Cronaca di un Risveglio Annunciato. Un anno con Marco Canestrari
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Cronaca di un Risveglio Annunciato. Un anno con Marco Canestrari - Gianpaolo Marcucci
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CREDITI
GIANPAOLO MARCUCCI
Cronaca di un Risveglio Annunciato
Un anno con Marco Canestrari
Copyright 2015 by Gianpaolo Marcucci
Tutti i diritti riservati
Contatti:
cell. 3396517088
mail. gianpaolomarcucci@gmail.com
web: gianpaolomarcucci.wordpress.com
Sito web di Marco Canestrari e della Scuola di Risveglio:
www.marcocanestrari.com
PREMESSA
Era nell ’ aria da un po ’ ma adesso è proprio arrivato il momento: sono le 23.30 del 17 Aprile 2014 ed oggi ho deciso di iniziare a scrivere un libro su quello che sta succedendo qui a Roma a me e ad una persona che ha letteralmente cambiato la mia vita: Marco Canestrari.
Questo libro narra del suo risveglio spirituale, della sua esplosiva e straordinaria felicità che ogni giorno diviene sempre più forte e contagia sempre più persone.
Nelle pagine che seguono si parlerà di illuminazione, di spirito, di Dio. Si parlerà anche di me che scrivo e si parlerà di voi che leggete.
Auguro a tutti coloro che terranno tra le mani questo testo, e lo auguro con tutto il cuore, di sentire anche solo una briciola dell’affetto, della cura e della profondità che vibrano forte ogni secondo all’interno della bellissima esperienza che sto vivendo con lui.
Buona lettura
Gianpaolo Marcucci
DEDICA
Ai miei fratelli spirituali Fauno e Diego
INTRODUZIONE
INTRODUZIONE A MARCO CANESTRARI
Un pomeriggio del settembre duemilanove, io, un ragazzo di quasi ventitré anni, timido e molto sensibile, per la prima volta ho incontrato Marco Canestrari. Eravamo all’interno di un piccolo ma grazioso parchetto romano per parlare di un progetto chiamato scuole informate
che aveva lo scopo di portare nelle scuole superiori italiane alcune lezioni di carattere economico e sociologico tra cui la sua serie di testi come si controllano le masse nei paesi democratici
. Mi imbattei in questa raccolta di brevi articoli quasi per caso. Erano i primi anni di Facebook ed io avevo appena concluso l’università. Navigando per la rete in cerca di materiale da inserire nel mio progetto, non potei non notare l’originalità di un post[1] intitolato proporre invece che reagire.
Parlava di come fosse fondamentale, per cambiare la società verso il meglio, modificare l’atteggiamento passivo che la popolazione ha nei confronti dei media ed iniziare, anzi che a reagire passivamente agli stimoli da questi presentati, a proporre un modello nuovo di società che andasse verso la costruttività, la cooperazione nella diversità e una visione di benessere che tenesse conto della felicità dell’uomo anzi che del solo profitto. L’approccio che Marco aveva nel trattare temi così apparentemente complessi mi ricordava la frase dell’eclettico genio Richard Buckminster Fuller: "non cambierai mai le cose combattendo la realtà esistente. Per cambiare qualcosa, costruisci un modello nuovo che renda la realtà obsoleta[2]. Come si dice in questi casi, fu subito amore. Iniziammo così a portare nelle scuole[3] queste pillole di consapevolezza sociale all’interno delle quali venivano spiegate con estrema semplicità ed accuratezza tutte le dinamiche attraverso cui il potere influenza il consenso della popolazione per mezzo dei media ed in particolare della televisione. All’epoca avevo dentro di me una travolgente voglia di migliorare il mondo in cui vivevo, avevo avuto anche esperienze in politica che però anzi che soddisfarmi, mi avevano fatto comprendere ancora di più quanto il sistema in sé non volesse assolutamente cambiare, perlomeno non a partire dai vertici, serviva