Pelle - Cielo
Di Anna Polin
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Anteprima del libro
Pelle - Cielo - Anna Polin
Anna Polin
Pelle - Cielo
UUID: 79939eba-6c14-11e5-8287-119a1b5d0361
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Indice
INTRODUZIONE
SUL CORPO
Etimologia del desiderio
Incontri e relazioni
SUL SILENZIO
Con il corpo
Rumore di gioia
Ti conosco con le mani
Se c'è silenzio
Sto senza correre
Non sono nuda senza vestiti
Avviene in silenzio
Di vimini
Non c'è tempo
Ti seguo fuoco
Di carne
Corpo che non è
L' ostinato si spegne
Segui la voce
A volte
Sbuccio le tue vertebre
E poi?
SUL DESIDERIO
L' essenza del desiderio
Le ripercussioni sul quotidiano
Elogio della lentezza
SULLA RELAZIONE
Incidenti ed esplosioni
Fedeltà
Libertà
La bellezza
Camminando con il fuoco
Appartenere
CONCLUSIONE
EPILOGO
BIBLIOGRAFIA
Note
ANNA POLIN
PELLE – CIELO
La frase della copertina è una libera interpretazione dell'autrice
ispirata al testo: La morte e la fanciulla
di Guido Brivio
C'è una sola fiamma.
Siamo i custodi del fuoco.
INTRODUZIONE
Viviamo in un periodo storico in cui c'è una recrudescenza verso il genere femminile, fenomeni come lo stalking, la violenza e lo stupro arrivano nelle nostre case attraverso i mezzi di comunicazione. Non lo so se i numeri delle violenze sono realmente aumentati o se è un fenomeno dovuto alla maggior diffusione delle notizie, di fatto siamo confrontati quasi quotidianamente con relazioni difficili tra uomini e donne. Nello stesso tempo c'è un desiderio, tutto femminile, di ritrovare una cultura di genere, di rinforzare il legame tra donne, di creare dei luoghi d'incontro in cui raccontarsi. Questo breve libro, pur riconoscendo il tentativo di molte donne di rinforzare una cultura di genere, si situa ad un livello diverso. Quello che m'interessa trattare è ciò che precede
la differenza tra uomo e donna, ovvero individuare e raccontare l'unione
, individuare quel luogo intimo, presente in ogni persona, che precede la differenza e che proprio per questo dona senso al genere. Dunque cercherò di raccontare quel punto in cui ciò che è apparentemente opposto diventa uno e perciò salvifico perché presente e riconoscibile sia dall'uomo che dalla donna. Essendo un tema scivoloso che può essere veramente compreso quando lo strumento del pensiero si ammorbidisce, cercherò di arrivare con la poesia, là dove la logica non è più efficace.
SUL CORPO
All’universo non gliene importa niente dei popoli, delle nazioni.
L’universo sa soltanto che senza due corpi differenti
e due pensieri differenti, non c’è futuro.
Giorgio Gaber
Etimologia del desiderio
Nella nostra esperienza d'occidentali è immagine condivisa associare il corpo femminile al desiderio ed è questo un punto da analizzare con attenzione in quanto matrice di molte alterazione di senso. Per poter approfondire la questione è interessante individuare l'etimologia della parola desiderio. Dal latino desiderium, composto di de e sidera, la mancanza delle stelle. Ovvero il desiderio è un'aspirazione verso ciò che brilla ma è lontano, un anelito che ci spinge a muoverci verso. Quante volte raggiunto il desiderio che ci aveva mosso verso un obiettivo ci siamo trovati svuotati e l'unico modo per ritrovare l'entusiasmo è stato quello di partire verso la realizzazione di qualcosa di nuovo? La nostra vita è un continuo alternarsi di desideri, ma in realtà ciò che si cerca non è il miraggio creato dalla pulsione dell'anelare, bensì l'intensità prodotta dallo stesso anelito. Questo è un punto capitale e per meglio spiegarlo riporto anche l'etimologia della parola stella
, che deriva appunto da sidera.
Il termine stella
è stato oggetto di numerose etimologie e analisi da parte dei linguisti. "Attualmente essi propendono per due alternative. La prima tende a far derivare il termine da una radice che significherebbe ardere, bruciare; in alternativa, il termine deriverebbe da una parola sumera o babilonese, riconoscibile anche nel nome della dea Ishtar, con cui si indicava il pianeta Venere."¹ Perciò la stella, sidera,
è ciò che arde. Il desiderio riconduce al fuoco, all'intensità. Del resto anche nel linguaggio comune si parla di una stella
come di chi vive di luce propria, come di chi crea in sé stesso il fulgore. Se andiamo a scoprire qualcosa di più sulla dea Ishtar da cui deriva il termine, scopriamo qualcosa d'interessante che gioca come un rimando di specchi con l'analisi in corso. "Ishtar è associato con il pianeta Venere che le comporta l'appellativo di Signora della Luce Risplendente e l'iconografia della dea è associata alla stella ad otto punte dell'epopea di Gilgamesh. Ishtar rappresenta l'amore sensuale. I suoi appellativi sono: Argentea
, Donatrice di Semi
, quindi ella governa anche