Il segreto di Nicole
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Il segreto di Nicole - Laura Alfonsi
IL SEGRETO DI NICOLE
Laura Alfonsi
EDIZIONI SIMPLE
Via Weiden, 27
62100, Macerata
info@edizionisimple.it / www.edizionisimple.it
ISBN edizione digitale: 978-88-6259-906-1
ISBN edizione cartacea: 978-88-6259-827-9
Stampato da: WWW.STAMPALIBRI.IT - Book on Demand
Via Weiden, 27 - 62100 Macerata
Tutti i diritti sui testi presentati sono e restano dell’autore.
Ogni riproduzione anche parziale non preventivamente autorizzata costituisce violazione del diritto d’autore.
Prima edizione cartacea ottobre 2013
Prima edizione digitale febbraio 2014
Copyright © Laura Alfonsi
Diritti di traduzione, riproduzione e adattamento totale
o parziale e con qualsiasi mezzo, riservati per tutti i paesi.
INDICE
PREFAZIONE
PARTE PRIMA
I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
PARTE SECONDA
I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
XI
XII
XIII
XIV
XV
XVI
XVII
RINGRAZIAMENTI
P R E F A Z I O N E
Io ho sempre amato scrivere, quando non si ha qualcuno con cui colloquiare, o si sente la necessità di esternare un’emozione, il foglio scritto diventa un amico prezioso.
In questi ultimi tempi poi ho riscoperto il fascino delle parole.
La nostra lingua è ricca di vocaboli, abbiamo tutto un ventaglio di aggettivi che, se ben usati, ci aiutano ad esprimerci nel modo più veritiero. Colui o colei che possiede una buona proprietà di linguaggio non è solo e non è povero.
Rileggere ciò che abbiamo scritto è come ascoltare un amico che parli. D’altra parte che cosa è lo scrivere se non la voce dei nostri pensieri?
Ad un foglio bianco noi possiamo confidare tutto, con assoluta sincerità, senza il timore di essere interrotti o peggio zittiti a metà del nostro ragionamento. A voce invece esso potrebbe risultare incompleto e quel che è peggio incompreso.
È proprio sotto questa ottica che ho sentito il bisogno di scrivere la storia della mia vita, sia pure in parte romanzata, mettendo a nudo tutti i miei passati trascorsi, dando ampio spazio alle emozioni reali ed alle sensazioni percepite. Infatti in essa ho voluto dare voce anche a situazioni vicine al paranormale che, possono aiutare il lettore non a risolvere – sarebbe impossibile – ma a riflettere su fenomeni talvolta strani che comunque accadono, forse più frequentemente di quanto si possa immaginare.
20 giugno 2013 Laura ALFONSI
PARTE PRIMA
I
Nicole si svegliò incredula con ancora nelle orecchie la voce di Pier calda, morbida, suadente, un sorriso dolce appena accennato, apparso nello spazio di un lampo, gli aveva illuminato il viso giovanile ed attraente. Piacevolmente sorpresa, si sentì pervasa da un’emozione profonda.
Erano trascorsi venticinque anni dall’ultima volta che si erano parlati per non rivedersi più e mai lo aveva sognato. Perché proprio ora, si domandava, Pier le era apparso in sogno con quell’esortazione «Perché non mi telefoni!»
Istintivamente guardò Fabio che, accanto a lei pareva profondamente addormentato. Per un attimo il forte scrosciare della pioggia che da giorni batteva ritmica sulle vie di Milano, la distrasse.
La camera era immersa nella semioscurità, guardò verso la finestra, poi richiuse gli occhi lasciandosi cullare dai ricordi di un amore che non aveva mai dimenticato. E come avrebbe potuto! Una storia segreta che nessuno conosceva, che mai avrebbe raccontato. Un gioiello prezioso chiuso nel profondo della sua anima.
Quanti fotogrammi passavano ora davanti ai suoi grandi occhi azzurri. «Ecco che cosa mi manca di te quando sono lontano» le aveva detto una volta «Sono come due laghi, ci si perde. Occhi così se ne vedono pochi, una o due volte all’anno.»
