Analisi finanziaria e modelli di servizio per il recupero della redditività delle cooperative della pesca
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Analisi finanziaria e modelli di servizio per il recupero della redditività delle cooperative della pesca - Gian Matteo Panunzi
Ringraziamenti
Gian Matteo Panunzi
Il 2013 è stato un anno particolare per le associazioni di rappresentanza delle cooperative ittiche.
Il nuovo Piano Triennale della Pesca e dell’acquacoltura ha richiesto alle associazioni maggiore qualità nella progettazione e nei risultati a fronte di fonti finanziarie considerevolmente ridotte.
Mai come in questo momento merita un ringraziamento il Presidente Nazionale dell’UN.I.COOP. Francesco Dello Russo che ha creduto nel progetto e lo ha sostenuto finanziariamente, consentendone la realizzazione.
Nonostante la scarsità delle risorse non è mancata la collaborazione da parte delle Unioni Regionali della Sardegna e della Sicilia.
In particolare la mia gratitudine va al Presidente dell’Unione Regionale della Sardegna Gianni Fanni, che ha messo a disposizione della sperimentazione la sua collaborazione e la sua autorevolezza sul territorio, che ci ha permesso di raggiungere risultati notevoli.
Un grazie va alla signora Stefania Massimino dell’Unione della Sicilia che con competenza e spirito collaborativo ha dato una grande mano al reperimento dei bilanci del campione delle cooperative siciliane.
Se i contenuti del nostro lavoro hanno raggiunto un’ineccepibile qualità tecnica e scientifica certamente parte considerevole del merito va ascritto all’apporto indispensabile della CRF, agenzia di ricerca presso il Parco Scientifico e tecnologico dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata
, costituita nel 1981 e riconosciuta dal MIUR dal 1984 come laboratorio di ricerca, a tutti gli effetti organismo di ricerca ai sensi e per gli effetti della normativa europea.
Mi fa piacere ringraziare il suo Presidente Uranio Mazzanti che ha messo a disposizione della ricerca un gruppo di lavoro composta da ricercatori di grande esperienza nelle loro specifiche materie, alcune dei quali miei amici da lungo tempo. Un saluto affettuoso a Ottavio Caleo e Alessandro Sura con i quali ho condiviso molti lavori e molte soddisfazioni professionali.
Un grazie anche alla parte scientifica relativa alla multifunzionalità in acquacoltura che è stata curata dai dottori di ricerca: Alessia Bellomaria, Gianbattista De Roia e Roberto Minervini.
Per ultimo un grazie alla D. G. Pesca Marittima e acquacoltura del MIPAAF, al suo Direttore e a tutto il suo personale che ci assiste con grande dedizione e competenza, che ci ha permesso, grazie al suo finanziamento, di realizzare con questo lavoro un miglioramento alla sostenibilità economica delle cooperative della pesca, utilizzabile a livello nazionale.
Premessa
Gian Matteo Panunzi
Il nostro lavoro sui modelli di servizio e di erogazione alle cooperative della pesca nasce dalla considerazione che solo un "efficientamento" dei presidi territoriali, siano essi pubblici o privati, può aiutare il movimento della piccola pesca marittima prima alla stabilizzazione e poi alla sua crescita.
I dati in nostro possesso sono più che preoccupanti, ci portano a considerare che la posta in palio sia la sopravvivenza della tradizione economica e culturale millenaria della pesca italiana.
Le politiche europee che hanno come obiettivo il sostegno integrato della tutela delle risorse biologiche con la redditività delle attività d’impresa, la salvaguardia dell’occupazione e la coesione territoriale nelle realtà costiere, fino a ora non si sono dimostrate particolarmente efficaci.
Se, da una parte, in quest’ultimo decennio, c’è stato un cospicuo rinnovamento delle imbarcazioni, con l’effetto di razionalizzare il sistema, dall’altra il settore della pesca marittima ha pagato un prezzo altissimo in termini di diminuzione delle imprese e degli equipaggi.
Queste politiche hanno sì prodotto una riduzione dello sforzo di pesca, senza però avere come risultato la ricostruzione decisiva degli stock ittici più a rischio d’estinzione.
Anche il nostro lavoro, fatto su un campione di cooperative della piccola pesca rilevante a fini statistici, ci dimostra, mediante un’accurata analisi dei bilanci e degli indicatori di sostenibilità economica e sociale, che il perdurare della crisi settoriale della produzione trova nella limitata competitività del sistema imprenditoriale e nella scarsità d’infrastrutture di servizio il suo punto di maggiore difficoltà.
L’inconsistenza finanziaria ed economica delle maggior parte delle imprese, il controllo quasi completo dei prezzi da parte del settore distributivo e commerciale che penalizza le nostre cooperative, la concorrenza ormai arrivata a livelli parossistici delle imprese extraeuropee, la volatilità dei costi intermedi, quasi sempre in rialzo e che non possono essere ribaltati sui prezzi del pescato, mettono in dubbio la sostenibilità dell’intero sistema e ci richiamano ad azioni di particole intensità e radicalità.
