Come prolungare la vita: Ricerche intorno alle cause della vecchiaia e della morte naturale e dimostrazione della alimentazione degli agenti meglio adatti al maggiore prolungamento della vita umana
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PREFAZIONE
CAPITOLO I - Le cause della vecchiaia e della morte naturale
CAPITOLO II - La sorgente degli accumuli che producono la vecchiaia a la morte naturale
CAPITOLO III - L’alimentazione più adatta, nella composizione e nella quantità, per una lunga vita
CAPITOLO IV - Esempi di longevità nell’uomo e nel regno animale e vegetale
CAPITOLO V - Modo di prevenire le malattie
CAPITOLO VI - Agenti meglio adatti a prolungare l’esistenza
CAPITOLO VII - Conclusione
APPENDICE del traduttore
APPENDICE
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Book preview
Come prolungare la vita - Evans De Lacy
DE LACY EVANS
COME PROLUNGARE LA VITA
Ricerche intorno alle cause della vecchiaia
e della morte naturale
Dimostrazione della alimentazione
e degli agenti meglio adatti
al maggiore prolungamento della vita umana
sulla Terra
Fratelli Bocca Editori - Prima edizione digitale 2015 a cura di David De Angelis
INDICE
PREFAZIONE
CAPITOLO I - Le cause della vecchiaia e della morte naturale
CAPITOLO II - La sorgente degli accumuli che producono la vecchiaia a la morte naturale
CAPITOLO III - L’alimentazione più adatta, nella composizione e nella quantità, per una lunga vita
CAPITOLO IV - Esempi di longevità nell’uomo e nel regno animale e vegetale
CAPITOLO V - Modo di prevenire le malattie
CAPITOLO VI - Agenti meglio adatti a prolungare l’esistenza
CAPITOLO VII - Conclusione
APPENDICE del traduttore
APPENDICE
PREFAZIONE
Quest’opera è dedicata a Sir ISACCO HOLDEN come segno di ammirazione per l’interessamento che egli ha messo per tanti anni in riguardo alla Alimentazione e Longevità
, e per riconoscenza di tanti sforzi da lui fatti per popolarizzare con precetti ed esempi molte delle idee contenute in questo libro.
"Se la mia abilità fosse eguale ai
miei desideri, non vi sarebbe né
dolore ne povertà nell’universo".
ADDISON.
In ogni essere che faccia parte della Natura animata, dal più insignificante insetto al più illuminato, nobilitato ed altamente sviluppato essere umano, noi notiamo un amore profondamente radicato, per un possesso a preferenza di tutti gli altri, e questo è il possesso della vita. Che cosa non darebbe un uomo per conservare la sua vita? Che cosa non darebbe per prolungarla? Il valore della ricchezza, dei titoli, degli onori, del potere e degli intenti mondani sono nulla, in paragone del valore che ogni uomo sano, per quanto umile e miserabile, dà alla conservazione della sua vita. La vita umana, considerata fisicamente, è una operazione di chimica animale; e, per quanto ciò possa essere considerato come un principio astratto, le manifestazioni ed i fenomeni della vita dipendono dai poteri uniti della Natura che agisce sulla materia in uno stato mutabile, e sono incorporati in pochi, grandi ed elementari processi di fisica e di chimica. Le leggi della vita e della morte, guardate sotto questo punto di vista, formano la base di una scienza stabile, la Macrobiosi, ovvero l’arte di prolungare la vita. Vi è però una distinzione da fare tra quest’arte e la scienza della medicina, ma l’una è ausiliaria dell’altra. Esiste uno stato del nostro corpo che noi chiamiamo salute; un maggiore o minore allontanamento da questo stato noi chiamiamo malattia. L’oggetto della medicina è quello di guidare queste variazioni verso un dato centro di equilibrio corporeo; ma l’oggetto della macrobiosi è quello di conservare il corpo in salute, e quindi prolungare la vita, basandosi sulla dietetica ed altre regole quali principi generali. Nella presente opera l’autore ha tentato di andare oltre, ricercando le cause che concorrono a produrre i cambiamenti che si osservano a misura che l’età si avanza, e inoltre indicando un mezzo per arrestarli. Chi scrive, parla o medita senza avere dei fatti che dirigano la sua mente, è come un marinaio sul vasto oceano che non abbia compasso o timone per la sua nave
. Se egli concepisce un’idea, un fantasma della sua propria immaginazione, e cerca di farne una realtà, accettando solamente quei fatti o fenomeni che vanno d’accordo colla sua concezione prematura, ignorando quelli che sono in opposizione con questa ombra o idea, ma che possono nondimeno essere dimostrabilmente veri, egli crea una teoria che può essere scorretta, ed essendo così, essa è dannata prima o poi alla distruzione. E quantunque possano occorrere poche ore per costruire questa teoria, possono passare dei secoli prima che essa sia finalmente distrutta. Il fondatore di un’ipotesi erronea crea un mostro che serve solamente a combattere ed a soffocare la verità.
