Essenza. Alchimia
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Book preview
Essenza. Alchimia - Marco Capodieci
gnostico)
Introduzione
"N uota calmo e indisturbato, è bianco come le nuvole, come la neve, calda di coccole e di luce.
Muove le sue gambe sopra uno specchio dorato, calmo di pace e di gioia.
Alza la testa e canta alle Stelle, al Sole, alla Luna. Non teme di nulla, lui conosce il mistero della sua vita: è il suo canto all’Amore, immenso e Universale.
Nel suo cuore, bianco di latte e fresco come carni di neonato, è forte la speranza, quella che ci chiama tutti fratelli, anime uniche e preziose, scrigni di luce e parte di un’unica Essenza."
Canta alla vita quel cigno sul lago, io l’ho visto, è qui, dentro queste pagine.
Signore della Luce e sorgente di pace.
Ho assaporato il suo amore e quello di tante anime, intimamente unite nel mistero della vita.
Essenza è Nadine, è Anguis, è Safiya, è Fu’ad, è un uomo dagli occhi di ghiaccio, calmo e pacato.
Cosa cerchi tu che leggi queste pagine?
Forse una storia? O un viaggio? O altri universi, lontani e remoti, a te ancora ignoti?
Essenza è tutto ciò che tu desideri sapere: è la vita di tutti gli uomini di tutti i tempi e di tutti i luoghi; è la ricerca del fine ultimo delle infinite esistenze che si accendono come fiaccole a notte fonda su questa terra; è Nadine, giovane donna dagli occhi verdi come smeraldi ed è la sua anima eterna ma immersa nel divenire del ciclo di nascite e rinascite del quale tutti ne siamo parte; è la forza che spinge ogni uomo a ricercare la luce dentro di sé, nel faticoso viaggio dentro la sua anima, nella paura di affrontare il dolore del peccato, della sofferenza, dei lati oscuri che albergano forti dentro gli inconsci di tutti noi; è la luce dell’Alchimia, quella chiave di volta che, una volta scoperta e decifrata nei suoi misteri, impenetrabili per molti, sa donarci la fiaccola del sapere, vera forza che può condurci verso un’esistenza fuori dal tempo e dello spazio, in un luogo dove potremo vivere eternamente l’Amore Puro e sentirci così Unici
e così parte del Tutto
che tutto include.
Essenza è la verde Irlanda e una bimba dai gialli stivali: lei corre incontro al vento senza la paura di diventare un’Aquila. È il pianto di un padre per non averle custodito le sue amate bambole; è un meraviglioso cavallo bianco che vola, lassù, in alto, tra le Stelle e il Cosmo, il quale ci indica la nostra casa, quel posto dove un giorno tutti ritorneremo e dove ad attenderci ci saranno sempre una Safiya e un Fu’ad che riempiranno il nostro cuore di felicità.
E sarà Alchimia di un eterno presente in cui sperimenteremo, più forti di sempre, la forza del perdono e la luce della speranza. In cosa?
Nell’Amore.
Questo e molto di più è presente in queste pagine.
Marco Capodieci te le dona perché tu possa accogliere questo suo viaggio nel tuo cuore.
Egli con parole semplici ma meravigliosamente armoniche ha incontrato la forza dell’Alchimia nella sua vita ed ha abbandonato il cuore e la mente ai suoi misteri.
Non ha avuto paura del viaggio, ma è riuscito a trovare la forza per leggersi
lì, nel profondo del suo cuore e di ritrovare la strada della luce e della conoscenza.
Marco è ritornato dal suo viaggio con l’Amore nei suoi occhi.
Il suo dono all’Universo intero è questo libro.
È un dono di luce, di consapevolezze, di coraggio e di Alchimia con tutto ciò che gli sta attorno.
Lui ora è vicino al mistero della vita, ne ha assaporato la sua Essenza e l’ha tradotta in parole.
Se qualcuno ti chiedesse chi è l’autore di questo testo, tu rispondi pure: "Un ALCHIMISTA!"
Anna Studiale
Il giovane discepolo di nome Fu’ad, riccioli color della noce e iridi di cristallo, vestito con una tunica nera e ai piedi degli umili sandali in pelle, entrò nel grande Tempio dedicato alla Dea Iside e al Dio Osiride, la cui struttura, imponente, aveva lo stesso colore della sabbia rossa che ricopriva il deserto tutt’attorno. Sulle sue terrazze, come gemme interrate in grandi vasi dorati, delle verdi palme facevano apparire quel luogo fuori dal tempo e dallo spazio, come un gioiello della stessa natura.
Fu’ad percorse, quindi, come aveva già fatto altre volte nella sua vita, un lungo corridoio illuminato unicamente da piccole fiaccole che emettevano una luce fioca, ma che bastava per vedere dove si mettevano i piedi. Una volta uscito da quel tragitto semi buio, un forte profumo di incenso lo abbracciò e si ritrovò così in una sala luminosa e immensa dalle pareti tutte dorate e dal pavimento di marmo nero striato di bianco.
Lungo tutto il suo perimetro, delle grandi colonne di marmo di uno strano colore che sembrava come blu cobalto con venature anch’esse dorate, sostenevano un soffitto altrettanto sfarzoso e tempestato di pietre preziose nonché decorato con i simboli del Sole, della Luna e delle Stelle.
Al centro della grande Sala del Tempio, una possente pietra di smeraldo con incise sulla sua facciata liscia delle figure geroglifiche, nascondeva alla vista un regale trono di marmo bianco sopra una piattaforma esagonale dello stesso colore. A illuminare e a scaldare, così, quella particolare atmosfera, erano otto giganti bracieri dove le fiamme si elevavano alte verso la volta sfavillante. Quattro di questi caldani infiammati erano posizionati vicino la parete di destra, in semi cerchio, di fronte la statua della Dea Iside con in braccio il figlio Horus intenta ad allattarlo, mentre gli altri quattro, nella parte opposta, facevano da guardia davanti la statua di Osiride, seduto.
Chi entrava in quel luogo di culto così straordinario, dimora degli Dei, doveva dapprima respirarne profondamente l’Essenza e, poi, sostare e contare quaranta battiti del proprio cuore dinnanzi alla verde Tavola di Smeraldo.