Suggestione terapeutica - Le malattie curate con mezzi suggestivi ed ipnotici
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Influenza di una grande ristrettezza del campo della coscienza sull’attenzione che il malato presta alla suggestione, e sua importanza.
1. Condizione per l’efficacia di un’idea o di un’immagine atta ad esercitare un’azione curativa. - 2. Lo stato mentale del malato in rapporto alla suddetta condizione. - 3. Il modo di parlare nella suggestione, in rapporto alla suddetta condizione. 4. Lo stato di veglia in rapporto alla suddetta condizione. - 5. Stati di grande ristrettezza del campo della coscienza in rapporto alla suddetta condizione. - 6. Il sonno spontaneo normale. - 7. Possibilità di ottenere uno stato di grande ristrettezza del campo della coscienza, utilizzabile per la suggestione terapeutica. - Riepilogo.
CAPITOLO II.
Metodi innocui e metodi dannosi per ottenere uno stato di grande ristrettezza del campo della coscienza, e per farlo cessare.
8. Condizioni materiali in cui si deve porre il malato. - 9. Indirizzamento dell’attenzione del malato. - 10. Pronunzia e voce. - 11. Avvertenze varie. - 12. Verificazione dello stato ottenuto. - 13. Rapporto fra lo stato ottenuto col metodo descritto e quello ottenuto col riuscire ad attirarsi l’attenzione del malato in sonno spontaneo normale. - 14. Influenza del metodo descritto sulle condizioni generali del malato. - 15. Grado di facilità nell’addormentare i malati in cui il funzionamento generale del sistema nervoso è normale. - 16. Grado di facilità nell’addormentare i malati di isteria. - 17. Grado di facilità nell’addormentare i malati di neurastenia, di psicastenia, di psicosi. - 18. Metodo da seguire per risvegliare il malato. - 19. Abbandono del malato addormentato. - 20. Metodi per addormentare da evitarsi. - Riepilogo.
CAPITOLO III.
Altre osservazioni sullo stato di grande ristrettezza del campo della coscienza e sui vari metodi per ottenerlo descritti.
21. Esperimenti su soggetti in istato di grande ristrettezza del campo della coscienza, e deduzioni che se ne possono trarre sulle sue proprietà, sull’influenza dei vari metodi per ottenerlo descritti e sui rapporti fra tali metodi.
CAPITOLO IV.
Norme generali per l’applicazione di qualsiasi suggestione terapeutica.
22. Passaggio dalla suggestione di sonno alla suggestione terapeutica. - 23. Continuità nella ripetizione della suggestione.- 24. Numero e forma delle frasi. -
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Suggestione terapeutica - Le malattie curate con mezzi suggestivi ed ipnotici - Gustavo Maluta
DOTT. GUSTAVO MALUTA
SUGGESTIONE
TERAPEUTICA
LE MALATTIE CURATE CON MEZZI
SUGGESTIVI E IPNOTICI
Zannoni Editore 1933 - Prima edizione digitale 2015 a cura di David De Angelis
AVVERTENZA
Delle norme qui esposte, che riassumono un’esperienza di più che trent’anni, parecchie non fanno parte d’alcuno dei metodi di suggestione usuali, e fra le rimanenti alcune sono modificazioni di norme seguite in taluno di quelli. Che sia possibile un metodo di suggestione molto migliore di quelli usuali non deve sorprendere. I mezzi per conferire all’idea o all’immagine suggerita l’intensità massima, e quindi l’efficacia massima, hanno molti più rapporti con la psicologia che non con le ordinarie cognizioni mediche: inoltre pochissimi medici applicano vere cure con la suggestione e questi lo fanno troppo raramente o non si studiano di andare perfezionando i loro procedimenti abbastanza per poter arrivare a scoprire certe norme che solo una pratica lunga, variata e meditata della suggestione può insegnare. I vantaggi del presente metodo su quegli usuali consistono: in una costante innocuità dei procedimenti per porre il malato in quello stato mentale che quasi sempre è indispensabile; in un fortissimo aumento del numero e della varietà dei casi in cui si ottengono risultati che nessun’altra cura può dare; e in una molto più frequente stabilità dei risultati ottenuti. Se il libro ha un numero di pagine alquanto notevole, le norme però non ne occupano che una piccola parte, essendo la parte di gran lunga maggiore occupata da spiegazioni; inoltre, molte norme non trovano applicazione che raramente, e alcune (come risulterà da ciò che verrà detto circa il loro ufficio) non sono indispensabili se non in casi di difficili da curare mentre negli altri un’eventuale trascuranza di qualcuna non reca maggior danno che un ritardo nell’ottenere il risultato. Le condizioni di salute in cui mi trovavo durante la preparazione della prima edizione mi indussero a condurla a termine affrettatamente, temendo che altrimenti non ne avrei più avuta la possibilità. Le aggiunte e le molte modificazioni che ho introdotte in questa seconda edizione renderanno certo il libro molto più degno di quel favore che accolse la prima.