La lotta può durare solamente per un certo tempo, perché la verità deve necessariamente prevalere alla fine. "Il vero filosofo cerca sempre di spiegare ed illustrare la Natura per mezzo dei fatti, dei fenomeni, cioè per mezzo degli esperimenti, la consultazione e l’interpretazione dei quali forma il suo compito, e per mezzo dei quali egli fa sì che l’oggetto della sua investigazione parli in modo da riuscirgli intelligibile; ma è colla accurata osservazione e coll’accomodare tutti quei fatti in quanto sono in connessione col suo argomento che ei raggiunge la conoscenza intima della natura di questo. Perché non dobbiamo mai dimenticare che ogni fenomeno ha la sua ragione, che ogni effetto ha la sua causa" - BACON.
La storia della scienza ci dà l’assicurazione consolante che si riuscirà, seguendo la via dell’esperimento e della osservazione, a svelare i misteri della vita organica, e ad ottenere risposte definite e precise alla domanda: Quali sono le cause che concorrono a produrre i fenomeni vitali?
- LIEBIG.
Non si allarmi l’uomo per la moltitudine degli oggetti che si presentano alla sua attenzione; perché è questo al contrario che dovrebbe piuttosto destare la speranza... Se ci fosse qualcuno tra di noi che, interrogato sulle cose della Natura, fosse sempre pronto a rispondere coi fatti, la scoperta delle cause ed il fondamento di tutte le scienze sarebbe l’opera di pochi anni
- BACON.
Lo scopo dell’autore è quello di rendere noto il risultato delle investigazioni intorno allo cause di ciò che si chiama decadimento naturale
, non teoricamente o coll’accettare solamente quei fatti che si accordano con una idea preconcetta, ma col raccogliere tutti i fatti opportuni al riguardo, e trarre chiare e stringenti deduzioni da essi. L’opera non è scritta allo scopo di accordare una individuale grandezza all’uomo, né di fare disconoscere un Essere Supremo. La conoscenza sempre maggiore dei fenomeni della Natura e delle leggi dalle quali essi sono regolati, ci fa consci e ci insegna a riconoscere la perfezione, la grandezza e l’impenetrabile scienza di un Creatore onnisciente, le cui opere ed azioni diventano ogni giorno più manifeste nelle illimitate manifestazioni; la cui sublimità e grandezza la mente umana non è capace di concepire. L’immaginazione più fervida - la mente più esaltata - contemplerà le immagini e le forme, che, comparate colla realtà, non appaiono altro che bolle dai colori vividi e cangianti che svaniscono, lasciando l’osservatore forzatamente conscio della propria debolezza ed imperfezione, ma non illuminato dalla inscrutabile scienza di un Essere infinitamente più alto.
