>>
1 La Baia di Avalon
Ellanais, era seduta, sopra i vecchi legni consunti, di ciò che in un tempo lontano e dimenticato fu una stupenda barca da pesca. Il tempo era splendido presso la ridente baia di Avalon, spirava un vento leggerissimo da nord-est sembrava volesse spazzare, gli amari ricordi di chiunque, incontrasse sulla propria strada. Le onde erano alte e s’infrangevano fragorose sulla bianca e perlata scogliera, in un perfetto sincronismo con le dolci e mielate lacrime di lady Ellanais. Ella avea, una bellezza non comune, e anche la sua eleganza era straordinaria ,sembrava provenisse da chissà quale mondo sconosciuto; I suoi capelli corvini, posti all’altezza delle scapole, scendevano con infinita grazia… un visino angelico, pulito, gli conferiva una dolcezza infinita, indossava un abito di colore scuro, ed un mantello presso a poco dello stesso colore, avea issato il cappuccio, e sulla fronte pendeano due ciocche nere ribelli. Da non molto tempo, era sbarcata sull’isola delle mele, un alone antico, e arcano, circondava la sua giovane figura, i suoi occhi dal colore verde, simile al mare d’Irlanda, gli conferivano, un aspetto simile alle ninfe che dimorano nei boschi incantati. Si accorse di non essere sola, nel momento in cui: udì un suono di passi, provenienti dal sentiero che conduceva presso la spiaggia sita a poca distanza da dove Ellanais era seduta. Una sagoma poco definita si avvicinava, era quasi l’ora del tramonto. Ellanais, pensò in un primo momento di andare via, ma nello stesso istante, cambiò velocemente idea, nel momento in cui un uomo di corporatura muscolosa, fisicamente prestante, indossava: un’armatura luccicante di colore oro imbrunito, giunto a breve distanza da ella, dovette rinunciare, poiché tale gesto sarebbe stato di sicuro scortese e di cattivo gusto. Il cavaliere non avea l’elmo da guerra, dalle sue larghe spalle, pendea un mantello rosso porpora con due bande laterali di colore blu, sul suo capo, volteggiava un bellissimo falco dal piumaggio marrone, che eseguiva rocambolesche manovre nell’aria, sembrava una foglia in balia di un vento ostile; Puntò, dapprima verso l’alto, raggiungendo un elevata quota dopo di che, con una incredibile piroetta mortale, si diresse dritto verso la scogliera, a pochi passi da Ellanais, la quale non provò alcuna paura per lo spericolato volatile, ma solo stupore! Ellanais, non conoscendo quali poteano essere le intenzioni dello sconosciuto cavaliere, estrasse tempestivamente da una tasca segreta del suo graziosissimo e lungo abito, un piccolo stiletto di puro argento,la cui lama recava delle strane incisioni, caratteri sconosciuti di chissà quale terra lontana. Pensò:<>,pensò tra se… questo suo modo,di presentarsi,tra quelli più antichi è gentili, conosciuti al mondo… appartiene alla razza eletta degli Elfi…!>>. Ellanais, divenne rossa in viso, non avrebbe mai immaginato di ricevere da uno sconosciuto, un’accoglienza, degna di una nobile di alto rango, era confusa, il suo piccolo cuore era in tumulto,avvertiva strane e curiose sensazioni, mai provate prima di quest’incontro;per un momento alcune immagini, occuparono la sua confusa mente: era all’interno di un variopinto giardino, e indossava lussuosi abiti,seduta su di un trono di vimini, circondata da diverse cortigiane, che imperterrite, si davano da fare con infinita laboriosità, al fine di offrirle in modo alquanto impeccabile i loro umili servigi… Comprese di essere la principessa di quel meraviglioso giardino
,ai piedi del trono, il giovane nobile con il suo falco, attendeva pazientemente i suoi ordini del giorno. Nel momento in cui ella sfiorò la spalla sinistra del suo vassallo, per richiamare la sua sognante attenzione. La visione sparì del tutto, catapultandola nuovamente, verso la realtà, di quel momento… divenne fortemente rossa in viso, appariva nervosa particolarmente impacciata, aveva sognato ad occhi aperti in presenza di uno sconosciuto cavaliere , che per di più era il suo vassallo. Si animò di coraggio cercando di presentarsi in modo alquanto sereno, poiché temeva che quella nota stonata, di confusa eccitazione, maledettamente visibile, causata della visione che aveva vissuto con profonda intensità, influisse negativamente in termini di valutazione da parte del giovane nobile, che sembrava non volesse distogliere il suo sognante guardo da ella. <
2 Avalon
L’isola delle mele è ubicata a poche miglia marine dalle coste irlandesi nel gelido mare del nord, è un luogo incantato ove regna la pace e la giustizia è abitato da infinite razze di creature, anch’essa, come Ardesia, è protetta dalle perenni nebbie che furono volute dalle divinità Vita e Linfa. E’ dimora di Druidi e sacerdotesse, è luogo di allenamento dei cavalieri, in essa ogni forma di violenza è bandita!