SOMMARIO
CAPITOLO I.
Influenza di una grande ristrettezza del campo della coscienza sull’attenzione che il malato presta alla suggestione, e sua importanza.
1. Condizione per l’efficacia di un’idea o di un’immagine atta ad esercitare un’azione curativa. - 2. Lo stato mentale del malato in rapporto alla suddetta condizione. - 3. Il modo di parlare nella suggestione, in rapporto alla suddetta condizione. 4. Lo stato di veglia in rapporto alla suddetta condizione. - 5. Stati di grande ristrettezza del campo della coscienza in rapporto alla suddetta condizione. - 6. Il sonno spontaneo normale. - 7. Possibilità di ottenere uno stato di grande ristrettezza del campo della coscienza, utilizzabile per la suggestione terapeutica. - Riepilogo.
CAPITOLO II.
Metodi innocui e metodi dannosi per ottenere uno stato di grande ristrettezza del campo della coscienza, e per farlo cessare.
8. Condizioni materiali in cui si deve porre il malato. - 9. Indirizzamento dell’attenzione del malato. - 10. Pronunzia e voce. - 11. Avvertenze varie. - 12. Verificazione dello stato ottenuto. - 13. Rapporto fra lo stato ottenuto col metodo descritto e quello ottenuto col riuscire ad attirarsi l’attenzione del malato in sonno spontaneo normale. - 14. Influenza del metodo descritto sulle condizioni generali del malato. - 15. Grado di facilità nell’addormentare i malati in cui il funzionamento generale del sistema nervoso è normale. - 16. Grado di facilità nell’addormentare i malati di isteria. - 17. Grado di facilità nell’addormentare i malati di neurastenia, di psicastenia, di psicosi. - 18. Metodo da seguire per risvegliare il malato. - 19. Abbandono del malato addormentato. - 20. Metodi por addormentare da evitarsi. - Riepilogo.
CAPITOLO III.
Altre osservazioni sullo stato di grande ristrettezza del campo della coscienza e sui vari metodi per ottenerlo descritti.
21. Esperimenti su soggetti in istato di grande ristrettezza del campo della coscienza, e deduzioni che se ne possono trarre sulle sue proprietà, sull’influenza dei vari metodi per ottenerlo descritti e sui rapporti fra tali metodi.
CAPITOLO IV.
Norme generali per l’applicazione di qualsiasi suggestione terapeutica.
22. Passaggio dalla suggestione di sonno alla suggestione terapeutica. - 23. Continuità nella ripetizione della suggestione.- 24. Numero e forma delle frasi. - 25. Pronunzia e voce. Eventuale tendenza del malato a svegliarsi. - 26. Durata della ripetizione continuata della suggestione. - 27. Frequenza delle sedute. - 28. Durata della cura. - 29. Possibile andamento della malattia durante la cura. - Riepilogo.
CAPITOLO V.
Suggestioni agenti contro stati fisici mediante azione diretta. Norme speciali per la loro applicazione.
30. Possibilità di tali suggestioni. Influenza dello stato di grande ristrettezza del campo della coscienza. - 31. Il risultato da affermarsi dev’essere affermato sotto quell’ aspetto, sotto il quale deve manifestarsi al malato. - 32. Il risultato da affermarsi dev’essere affermalo come completo. - 33. Il risultato da affermarsi dev’essere affermato come presente. - 34. Suggestione di azione fisica diretta generale. Sua formula. Sua insurrogabilità. - 35. Suggestioni di azione locale. Loro formula. - 36. La suggestione contro malattie funzionali generali. Necessità della suggestione d’azione fisica diretta generale. Eventuale utilità di una suggestione d’azione locale. - 37. La suggestione contro malattie funzionali locali. Necessità di suggestione d’azione locale. Eventuale importanza della suggestione d’azione fisica diretta generale. - 38. Possibilità di utilizzare la suggestione contro malattie organiche. Necessità di suggestione d’azione locale. Eventuale importanza della suggestione d’azione fisica diretta generale. – Riepilogo.