Quest’opera ha avuto origine da una memoria sulla Calcificazione, causa della vecchiaia
letta dall’Autore davanti alla Società Medica e Fisica dell’ospedale di San Tommaso il 26 ottobre 1876. L’autore dapprima concepì l’idea del possibile prolungamento dell’esistenza da una pubblicazione intitolata Longevità Patriarcale
di Parallax, nella quale fu prima indicata la calcificazione come causa della vecchiaia, e da cui son tolte parecchie citazioni; molti esempi di longevità son presi dagli Archivi della Longevità
di Easton e Bailey e dall’ Arte di prolungare la vita
di Hufeland edita dal fu Erasmo Wilson. È stata per lungo tempo opinione degli uomini di scienza che, con una alimentazione conveniente e regolare, si può godere in buona salute sino ad una verde vecchiaia la benedizione della vita. Lo scopo di quest’opera è di mostrare che si può per un certo tempo frenare le cause che sono visibili negli effetti a misura che l’età si avanza, e così prolungare la vita: e ancora con altri mezzi, fondati su semplici fatti, si può far ciò per un lungo periodo. Sir Beniamino Ward Richardson recentemente diceva: Presumendo che degli esseri umani siano nati di buona e sana costituzione, essi sono bene avviati, a meno che non siano vittime di agenti distruttivi accidentali, a vivere cinque volte la loro maturità, cioè cinque volte 21 anni, il termine naturale della vita anatomica, 105 anni; termine che pochi raggiungono, ma che pure è conseguibile, come mostra l’esperienza, e tanto conseguibile come portato di una legge naturale, che la maggioranza degli uomini e delle donne lo raggiungerebbero se essi vivessero convenientemente
[1]
Il dottor Kearney, in un articolo sul soggetto di quest’opera nel Transatlantic Monthly, affermava non esservi ragione perché la vita umana non dovesse protrarsi almeno a 200 anni; e molti altri scrittori sono di opinione simile. La chimica odierna - e non parliamo di quella avvenire - indica distintamente più di questo. Artemus Ward diede un sano consiglio quando scrisse: Non profetate mai a meno che non sappiate
La chimica non ha bisogno di un profeta. Essa è una scienza sperimentale e vera, fondata sui fatti e non sulla immaginazione. Quando consideriamo che la differenza tra un vecchio e un giovane è dovuta alla graduale accumulazione di certi composti chimici semplici e definiti, i quali producono un’alterazione nell’apparenza, nella struttura e nella funzione, non vi è ragione per la quale non dovremmo noi avere eventualmente - e forse tra poco - sotto il nostro controllo questi cangiamenti, ed in tale estensione, che il solo caso fosse il nemico. E poi la chimica dell’avvenire può, anzi riuscirà a preparare un’alimentazione artificiale che conterrà i soli elementi necessari alla nutrizione, senza di quelli che sono dannosi alla longevità e che son causa tanto delle alterazioni caratteristiche dell’età quanto della morte immatura. La scienza non è contraria all’ammettere l’approssimarsi d’un periodo in cui - almeno per alcuni - si riconquisti la perduta Arcadia, ed in cui, come scriveva Walter Scott, i savi diventeranno monarchi della terra, e la morte stessa si ritirerà davanti al loro disprezzo
.
[1] Secondo una nota legge fisiologica, ogni animale vive naturalmente cinque volte il periodo di tempo che impiega per raggiungere il perfetto saldamente di tutte le sue ossa. Tale periodo per l’uomo è di circa 25 anni, quindi la sua vita naturale sarebbe di 125 anni, o poco meno. Tale deduzione scientifica è d’accordo con quello che dice la Bibbia: a Et dies hominis erunt centum et viginti annorum
CAPITOLO I - Le cause della vecchiaia e della morte naturale
Malgrado tutte le nostre scoperte fisiologiche, anatomiche e filosofiche, ci sono ancora al presente molte questioni non risolute; tra le altre vi è quella dell’azione del cervello, del pensiero, del movimento, della vita, e del possibile prolungamento dell’esistenza. La Natura ci parla in un linguaggio particolare, nel linguaggio dei fenomeni. Essa risponde sempre alle domande che le si fanno; e tali domande sono gli esperimenti
. Nella vecchiaia il corpo differisce materialmente dalla gioventù, nell’attività, nella sensibilità, nella funzione e nella composizione. Il corpo attivo, pieghevole, sensibile ed elastico della gioventù, man mano cede il posto all’induramento, alla rigidità ed alla decrepitezza che termina nella morte naturale. In Natura vi sono distinte ragioni per ogni cambiamento: per lo sviluppo, per il crescere, per la decomposizione e per la morte. Se colla nostra mente libera dalla teoria, e senza i pregiudizi delle ipotesi noi domandiamo alla Natura la causa di questi cambiamenti, essa certamente ci risponderà. Domandiamole la causa di queste differenze tra la giovinezza e la vecchiaia, perché le varie funzioni del corpo gradatamente cessano; perché noi diventiamo vecchi e poi moriamo. Il fatto più caratteristico della vecchiaia è che un deposito fibroso, connettivale e terroso ha preso posto nell’organismo; e il deposito terroso è composto principalmente di fosfato e carbonato di calce, di magnesia e tracce di altri alcalini terrosi [1] Tra i fisiologi ed i filosofi medici generalmente prevale l’idea che la calcificazione (ossia l’accumulo graduale dei sali terrosi nell’organismo) che caratterizza la morte naturale
è il risultato della vecchiaia; ma l’osservazione mostra che tale spiegazione è non soddisfacente. Perché in primo luogo, se lo invecchiare (che è in realtà il numero degli anni che una persona ha vissuto) è la causa della calcificazione che l’accompagna, allora, se cause simili producono effetti simili
, tutti gli nomini della stessa età si dovrebbero trovare nello stesso stato di calcificazione; ma l’osservazione prova senza ombra di dubbio che le cose procedono diversamente. Come è frequente vedere individui intorno ai cinquant’anni vecchi e decrepiti come altri di settanta od ottanta! Noi ricercheremo prima le differenze trovate dalla osservazione tra la giovinezza e la vecchiaia, nei molti tessuti e negli organi del corpo.