Per accedervi bisogna partire dalla piccola cittadina di Barrington che dista a poche miglia marine. Un nano molto avido di danaro traghetterà i puri di cuore sull’isola sacra, solcando le pittoresche acque del lago.
Svettano con imponenza, il sacro tempio consacrato alla Dea Madre... il Tor. A nord delle sue possenti mura vi è la garitta o torre delle guardie presidiata giorno e notte dai Cavalieri-Guardiani i quali hanno il compito di salvaguardare l’incolumità degli abitanti.
A sud si estende per molte yarde, il bosco sacro ricco di vegetazione esso è frequentato da molte creature misteriose, infine vi sono i Custodi della natura hanno il compito di sorvegliare questo luogo.
A sud-ovest, vi è la torre dei Sospiri, ove ogni innamorato può stringere a se la sua amata e godere, del panorama mozzafiato. Al suo interno oltre il salone principale, vi è la rocca dei messaggi, una piccola cella dove gli Avalonesi possono affiggere su una grande parete poesie, dichiarazioni di affetto,e avvisi alla popolazione.
Altri luoghi del territorio di Avalon sono: La Real Accademia degli artisti ove teatranti, poeti bardi, musici, pittori si incontrano organizzando tutte le attività annesse al mondo dell’arte.
La Cordigliera Draconica è un luogo frequentato dalle nobili creature: I draghi. Tutta la zona circostante è ricca di vegetazione, vi si scorgano grandi alberi secolari sacri alla dea i quali offrono un perfetto nascondiglio ad essi.
Il clima, perennemente estivo dell’isola infonde una possente energia positiva, ai suoi abitanti, una sorta di strana euforia, che inebria, gli animi anche più glaciali.
Vi è infine il pozzo dei desideri, riservato a pochi eletti esso si trova all’interno del bosco oscuro, una putrida pianura ove a causa della intricata vegetazione, non filtrano i raggi del sole. E’ un piccolo lembo di terra il percorso risulta molto impervio. Il pozzo può mostrare immagini relative al passato e al futuro, talvolta è ingannevole, beffardo! Il postulante prima del consulto dovrà gettare nelle sue profonde viscere un dono, formulando per ben tre volte di seguito il quesito ambito,solo una! Questo perchè se avanzasse una seconda, una folgore smeraldina si abbatterà dall’oscuro cielo tramutando questi in albero, del putrido bosco, per sempre!
Si legge dalla piccola pergamenina posta alla base del pozzo:
§ Pozzo dei desideri§
Attento viandante che brami conoscere l’oscura verità…Sei un puro di cuore? Hai con te della carne come merce di scambio? limitati ad una sola ed unica domanda; Se oltre ti spingerai la mia collera smeraldina si abbatterà, arrichirai la mia putrida pianura di un nuovo albero secolar.
3 L'INCONTRO CON ALYRAH
Amuen e il suo falco Alma attraversavano le strette viuzze dell’isola delle mele era una serata magica, fatata. La luna era alta nel cielo mentre le stelle cantavano in coro nello splendido firmamento, un vento estivo viaggiava cautamente senza disturbare, delicato, elegante.