qualcosa che scuotesse tutto dalla base. A pensarci adesso ringrazio profondamente me stesso e quella voglia di migliorare la società, perché è da li che è nato tutto, è grazie a quella voglia che ho conosciuto il mio maestro, che il mio percorso spirituale è incominciato, senza che io ne fossi ancora del tutto consapevole. Io e Marco legammo subito, quando lo conobbi pareva un ragazzo come tanti, sulla trentina, taglio di capelli un po’ alternativo, accento romano, jeans scuro e giacca a vento nera. Un ragazzo come tanti nell’involucro esterno, ma profondamente diverso all’interno. Non mi ci volle molto prima di accorgermi infatti che in lui c’era qualcosa di diverso, qualcosa di speciale. Una luce costante e luminosa, che brillava e non si spegneva mai. Se oggi dovessi rivelarvi cosa mi fa dire con certezza che Marco è un individuo illuminato, citerei almeno sei o sette episodi in particolare, legati alle esperienze profonde e stupefacenti che ho vissuto insieme a lui e di cui questo libro parlerà a partire dal prossimo capitolo. Ciò che mi colpì di più invece le prime volte che ci vedevamo per svago o per parlare dell’associazione culturale che stavamo avviando[4], ciò che mi fece dire un pomeriggio del novembre duemilanove, dopo poche settimane che lo conoscevo:
lasciare il posto dove ha vissuto un po’ meglio di come lo ha trovato. Ogni attimo libero era ed è sempre impiegato a fare del bene, a se stesso e agli altri. Prima investendo in Ecco Cosa Vedo e poi nella Scuola di Risveglio Spirituale da cui oggi sto concludendo questo testo. Il mio rapporto con lui è sempre stato quello di discepolo/maestro. Anche quando semplicemente uscivamo le prime volte o quando collaboravamo spalla a spalla per i progetti educativi, io apprendevo sempre qualcosa. Apprendevo modi migliori di organizzare[7] (il lavoro in gruppo, la gestione dei documenti, la gestione degli eventi e dei contatti e molto altro) modi di comunicare, (qualsiasi tipo di comunicazione, comunicazione diretta, indiretta, verbale, non verbale[8]), ma sopratutto modi di gestire la quotidianità e la mia vita, le mie relazioni, le mie emozioni, la mia psiche. Con Marco accanto, le mie capacità in tutti i campi sono aumentate esponenzialmente. Quello che prima mi poteva mettere in difficoltà come organizzare un evento da duecento persone facendo filare tutto liscio, superare un esame all’università a pieni voti studiando tre giorni, o organizzare un team di lavoro per raggiungere un obiettivo legato alla gestione del blog[9] diventava sempre più una passeggiata di routine, quello che prima mi terrorizzava o che non ero in grado nemmeno di immaginare di fare se non con estremo sforzo ed estrema confusione, come presentarmi ad una ragazza che mi piaceva, affrontare una sofferenza profonda o un trauma che mi bloccava, gestire i rapporti conflittuali con i miei cari in una direzione costruttiva e non distruttiva, ogni giorno diveniva sempre più facile. E questo accadeva non perché io studiassi qualcosa da lui fornitami, non perché io facessi qualcosa che lui mi diceva di fare, mai. Tutte queste competenze erano già dentro di me e Marco, come un vero maestro sa e dovrebbe fare, me le mostrava, le tirava fuori, le svegliava dal sonno. Il processo è più legato alla consapevolezza che alla conoscenza. Quello che accadeva infatti, e che accade anche ora ogni volta che grazie a lui ho una forte presa di coscienza, si può descrivere più o meno così: si parte da un livello di coscienza di sé (e quindi del mondo esterno) che chiamiamo
x. Più si guarda al proprio interno, attraverso il metodo introspettivo che Marco ad esempio porta avanti, che è quello di far nascere da dentro le