OSSA. - La quantità media dei costituenti delle ossa nella prima età, secondo un’analisi di Berzelio, è
Così vediamo che il 66,7 per cento, ossia circa i due terzi, sono fatti da composti inorganici o terrosi. La porzione organica o gelatinosa (se è fresca) contiene circa il dieci per cento di acqua. La sostanza ossea compatta contiene più materia salina di quella spongiosa, e proporzionalmente una quantità maggiore di fosfato di calce rispetto al carbonato in paragone della spongiosa [2] Se pigliamo le ossa di un fanciullo, di un giovine nel fiore della sua vita, e di un vecchio, e sottoponiamo un dato peso di ciascuno di essi ad una semplice analisi (potendo facilmente ottenere i costituenti salini di essi assoggettandoli ad un forte calore, con libero accesso dell’aria, col quale mozzo la materia animale od organica viene interamente ad essere consumata, restando solamente la parte salina) e se pesiamo accuratamente il residuo dei sali terrosi, che cosa troviamo? Troviamo che le ossa del fanciullo contengono una certa quantità di composti terrosi (secondo l’età); che le ossa del giovane ne contengono una proporzione maggiore, e che quelle del vecchio ne contengono una quantità ancora maggiore. Se pigliamo anche uno stato intermedio tra la fanciullezza e la virilità da una parte, e dall’altra uno stato intermedio tra la virilità e la vecchiaia, otteniamo lo stesso risultato, il quale chiaramente dimostra che per qualche causa, la quantità dei composti terrosi nelle ossa aumenta gradatamente dalla nascita alla vecchiaia [3] Secondo lo Schreger ed altri vi è un considerevole aumento nei costituenti salini delle ossa con l’avanzare degli anni. Il dottor Rees stabilisce che esso è specialmente accentuato nelle ossa lunghe ed in quelle della testa che, nel feto, non contengono l’eccesso di sostanze terrose che si trova in quelle dell’adulto…Così nel fanciullo, in cui la materia animale predomina, non è infrequente trovare, in seguito ad un’offesa subita dalle ossa, che esse si pieghino o si rompano solamente in parte, per la quantità grande della sostanza animale flessibile che contengono. Ed al contrario nei vecchi, nei quali le ossa contengono una grande quantità di materia terrosa, essendo la organica nello stesso tempo deficiente per quantità, e qualità, le ossa sono più fragili, la loro elasticità è perduta e quindi le fratture avvengono più facilmente
- GRAY.
Dalla vita embrionale alla nascita si va svolgendo un graduale processo di ossificazione, ed anche alla nascita le epifisi di molte ossa cilindriche, tutte le ossa del carpo [4] le cinque più piccole del tarso [5] la rotula, le ossa sesamoidi [6] e gli ultimi pezzi del coccige non sono ancora ossificati. Continuando ancora questo processo di ossificazione dopo la nascita, le epifisi si uniscono al corpo dell’osso, i centri di ossificazione delle vertebre e del cranio gradatamente si