Non dimenticare di abbracciarmi
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Non dimenticare di abbracciarmi - Martina Varriale
te."
LA MIA VITA PRIMA DI TE.
ESTRANEA
Forse tutto è iniziato all'età di dieci anni. Il sentirmi un'estranea dico. In quinta elementare cominciai a soffrire di crisi di panico, non ero il tipo di ragazzina alla quale piaceva stare al centro dell'attenzione, quindi la scuola la saltavo spesso. Te farai la mia stessa fine!!
Mi urlava mia madre. Mio padre? Diciamo che non dimenticherò mai quella prima volta in cui mi riempì di botte solo perché ebbi una delle mie crisi e per l'ennesima volta non volevo saperne di tornare in quell'inferno. Di certo non volevo avere un futuro lavorativo come quello di mia madre; non che fosse vergognoso, ma non era entusiasmante pulire i cessi della gente. Non mi andava a genio essere comandata da qualcuno che aveva i miei stessi diritti. Ma stimavo mia madre più di quanto un bambino possa stimare il suo supereroe preferito. Caratterialmente volevo essere lei, non si era mai abbattuta davanti a niente, nemmeno quando i suoi fratelli furono messi dietro le sbarre e lei dovette prendersi cura della madre. Aveva lo spirito combattivo lei, io invece mi arrendevo davanti a tutto.
Ricordo quando non volevo andare a scuola, lei per non vedermi star male mi diceva Marti, se proprio non vuoi, non ci andare. vieni con me a fare un po’ di shopping, Che ne dici?
È stata sempre l'unica a capirmi. D'altronde chi ti capisce meglio di una mamma? Continuai a saltare la scuola fino alla terza media. E questo non giovò molto... Ero nel bel mezzo di una guerra: Io contro me stessa. Non ne sarei uscita viva. Quelle sono guerre gia perse in partenza
UNA VIA D’USCITA.
Cammino senza una meta, scarpe consumate e vestiti firmati. Tupac e la sua Thug life
in cuffia. Occhi cielo cosi persi e il sole cosi spento. Il vento gelido del Nord precipitato al Sud. La gente che guarda. Chissà cosa ci vede. Non immagina niente. Guardo e sorrido. Guardo e maledico. Anche loro come me ci sono, ma non esistono. Ma allora al diavolo
, mi dico, continua a camminare, che niente può abbatterti , ragazza.
E intanto cerco una via d'uscita.
LIVIDI
Non basta respirare per capire d'essere vivi, a volte si dovrebbe anche morire, farsi male. Ricorda: i lividi guariscono da soli senza l'aiuto di nessuno.
CAMBIARE
Alla domanda Cosa fai nella vita?
, rispondevo …già, cosa ci faccio in questa vita?
QUALE COLORE?
Noi esseri umani siamo così pieni di pregiudizi. Giudichiamo chiunque ci capiti davanti. Giudichiamo per il peso, l'altezza, la religione, la bellezza, il colore di pelle. Ah, quanto odio i razzisti! Non ho mai capito quale essere sovrannaturale sia.
Ricordo che all'asilo c'era un bambino di origini africane, era il suo primo giorno in quella classe. Aveva lo sguardo di chi era stato incolpato ingiustamente, si sentiva diverso. Così mi avvicinai e gli dissi ingenuamente:
Sei proprio abbronzato, bravo. Io divento solo rossa.
Ci sono nato cosi!
Mi disse, e abbassò lo sguardo.
Mi sentii così piccola dinnanzi a quella risposta. Ma gli rimasi accanto tutto il tempo. C'era questo bambino, Giovanni, lo ricordo benissimo anche oggi, gli si avvicinò e gli tirò uno pugno allo stomaco gridandogli:
Negro di merda
.
Quanto ho odiato quella bestia solo Dio lo sa. Cosi dopo aver tranquillizzato Ben, che piangeva sotto un banco, dicendogli che quel cretino era cattivo e sarebbe andato all'inferno, andai da Giovanni e tirandogli un pugno in faccia gli gridai:
Bianco di merda.
Ben cambiò scuola il giorno dopo. Ma se lo incontrassi adesso gli direi che mi ha segnata, che se vorrà potremmo ridicolizzare insieme quel bianco di merda.
quando vuole. Gli direi che lui sarà anche nero fuori, ma quella bestia il nero ce l'ha dentro. E penso che non ci sia cosa peggiore di questa.
PAPA’
Nella mia famiglia forse sono l'unica che non ha mai combinato niente. Mio padre, da piccola, mi diceva che sarei dovuta diventare un dottore, uno di quelli bravi, per curargli il cuore. Mi faceva le treccine e le bagnava con un olio profumato
Così sei ancora più bella di quello che sei gia
mi diceva.
Sono cresciuta, grazie a lui credendo nel