Come essere felici con la Magia
Di Eu Daimon
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Info su questo ebook
Se la perfetta felicità è inesistente, vi è una felicità relativa che resta subordinata alle aspirazioni di ciascuno di noi e che si mostra inafferrabile solo per coloro che, pur desiderandola ardentemente, non compiono lo sforzo necessario per carpirla.
Simile all’amore, essa non conosce altre leggi che quelle della propria fantasia e si piega solo alla volontà potente e pertinace che sappia asservirla e curvarla al proprio giogo.
Definire la felicità è un compito puerile; significa evocare tutti i sogni dei poeti, seguire le divagazioni dei filosofi, le sentenze dei pensatori di tutte le epoche; è la sola cosa che si può dare senza possederla, ma che si può egualmente conquistare come si conquistano tutte le virtù, con una disciplina morale sostenuta da un desiderio perseverante.
Indice dei Contenuti
Premessa
I tre punti fondamentali
La magia naturale
Tavola I - Il Talismano del Re Salomone
Tavola II - Il Talismano del Cielo
I talismani
1. Che cosa sono
2. Come si fanno
Le operazioni magiche
I profumi magici
Le piante che favoriscono l’amore
Tavola III - Pantacolo di Maria
Tavola IV - Pantacolo della Vittoria
Come conquistare e conservare l’amore della persona amata
Si può avere la persona che si desidera?
La guarigione magica
1. Utilizzazione del fluido magico
2. Come si attiva
3. Come si potenzia
Tavola V - Pantacolo della Salvezza
4. Come si conserva
5. L’acqua magnetizzata
Tavola VI - Pantacolo della Speranza
Tavola VII - Pantacolo della Spada
Tavola VIII - Pantacolo di Agla
Tavola IX - Pantacolo di Gabriele
Tavola X - Pantacolo della Misericordia
Tavola XI - Pantacolo della duplice
Tavola XII - Pantacolo di S. Giovanni
Tavola XIII - Pantacolo di S. Marco
Tavola XIV - Pantacolo di S. Luca
Conclusione
Indice dei talismani e pantacoli
Tavola I - Il Talismano del Re Salomone
Tavola II - Il Talismano del Cielo
Tavola III - Pantacolo di Maria
Tavola IV - Pantacolo della Vittoria
Tavola V - Pantacolo della Salvezza
Tavola VI - Pantacolo della Speranza
Tavola VII - Pantacolo della Spada
Tavola VIII - Pantacolo di Agla
Tavola IX - Pantacolo di Gabriele
Tavola X - Pantacolo della Misericordia
Tavola XI - Pantacolo della duplice
Tavola XII - Pantacolo di S. Giovanni
Tavola XIII - Pantacolo di S. Marco
Tavola XIV - Pantacolo di S. Luca
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Recensioni su Come essere felici con la Magia
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Anteprima del libro
Come essere felici con la Magia - Eu Daimon
Luca
Premessa
La felicità, inafferrabile meteora a caccia della quale si accaniscono gli uomini, è la sola cosa che è ostinatamente negata al genere umano.
Se la perfetta felicità è inesistente, vi è una felicità relativa che resta subordinata alle aspirazioni di ciascuno di noi e che si mostra inafferrabile solo per coloro che, pur desiderandola ardentemente, non compiono lo sforzo necessario per carpirla.
Simile all’amore, essa non conosce altre leggi che quelle della propria fantasia e si piega solo alla volontà potente e pertinace che sappia asservirla e curvarla al proprio giogo.
Definire la felicità è un compito puerile; significa evocare tutti i sogni dei poeti, seguire le divagazioni dei filosofi, le sentenze dei pensatori di tutte le epoche; è la sola cosa che si può dare senza possederla, ma che si può egualmente conquistare come si conquistano tutte le virtù, con una disciplina morale sostenuta da un desiderio perseverante.
La felicità, fiamma votiva che illumina il santuario dell’anima, che alcuni confondono con la gioia, è in pari tempo così incompleta, così fugace e così precaria che non può essere evocata senza evocare ugualmente il rimpianto di ciò che ci manca e la paura di perdere ciò che noi possediamo; il ricordo di una felicità svanita lascia nelle nostre anime solo tristezza e malinconia.
Che cosa manca a certi esseri, favoriti dal destino di ogni bene, per essere felici?
Semplicemente un po’ di sventura.
Per altri, invece, la felicità, velo d’illusione tessuto sui sogni umani, non è che in possibilità, ma non si afferma mai in atto.
Se le cose esteriori agiscono e reagiscono sull’uomo, è egualmente vero che quest’ultimo agisce e reagisce nel suo ambiente.
Partendo da questo principio egli può a suo piacimento influenzare gli avvenimenti, modificare le circostanze nelle quali si trova e che costituiscono la trama della sua vita.
È una affermazione affatto audace, ma invece perfettamente dimostrabile e dimostrata, quella per cui la scienza della felicità, a dispetto della sua astrazione, può insegnarsi come tutto ciò che appartiene al dominio dello spirito umano, vale a dire, come per le altre scienze, formare oggetto di un insegnamento non solo teorico, puramente intellettuale, ma confermato, invece, dai risultatii tangibili di una pratica metodicamente sviluppata, constatazione altamente e vittoriosamente dimostrata dai fatti.
La fede possiede questo potere magico di edificare in modo completo una felicità duratura e di far rifiorire sulle rovine il divino fiore della Speranza che ci aiuta a sopportare la vita.
Se perveniamo a compenetrarci del fatto che i mali di cui soffriamo, di qualsiasi natura possano essere, sono soltanto illusioni, abbiamo compiuto il primo passo sulla via della felicità.
È in noi stessi che risiede questa pace interiore, questa deliziosa ebbrezza che, staccandoci dalle contingenze volgari, libera in noi facoltà di visioni ineffabili.
Essere felici, questo è lo scopo che persegue l’uomo con un rigore che non è sempre coronato da successo; è tanto una creazione dello spirito quanto una realtà concreta; la sua ambizione delusa l’inclina ad accusare il destino d’ingiustizia e la Provvidenza di parzialità, dimenticando di prendersela con se stesso e rifiutando di riconoscere che, se non ha raggiunto lo scopo prefissosi, la ragione sta nel fatto che egli non ha preso la via giusta.
Ma, quando la sua coscienza ha lealmente riconosciuto l’errore iniziale, e coraggiosamente egli ritorna indietro per incamminarsi questa volta sulla buona strada, al termine del viaggio, assaporerà la pienezza di quella felicità così ardentemente desiderata.
Quantunque la vita ce la conceda assai parsimoniosamente, ognuno di noi può accedervi consentendo allo sforzo richiesto, con la stessa energia che gli ambiziosi mettono in opera per la conquista della ricchezza.
Se la fortuna procura ai suoi possessori soddisfazioni materiali, quanto deboli esse saranno in paragone ai godimenti morali di un’anima altruista, serena e calma.
Non è affatto proibito di conquistare le une e gli altri, se ne abbiamo la possibilità; il buon ricco può, coll’uso che fa della sua fortuna, assaporare gioie rifiutate a coloro che, soddisfatti dell’esistenza, ne gioiscono egoisticamente.
Colui che è ricco di cuore e che fa partecipare il prossimo alla propria ricchezza, possiede una incontestabile