CAPITOLO VI.
Fatti psichici subcoscienti.
39. Necessità di alcune nozioni sui fatti psichici subcoscienti. - 40. Su alcuni fatti psichici subcoscienti. - 41. Esperimenti sul subcosciente. Influenza dell’isteria. - 42. Esperimento sul passaggio di facoltà sensorie e motorie dalla coscienza al subcosciente. - 43. Esperimento sul passaggio di immagini dal subcosciente alla coscienza. - 44. Esperimento della scrittura automatica. - 45. Esperimento sul passaggio di immagini dalla coscienza al subcosciente. - 46. Soppressione dello stato di veglia per sviluppo provocato dell’attività subcosciente. - Riepilogo.
CAPITOLO VII.
Suggestioni agenti contro fatti psichici mediante azione diretta. Norme speciali per la loro applicazione.
47. Possibilità di tali suggestioni. Influenza dello stato di grande ristrettezza del campo della coscienza. Concorso della suggestione di azione fisica diretta generale. - 48. Principale distinzione fra le suggestioni agenti contro fatti psichici mediante azione diretta. - 49. Suggestioni contro idee del malato concernenti la sua salute. - 50. Suggestioni d’impiego il più frequente contro fatti psichici causati da determinati avvenimenti. - 51. Suggestioni contro stati di eccessiva impressionabilità, di debolezza morale, di pessimismo, e affini. - 52. Suggestioni contro un’immagine. - 53. Metodo della modificazione dell’immagine. - 54. Metodo della modificazione dell’interpretazione che all’immagine dà il malato. - 55. Suggestioni contro un impulso. - 56. Suggestioni contro un giudizio o un ragionamento. - 57. Suggestione contro una risoluzione. - 58. Suggestioni contro un’abitudine. - 59. Modo di condursi verso un malato in istato di delirio. - 60. Come si debba far cessare una crisi isterica. - 61. Fatti psichici subcoscienti causanti manifestazioni patologiche. Caratteri generali. - 62. Fatti psichici subcoscienti causanti manifestazioni patologiche fisiche. - 63. Fatti psichici subcoscienti causanti manifestazioni patologiche psichiche. - 64. Fatti psichici causanti stati mentali patologici seguiti da amnesia. - 65. La suggestione contro fatti psichici subcoscienti. - 66. Metodi per la ricerca di fatti psichici subcoscienti e di fatti psichici ch’abbiano avuto luogo in istati mentali seguiti da amnesia. - 67. Possibile prolungamento da parte di alcuni malati della cura contro certi stati psichici. - Riepilogo.
CAPITOLO VIII.
Norme complementari.
68. Astensione da esperimenti. - 69. Modo di condursi verso il malato in istato di veglia. - 70. Eventuale associazione della suggestiono e di cure mediche abituali. - 71. Avvertenza e raccomandazioni da fare al malato. - 72. Applicazione della suggestione al malato sveglio. - 73. Applicazione della suggestione al subcosciente del malato sveglio. - 74. Metodo rapidissimo per addormentare applicabile a certi malati. - Riepilogo.
CAPITOLO IX.
Applicazioni.
75. Sfera d’azione della suggestione terapeutica. - 76. Oss. I: Debolezza generale. - 77. Oss. II: Isteria. - 78. Oss. III: Debolezza di vista. - 79. Oss. IV: Anemia. - 80. Oss. V: Disturbi dello stomaco.
CAPITOLO I.
Influenza di una grande ristrettezza del campo della coscienza sull’attenzione che il malato presta alla suggestione, e sua importanza.
