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Bullismo & Co.
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Bullismo & Co.

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"Ci vuole un bullo per riconoscerne un altro”. Questa frase di Emily Fields ha ispirato questo nuovo ebook della Collana Genuensis.

Ma siamo proprio sicuri di questa affermazione? Forse per riconoscere un bullo non dobbiamo esserlo anche noi, ma molto più semplicemente dobbiamo avere gli “strumenti” per identificarlo. E questi strumenti ce li fornisce principalmente la conoscenza di un fenomeno, non necessariamente la sperimentazione.

Questo è l’intento che ci siamo preposti: far sapere non solo cosa è il bullismo, di cui si parla ormai da anni e su cui esiste una vastissima letteratura, ma svelare alcune particolari forme di prevaricazione che dal bullismo discendono, ma che stanno facendo si che questo fenomeno scivoli sempre più verso una deriva maggiormente pericolosa rispetto a quella che ha già intrapreso.
LanguageItaliano
Release dateAug 18, 2015
ISBN9788891194503
Bullismo & Co.

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    Bullismo & Co. - Collana Genuensis

    Lupidi

    AREA BULLISMO

    IL BULLISMO

    Il bullismo spezza i rami più belli che un ragazzo o una ragazza possiede. Poi il tempo passa e nasce un fiore nuovo.

    Ines Sansone

    Il bullismo: definizione

    Il termine bullismo è la traduzione italiana dall’inglese bullyng e designa i comportamenti comunicativi attraverso i quali un singolo o un gruppo, fa o dice cose per avere potere o dominare una persona o un altro gruppo. Si tratta in realtà di una oppressione psicologica o fisica, ripetuta e continuata nel tempo, perpetuata da una persona – o da un gruppo di persone – più potente nei confronti di un’altra percepita come più debole.

    Il termine bullyng include, infatti, sia i comportamenti del persecutore sia quelli della vittima ponendo al centro dell’attenzione la relazione comunicativa nel suo insieme.

    Il comportamento-bullo non è, dunque, soltanto la manifestazione di una mancata conoscenza del comportamento socialmente atteso ed accettato. Esso diviene la manifestazione a comunicare l’incapacità, della non competenza a misurare le conseguenze delle azioni messe in atto, una conseguenza questa del continuo modificarsi della situazione, della trasformazione delle conoscenze, della ristrutturazione del campo, delle differenze che si strutturano tra subsistemi culturali.

    Gli atti comunicativi di bullismo vanno dagli insulti alle minacce, dall’isolamento alle piccole calunnie, dal furto alle violenze fisiche. Non si tratta, però, di atti aventi tutti la stessa natura e le conseguenze che comportano sono certamente differenziate. Le minacce e gli insulti possono avere conseguenze pesanti su chi le subisce, specie se ripetuti, poiché è proprio la reiterazione che può trasformarli in atti più gravi, configurandoli come atti di bullismo. Diverso peso hanno certamente il furto e le violenze fisiche. Gli episodi più comuni di prepotenza sono le offese personali (appellativi sgradevoli).

    Il bullo comunica la sua potenza e il suo potere a colui che può percepire la differenza di relazione, sentendosi inferiore al suo persecutore.

    Il fenomeno del bullismo è, dunque, la punta dell’iceberg di una violenza più diffusa che dobbiamo riconoscere e rispetto alla quale dobbiamo interrogarci. Spesso, infatti, non si dà importanza al bullismo perché lo si confonde con i normali conflitti fra coetanei ma, a ben guardare, ha delle proprie caratteristiche: l’asimmetria della relazione comunicativa, il potere del bullo nei confronti della vittima, la vulnerabilità della vittima stessa, l’intenzionalità, la persistenza nel tempo.

    Il luogo dove oggi il bullismo va sempre più diffondendosi è quello delle scuole elementari e medie, anzi si può ancor meglio dire che il luogo dove avvengono la maggior parte degli atti di prepotenza è la classe frequentata dagli aggrediti. Quindi, non luoghi distanti dallo sguardo degli insegnanti e dei compagni di scuola. Il fenomeno riguarda, principalmente, le relazioni che si sviluppano all’interno del gruppo classe. In questo

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