domande giuste", più si aumenta questo livello x. Ad ogni presa di coscienza si sale, x alla seconda, x alla terza, x alla quarta, e ad ogni presa di coscienza, tutta la capacità di osservare la realtà fa un balzo in avanti. Non si acquisisce una conoscenza singola su un aspetto, si acquisisce un binocolo nuovo per guardare più lontano, sempre più lontano, uno strumento in più che prima non si aveva, per affrontare meglio se stessi, le proprie paure, i propri traumi, per essere sempre più padroni anzi che schiavi delle emozioni, dei pensieri e degli eventi che caratterizzano la nostra vita. Marco non lascia noi allievi con una struttura di idee su come stanno le cose da portare a casa. Quello che fa lui é destrutturare il nostro modello di rappresentazione della realtà, fatto di convinzioni passate, dogmi e presupposizioni, fino a che ognuno è completamente libero di volere ciò che vuole. E la domanda è il mezzo che porta a questa libertà. Ancora ricordo quel giorno in cui, al ristorante, mi disse per la prima volta:
BREVE INTRODUZIONE AI CONTENUTI
Per comprendere meglio il linguaggio di Marco, voglio qui fare una breve introduzione ai contenuti che troverete all’interno di questo libro.
Mente e materia
Per materia intendiamo in questo testo tutto l’universo materiale composto da atomi: l’albero, il sasso, l’aria, Saturno, un polmone. Tutto ciò quindi che può essere studiato dalla fisica. Fa parte della materia anche l’attività del pensiero. Da anni ormai, è possibile, attraverso un macchinario che misura il potenziale elettrico del cervello, tradurre il pensiero in azione[11]. Questo perché l’atto di pensare è materiale. I contenuti del pensiero invece non sono materiali, non esistono nella materia né in nessun altro piano. I contenuti del pensiero, le idee (ad esempio l’idea di un elefante o di una montagna) non sono fatti ma rappresentazioni. Se io penso ad un panino, quel panino non mi sazia. Se io penso ad una tigre che mi mangia, io non muoio. Se io penso ad un pianeta, la massa di quel pianeta non va a sommarsi alla massa dell’universo. L’attività del pensare è materiale e misurabile, esiste. I contenuti di questa attività, le idee, non sono materiali e non esistono. Chiamiamo mente il complesso insieme di idee che tiene in piedi la struttura psicologica dell’Ego. In quanto formata da idee, contenuti del pensiero ovvero rappresentazioni non esistenti nella realtà, la mente non esiste[12].
Ego e separazione
Chiamiamo Ego (Io, Me) il punto di vista soggettivo che ognuno di noi sostiene di possedere. L’Ego si crede separato dal mondo esterno e dagli altri Ego, ha delle preferenze che lo caratterizzano, delle esperienze che lo indirizzano e che lo rendono diverso dagli altri Ego. Nel mondo descritto dall'Ego, la sofferenza (come tutte le emozioni in generale) è personale. Se muore qualcuno a sei chilometri di distanza e io non lo conosco non soffro. Se muore il mio gatto soffro. L’Ego inoltre scorre nel tempo, è un osservatore separato dalla realtà che rimane stabile e fermo mentre tutto scorre. Inesorabilmente l’Ego muore con la morte del corpo con cui è identificato. Per questo il suo mondo è fatto alla base di paura e sofferenza. Il risveglio porta alla scoperta che l’Ego è solo un’architettura mentale e pertanto non esiste nella realtà.
Spirito e unicità
Tutto è uno
. Si potrebbero usare queste tre parole per descrivere il messaggio di migliaia di dottrine spirituali, maestri illuminati e scuole filosofiche. Anche nel messaggio di Marco è presente una visione della realtà unica ed infinita. Non esiste separazione nel mondo reale, la separazione può essere solo pensata in quanto concetto, come gli oggetti possono essere solo pensati. Nella realtà non è possibile riscontrare i limiti di quelli che chiamiamo oggetti, persino i