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Mucche rivoluzionarie
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Mucche rivoluzionarie

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Gli animali di un remoto alpeggio alpino della Valle d’Aosta vivevano sotto il rigido controllo umano. Decisero così di instaurare un’area di pascolo gestita solo dagli animali e, attraverso una pseudo-rivoluzione, riuscirono a scacciare il proprietario Gût. Le mucche Stella Alpina e Lattosa si misero a capo del nuovo ordine, ma ben presto qualcosa tra le due vacche s’incrinò…
La realizzazione dell’e-book è la conclusione di un progetto di scrittura della classe 3°D della Scuola Secondaria dell’Istituzione Eugenia Martinet di Aosta che trae ispirazione dal romanzo “La fattoria degli animali” di George Orwell e vuole farne una riscrittura in chiave contemporanea e ambientata nella nostra regione.Il progetto didattico proposto ha cercato di sensibilizzare le nuove generazioni nei confronti della lettura e ad appassionarli alla scrittura in modo divertente e istruttivo. In un mondo sempre più rapido e dominato dai social network, è importante far sviluppare nei giovanissimi un forte amore per la lentezza della scrittura.
LanguageItaliano
Release dateMay 12, 2015
ISBN9786050379150
Mucche rivoluzionarie

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    Mucche rivoluzionarie - Andrea Camilletti

    Camilletti

    Premessa

    La realizzazione del breve romanzo è la conclusione di un progetto di scrittura della classe 3°D della Scuola secondaria Jean Baptiste Cerlogne dell’Istituzione Eugenia Martinet di Aosta che trae ispirazione dal romanzo La fattoria degli animali di George Orwell e vuole farne una riscrittura in chiave contemporanea e ambientata nella nostra regione.

    Gli animali di un remoto alpeggio alpino della Valle d’Aosta vivevano sotto il rigido controllo umano. fra verdi prati e cime imbiancate si trovava un piccolo villaggio composto da quattro case, una bellissima cascata da cui nasceva un torrente. Qui viveva Gût il pastore che possedeva capre, asini, muli e mucche. Tuttavia l’uomo trattava male le bestie. Così gli animali, guidati dal vecchio toro Torino, decisero di ribellarsi e di instaurare un’area di pascolo gestita solo dagli animali. Attraverso una pseudo-rivoluzione, riuscirono a scacciare il proprietario Gût e a instaurare un Alpeggio degli Animali. Le mucche Stella Alpina e Lattosa si misero a capo del nuovo ordine, ma ben presto qualcosa tra le due vacche s’incrinò…

    Col passare del tempo le leggi vennero cambiate a favore delle sole mucche e creando, a poco a poco, una vera e propria dittatura.

    Gli obiettivi didattici erano quelli di spiegare ai ragazzi, attraverso un racconto, la Rivoluzione Bolscevica in Russia e le caratteristiche di uno stato totalitario.

    Capitolo 1

    di Serena Taschin

    Nel nord ovest italiano, fra verdi prati e cime imbiancate, si trovava un piccolo villaggio composto da quattro case, una bellissima cascata da cui nasceva un torrente. Qui viveva Gût circondato dalla sfolgorante e ardita natura. Era un uomo alto di corporatura media con capelli scuri e occhi neri che viveva in questo piccolo angolo di paradiso della bella Valle d’Aosta. La regione è circondata solo da montagne con le punte innevate tutto l’anno. In questo meraviglioso posto c’erano anche vaste distese di un verde intenso, dove pecore, capre e mucche pascolavano libere sotto l’attenzione del pastore.

    Anche Gût era un pastore e possedeva capre, asini, muli, mucche e anche delle Reîne che ogni anno partecipavano alla Battaille per aggiudicarsi il primo posto. Quest’ultima è una manifestazione locale antica, dove le bovine di alpeggi diversi si scontravano per dimostrare quale fosse la più forte.

    Era una serata autunnale, qualche giorno prima della Désarpa, Gût portava il latte delle sue mucche e delle sue capre alla latteria del paese con l’aiuto della moglie, com’era di loro abitudine. La donna era di bassa statura, con dei lunghi capelli biondi sempre raccolti in uno chignon e due grossi occhi azzurri, spesso indossava il suo grembiule con la stampa a fiori.

    I due coniugi preparavano il formaggio, giravano e salavano le forme fatte in precedenza, in attesa della loro stagionatura, nel frattempo nella stalla cominciava un passaparola fra tutti gli animali per riunirsi l’indomani nell’ovile principale.

    Il passaparola iniziò dalla capra Barbetta, una bestiola col manto bianco e nero. Aveva una sola corna, perché l’altra l’aveva rotta durante una battaglia, una piccola e simpatica barbetta sul mento da cui prende il suo nome.

    - Lattosa e Stella Alpina – belò la capretta Barbetta allo stambecco Alpino detto Pino – mi hanno detto di dirti che domani ci dobbiamo trovare alle 20:00 nella stalla principale. Dillo agli altri!

    - Certo ci sarò – rispose Pino – informerò anche gli altri.

    Poi si recò nel recinto dei cavalli.

    - Domani alle 20.00 nella stalla principale – disse forte e chiaro.

    E così fece con tutti gli altri.

    La mattina seguente, Gût portò tutti gli animali al pascolo passando per dei piccoli sentierini di montagna. A pranzo mangiò un’ottima valpellinentze cucinata dalla moglie, che è originaria della Valpelline, una fetta di Fontina e bevve un bicchiere di vino rosso.

    A fine giornata, verso le cinque del pomeriggio, prese il suo zaino, il suo berretto, il bastone e s’incamminò verso la via di casa, seguito da un lunga coda di mucche. In fondo, ad aiutarlo, c’era il suo fedele cane che, caso strano, era un lupo e non un cane pastore.

    Dopo aver ben cenato e ben bevuto, Gût e sua moglie andarono a letto, mentre nella stalla gli animali iniziavano a riunirsi.

    - Dai muoviamoci! È tardi! – belò Barbetta iniziando a saltellare.

    -

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