1. Condizione per l’efficacia di un’idea o di un’immagine atta ad esercitare un’azione curativa.
Affinché un’idea o un’immagine atta ad esercitare un’azione curativa riesca ad esercitarla in una qualche misura oppure affinché riesca ad esercitarla nella misura massima possibile, è necessario che, mentre la si suggerisce, essa occupi il campo della coscienza del malato quanto sia possibile da sola e senza interruzioni. Sulle ragioni di ciò - delle quali un’intuizione approssimativa è ben facile ad aversi - diremo quando accenneremo alle due principali categorie in cui si possono dividere le suggestioni; perché fra quelle ragioni vi è qualche differenza secondo che si tratta dell’una o dell’altra di tali categorie. Naturalmente, il danno causato dal prodursi, durante la suggestione, di fatti psichici diversi dall’idea od all’immagine curativa è tanto maggiore quanto sono maggiori in essi la frequenza, la durata, l’intensità, l’eventuale potere emotivo deprimente, e l’eventuale opposizione all’idea o all’immagine curativa. Il potere emotivo deprimente e l’opposizione all’idea o all’immagine curativa si riscontrano quasi sempre, perché quasi sempre quei fatti psichici consistono in preoccupazioni per la malattia o almeno nel ricordo di essere malato e talvolta in sensazioni dolorose. Il grado di intensità e il grado dell’eventuale potere emotivo deprimente hanno importanza perché rendono maggiore o minore il grado di energia nervosa che quei fatti psichici impiegano e che perciò impediscono che venga utilizzato a favore della suggestione. Se il danno causato dal prodursi nel malato, durante la suggestione, di fatti psichici diversi dall’idea o dall’immagine curativa non oltrepassa un certo limite - che può variare moltissimo, secondo la natura e la gravità della malattia e secondo l’individualità del malato - si può rimediarvi completamente col prolungare la suggestione; ma se lo oltrepassa, allora - secondo la misura in cui ciò avviene - la suggestione, anche malgrado il prolungamento massimo praticamente possibile, perde più o meno di efficacia oppure rimane del tutto inefficace.
2. - Lo stato mentale del malato in rapporto alla suddetta condizione.
Affinché l’idea o l’immagine curativa occupi, durante tutto quel tempo in cui la si suggerisce, il campo della coscienza del malato quanto sia possibile da sola e senza interruzioni, un elemento necessario (il solo di cui dobbiamo occuparci in questo capitolo) è evidentemente l’esistenza nel malato di uno stato mentale tale, che presenti al prodursi di fatti psichici diversi dall’idea o dall’immagine curativa la minore tendenza possibile, ossia che presenti il meno possibile di attività propria.
3. - Il modo di parlare nella suggestione, in rapporto alla suddetta condizione.
Un altro elemento necessario per la realizzazione della suddetta condizione è evidentemente l’impiego da parte del suggestionatore di un modo di parlare tale (per continuità, pronunzia, voce, numero e forma delle frasi), che sia il più adatto a mantenere l’attenzione del malato fissata sulla suggestione. Le indicazioni su tale modo di parlare fanno parte delle norme generali per l’applicazione della suggestione e perciò ne tratteremo a loro luogo (Cap. IV).
4. - Lo stato di veglia in rapporto alla suddetta condizione.
Quando la suggestione viene applicata mentre il malato è in istato di veglia, il danno derivante dalla presenza in lui di fatti psichici diversi dall’idea o dall’immagine curativa raggiunge sempre un grado notevole, fatta eccezione per quei rari isterici che nello stato di veglia presentano un campo di coscienza talmente ristretto, da essere con facilità allucinabili per mezzo della parola, e nei quali per conseguenza suol essere facile ottenere che l’idea o l’immagine curativa occupi il campo della coscienza, completamente o quasi completamente, da sola e senza interruzioni. Anche se si riesce a dominare l’attenzione del malato sveglio quanto basti per impedire il prodursi di fatti psichici che non abbiano rapporti con la suggestione, è ben difficile che si riesca a dominarla in modo, da impedire al malato di fare, volontariamente o involontariamente, apprezzamenti sulla suggestione, consistenti per lo meno nell’avvertire il contrario fra ciò che gli si afferma e ciò ch’egli sa o pensa o sente del proprio stato; apprezzamenti che distraggono l’attenzione dalla suggestione. Inoltre, ciò ch’egli sa o pensa o sente del proprio stato ha quasi sempre l’inconveniente di costituire un’emozione deprimente, e sempre quello, molto peggiore, di essere in contradizione coll’idea o coll’immagine curativa; inconvenienti che quando si producono durante l’applicazione della suggestione riescono particolarmente dannosi. Ma, ammettendo pure che si riesca ad impedire tutto ciò, non si può impedire - tranne in quei rari isterici aventi un campo di coscienza ristrettissimo accennati sopra - che persista almeno quel certo grado di