Dio senza volto
Di Robert Bloch
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Info su questo ebook
Scritto nel 1936, questo racconto è stato ritradotto e inserito nella collana Lovecraft Zero Addenda, serie di eBook che include tutti i principali autori dell'entourage del Solitario di Providence.
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Anteprima del libro
Dio senza volto - Robert Bloch
Robert Bloch
Dio senza volto
The faceless god
1936
Lovecraft Zero Addenda #4
www.heisenb3rgstudio.com
1
La cosa sullo strumento di tortura iniziò a gemere. Quando la leva estese ulteriormente il letto di ferro, si udì un rumore stridente. I lamenti mutarono in un urlo d’agonia.
«Ah» disse il dottor Stutgauche «Finalmente ci siamo?»
Si curvò sul torturato steso sulla griglia metallica e sorrise, tenero, davanti al suo volto angustiato. I suoi occhi, velati di un delicato diletto, analizzarono ogni dettaglio del corpo della vittima: le gambe gonfie, scorticate e furiose nell’abbraccio dello stivale rovente; la schiena lacera e le spalle, cremisi per il bacio della frusta; gli insanguinati, macellati resti di un torace schiacciato dalla carezza della Vergine di Norimberga. Con una gentile sollecitudine, esaminò le ultime rifiniture effettuate dallo strumento: le dita spappolate e spezzate, le spalle dislocate ed il torace ritorto, i tendini pendenti degli arti inferiori. Il dottore riportò lo sguardo al viso del vecchio. Rideva piano, con una voce simile al tintinnio di una campanella. Poi parlò.
«Bene, Hassan.» disse il dottore «Dopo una persuasione tanto eloquente, credo non sarai più così testardo. Suvvia, dimmi dove trovare l’idolo di cui hai parlato.»
La vittima straziata iniziò a singhiozzare, ed il dottore fu costretto ad inginocchiarsi di fianco al letto di dolore per comprendere i suoi mormorii incoerenti. Per circa venti minuti, la creatura grugnì, ed, infine, tornò il silenzio. Il dottor Stutgauche si rialzò; una luminescenza soddisfatta brillava nei suoi occhi geniali. Fece un breve cenno verso uno dei neri che governavano la griglia di tortura. Il suo assistente annuì e si avvicinò all’orrore posato sullo strumento. Ora piangeva: le sue lacrime erano sangue. Il nero sguainò la sua spada. La levò in alto e menò un