Il cavaliere catturato un pò dalla stanchezza decise di fermarsi nella grande piazza di Avalon semideserta, si udiva una dolce e particolare melodia proveniente dalla marmorea fontana Ubicata nel centro di essa. Il leggero tintinnio dell’acqua, <
Il nobile si adagiò sul bordo della fontana estrasse dalla sua sacca di pelle di bue un piccolo recipiente di terracotta lo immerse nella fresca e invitante acqua in cui si specchiava la dispettosa luna e bevve con il suo fare elegante, mentre Alma con un veloce balzo dispiegò le ali e si diresse presso una figura ammantata che proveniva in direzione della fontana da un piccolo vicolo adiacente la piazza.
La figura procedeva con passo gentile e calmo non avea armi, e dalla fronte s’intravedean due gemelle rosse, Alma volteggiava sulla misteriosa figura ammantata con discrezione, pronta a lanciarsi con il suo becco possente in caso di immediato pericolo...!
Quando fu a pochi pollici dal cavalier sognante ella si scoprì il capo elegantemente e sorrise presentandosi:<
Ella indossava un abito verde che mettea in risalto le seducenti forme, le sue iridi smeraldine erano un perfetto abbinamento con il suo abito, trascinava finemente un mantello bianco come la neve che risaltava fortemente il colore della sua splendida chioma rosso-rame, dei lunghi orecchini di cristallo di rocca è una lunga collana di ematite ferrosa completavano lo splendido dipinto.
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La notte si preannunciava serena, calma, il dolce gorgoglio della fontana ispirava tranquillità al dolce cavaliere, il quale non assaporava un momento simile da diversi lustri.
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Sono abile nel leggere i cuori dei comuni mortali, mi riesce bene guardare ciò che agli altri non è permesso vedere!>>, disse. Alma, con una leggera virata si diresse presso la bella Irlandese, poggiandosi dolcemente sulla spalla sinistra di ella. Alyrah sorrise accarezzando dolcemente la bestia che sembrava a suo agio.
Amuen non riusciva a credere ai suoi occhi la sua bestiola, che si stava fidando ciecamente di un estranea.
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L’irlandese interruppe sorridendo con dolcezza:<
Lady Alyrah, l’irlandese estrasse da una sacca di pelle chiara, che solitamente portava con sè legata da uno spago, all’altezza della sua spalla sinistra, un prezioso flauto, di legno chiaro,con venature scure all’altezza dell’ultima nota. Con la stessa leggerezza con cui aveva estratto il ligneo dalla sacca che lo custodiva, in un elegante silenzio, intonò note dolcissime, accavallando le gambe assunse una comoda postura, entrando nella magica atmosfera creatasi, la piazza era deserta, vi si scorgevano in lontananza due innamorati che provenivano dagli stretti vicoli a ridosso della piazza, i quali si avvicinarono ma non troppo, per godere di quelle preziose e speciali note, sul dolce tappeto sonoro che la fontana offriva naturalmente, di propria volontà, essi si adagiarono su di una panchina immergendosi in quell’incanto.
Quando l’irlandese ebbe terminato l’incantata melodia, soffocando con leggiadria l’ultima e lunga nota, il Cavalier sognante si inchinò a ella ai piedi della fontana, si ricompose abbozzando un pacato applauso e disse:<
4 LOCANDA DI BARRINGTON
Il profumo aromatico della birra unito a quello del gustoso cinghiale arrosto, si diffondeva nel piccolo vicolo mulattiere, ove il nobile di Ardesia non riuscendo a desistere si lasciò ipnotizzare da quell’invisibile piacere che gli ottenebrava i sensi. A passo spedito si dirigeva verso la sua invitante meta, le mura del piccolo vicolo erano molto antiche si respirava un’aria vecchia di secoli, le pietre di tufo erano consunte a tal punto che sembrava fossero state scavate da un esercito di nani demolitori. La luce del tramonto quasi non si scorgeva, filtrava a tratti attraverso le strette mura. <
Il nobile, si ritrovò dinanzi a una massiccia porta di pesante legno di abete ben curata, una profumatissima cera d’api ne preservava dalla vile usura del tempo.