Piergiorgio Mauri era così, unico e speciale, medico, non portava il camice, non gli piaceva, diceva lui. Vuole mettere in risalto il suo fisico perfetto
pensava Nicole.
Lo studio lo aveva in casa, in un palazzo d’epoca. Nel Settecento le case venivano costruite tenendo conto dei locali per la servitù, che in pratica erano dépendance dell’appartamento padronale. Nella fattispecie si trattava di due stanze, corridoio e un grande bagno, dove molto probabilmente era stato presente un lavatoio. In questi locali Pier aveva il gabinetto medico comunicante con lo studio ed il bagno, che si aprivano su uno stretto corridoio chiuso da una porta affacciata sul grande ingresso. La sala d’attesa era insolita e spettacolare: si presentava come un salone, le cui pareti erano ricoperte da scaffali altissimi colmi di libri, pesanti tendoni color nocciola chiaro coprivano due porte finestre. Particolarmente in tono un antico caminetto, che anche se ormai da tempo spento, evocava un calore suggestivo. Sulla consolle faceva bella mostra di sé una riproduzione in avorio del Perseo del Cellini. Una specchiera antica completava l’insieme.
L’arredamento era semplice ma accogliente: un divano, quattro poltroncine basse, componibili in pelle color marrone testa di moro, un tavolo rotondo con al centro un elegante vaso in purissimo cristallo satinato inciso ad effetto foglie, nell’angolo opposto della sala, e sul parquet lucido due pelli di zebra un po’ consumate davano una calda ed esotica nota all’ambiente.
Nicole vi era entrata come paziente per una visita e ne era uscita turbata suo malgrado. Quell’uomo emanava un fascino molto speciale, quel pomeriggio indossava pantaloni color cammello camicia bianca aperta sul petto abbronzato e glabro, ed un pullover a disegni beige e nero con le toppe di pelle scamosciata ai gomiti, così di moda negli anni settanta. Stranamente non indossava la giacca. Un look insolito che l’aveva sorpresa. Poi, al momento di introdurle l’abbassalingua per esaminarle la gola, lei era sobbalzata e, non volendo, gli era caduta fra le braccia, un improvviso contatto fisico involontario, ma subito significativo «Mi scusi» aveva balbettato, senza alzare gli occhi.
«Non si preoccupi, può succedere» aveva risposto Pier in tono cordiale.
Di quel medico, decisamente anticonformista, scelto sulle Pagine Gialle non sapeva assolutamente nulla. Sperava soltanto che fosse in grado di guarirla.
Tornò la settimana successiva e molte altre volte ancora.
II
Più il tempo passava e più Nicole sentiva crescere in lei il desiderio di quell’uomo che ormai sapeva di amare. Anche mentre faceva l’amore con Fabio si sorprendeva a pensare all’altro, si domandava se anche per lui sposato con Flora non fosse lo stesso. Ormai incapace di evitare il pericolo, aveva pensato di cambiare medico, ma poi accantonava l’idea e sempre più spesso si ritrovava seduta nella grande biblioteca ad aspettare impaziente che il viso di Pier comparisse sulla porta.
Per ingannare l’attesa, aveva sbirciato fra i tanti volumi, ed anche a distanza di anni, ne ricordava due, Il coraggio di amare
di cui non rammentava l’autore, e che di volta in volta aveva letto fino all’ultima riga, ed Il fuoco
di D’Annunzio premonitore di quella passione che le divampava dentro.
Poi in un tardo pomeriggio di dicembre, al termine di una visita, notò che sul pullover di lui c’era un capello o forse un pelo. Non riuscì a trattenersi, allungò la mano dicendo «Permette?» Prima che la ritraesse, Pier gliela prese e la baciò con trasporto. Fu un attimo e si ritrovarono l’uno fra le braccia dell’altra. Nicole lasciò scivolare