Alma improvvisamente dispiegò le bellissime ali dal piumaggio marrone, che fecero ondeggiare fortemente le pesanti catene queste emisero un flebile cinguettio, esse sostenevano una pesante insegna di legno di quercia su cui erano intagliati diversi caratteri anneriti dal tempo si leggeva:<
Amuen spinse la pesante porta di abete della locanda, i cardini ben oleati risparmiarono una notevole fatica al curioso cavaliere, il quale barcollò poiché aveva impiegato abbastanza energia durante la spinta .
Il perimetro della sala era irregolare, vi erano grandi finestre ai lati, in fondo si scorgeva il lungo bancone iridescente a causa dell’abbondante cera d’api, diversi sgabelli di legno,di modesta manifattura erano stati posizionati lungo la linea retta che esso formava,creavano una calda atmosfera. In un angolino sulla destra del bancone, vi era uno strano dipinto, le figure rappresentate erano in continuo movimento, la firma dell’artista, fluttuava,al di sotto del dipinto si leggeva in un elegante grafia vergata:<
Diversi tavoli erano occupati da vari avventori, l’oste appariva molto indaffarato, roteò la pelata testa in direzione del nobile abbozzando un lieve sorriso, fece cenno di prendere posto a destra del bancone.
Amuen si avvicinò al tavolo, spostò una pesante sedia simile a un piccolo trono e si accomodò delicatamente come suo fare, adagiando in fondo al tavolo la sacca che conteneva il prezioso liuto. Fatto ciò seguiva i veloci movimenti effettuati dall’oste madido di sudore che si spostava con rapidità tra i tavoli, servendo birra agli avventori impazienti di rinfrescarsi le ugole.
L’ardesiano attendeva con impazienza l’arrivo dell’oste il quale continuava ad ignoralo a causa della moltitudine di clienti presenti in sala. L’attesa esenuante, unita a una notevole stanchezza, fece si che il nobile avesse una sgradevole reazione, in tono fortemente seccato disse:<
Le due figure avanzarono verso il centro della affollata locanda, uno strano vecchio con una barba argentea, lunga e ben curata indossava un abito da mago di colore scuro con le,maniche larghe e avea un curioso cappello a forma di cono,alla cui base vi erano raffigurati arcaici simboli, pendea dal suo raggrinzito collo un diadema, una pietra d’ambra, calzava sandali di cuoio vecchio,imbrunito.
Quando essi si trovarono a poca distanza dal tavolo di Amuen, l’Irlandese abbozzò un lieve sorriso, Felipe accortosi in tempo dei nuovi ospiti, quasi non riversò la giara colma di spumeggiante birra destinata al nobile, sulle vesti del vecchio, il quale con un fulminante sguardo lo ammonì. <
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Il tintinnio delle giare spumeggianti di birra attirò l’attenzione dei commensail, questa volta l’oste era stato rapido,si congedò immediatamente. Sdaran sollevando in alto la sua giara disse:<< Voglio brindare ad una nuova conoscenza>>,cogliendo Amuen impreparato il quale arrossì.<
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Lady Alirah,sgomenta,come pietrificata seguiva i due verso il centro della sala.
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Felipe, andò a cercarsi un rifugio sicuro in fondo al bancone e controllava i due.
Sdaran alzò leggermente la mano sinistra la roteandola di pochi gradi verso destra, invitava il nobile di Ardesia a colpire… le mani di Amrun quasi sfiorarono le impugnature delle due spade… poi si ritirarono lentamente.
il nobile aveva le braccia completamente intorpidite,erano bloccate da una forza sconosciuta!
Sdaran al centro della sala con entrambe le mani sollevate teneva sotto il suo beffardo giogo il giovane cavaliere. Dalle mani di Amuen fuoriuscì un flusso di pura energia cremisi, in direzione delle travi della locanda si formò un globo iridescente.
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Sdaran pronunciò qualcosa sottovoce e il globo luminoso, si abbattè come una folgore sul signore di Ardesia, accecandolo, <
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Felipe e lady Alyrah,corsero rapidamente in direzione del nobile, il globo di luce cremisi era sparito,una trave penzolante restava come muta testimone di quella magia. Il