Se alle criticità sopraelencate si aggiunge il dato macroeconomico della progressiva dipendenza dell’approvvigionamento del prodotto estero, a cui non corrisponde una debita crescita della nostra acquacoltura che assuma, quindi, un ruolo di sostituto della produzione tradizionale, il quadro si fa ancora più inquietante.
Il Dipartimento nazionale pesca della Un. i. coop. ha valutato questi dati e ha deciso d’intervenire con i mezzi messi a disposizione dal Piano triennale della pesca e dell’acquacoltura per la realizzazione della strumentazione e dell’infrastruttura immateriale che consenta, con ulteriori investimenti, la sperimentazione in Sardegna a Oristano di un centro servizi finalizzato al mantenimento della redditività delle cooperative della pesca.
Un sistema locale, che può essere esportato su altri impianti costieri, che tuteli la concorrenza e competitività delle nostre imprese di pesca nazionali.
La ricerca e la sperimentazione sulle cooperative
Gian Matteo Panunzi
Il Dipartimento nazionale UN.I.COOP. Pesca ha dedicato il suo Programma nazionale 2013 alla studio, all’analisi, alla progettazione di un centro polifunzionale finalizzato all’erogazione di servizi di:
semplificazione amministrativa orientata alla multifunzionalità dell’impresa ittica;
facilitazione finanziaria;
sostegno alle aggregazioni d’impresa, in particolare alla gestione dei contratti di rete.
Qui di seguito una breve descrizione delle azioni che sono state realizzate dal gruppo di lavoro.
La prima fase di analisi e di rilevazione
State acquisite e riordinate le fonti primarie (leggi e normative nazionali ed europee) e secondarie (casi di benchmarking), raccolti e aggiornati i dati relativi alle tre aree di servizio già in possesso del gruppo di ricerca; sono stati predisposti, inoltre, dagli operatori di progetto, i questionari di rilevazione del fabbisogno di servizi e di analisi economica e finanziaria delle cooperative della pesca.
All’iniziativa sono state invitate tutte le cooperative che hanno dimostrato interesse e rispondono ai requisiti del campione statistico predisposto.
L’intervento è stato proposto anche come azione che potrà essere integrata ai progetti di promozione e sviluppo territoriale finanziati dalla Regione di competenza. I dati rilevati in questa prima parte del lavoro sono stati la base di partenza per la seguente parte del progetto.
La seconda fase è stata di progettazione e di realizzazione della base della conoscenza.
Questa azione è stata dedicata alla predisposizione di una proposta di convenzione, alla modellizzazione dei servizi e alla pianificazione organizzativa del back-office, alla costituzione della base della conoscenza che sosterà il lavoro di assistenza e consulenza svolta dagli operatori del centro servizi a favore delle cooperative della pesca.
La terza fase è stata di sperimentazione e diffusione dei risultati.
Gli operatori di progetto hanno realizzato un action plan per l’implementazione del centro servizi, concordato con la sede di Un. i. coop. Pesca di Oristano che provvederà alla sperimentazione dell’erogazione dei servizi rivolti a tutte le cooperative ittiche della provincia. In questa ultima fase sono stati prodotti materiali didattici e svolta la formazione degli operatori del centro, inoltre è stata scritta la presente pubblicazione che contiene i risultati del lavoro, che potrà essere utilizzato per la realizzazione di altri centri in altre Province e Regioni.
Il merito principale di questo lavoro è la sua natura sperimentale
: infatti è stato costruito e acquisito un campione di circa 20 cooperative della pesca, provenienti dalla Sicilia e dalla Sardegna, con fatturati non superiori ai 500.000 euro, sottoposto ad analisi economica e finanziaria.
Gli strumenti di conoscenza utilizzati sono stati i loro bilanci e il questionario di rilevazione predisposto dai nostri ricercatori per ricavare dati sulle seguenti materie:
Cooperativa: dati generali
Sistemi di pesca praticati
Filiera ittica
Occupazione e formazione
Aree e figure professionali
Impatto ambientale
Analisi Economico aziendale
Semplificazione dell’attività d’impresa
Rapporti con la Pubblica Amministrazione
Conoscenza con i diversi strumenti di collaborazione e integrazione tra imprese
Vantaggi e svantaggi dei diversi strumenti di collaborazione e integrazione tra imprese
Servizi alle imprese nella costruzione delle reti;
Conoscenza del contratto di rete
Esperienze concrete e disponibilità a partecipare a reti d’impresa.
Il risultato, quasi del tutto uniforme per tutte le cooperative esaminate, è quello dell’evidente sottocapitalizzazione prima che finanziaria, di conoscenza e di servizi reali: è emersa, in particolare, una grande difficoltà nel concepire e poi nel riconoscere i vantaggi dell’aggregazione d’impresa.
Tutte le cooperative hanno invece colto la necessità della semplificazione amministrativa e della razionalizzazione dei controlli nonché della grande urgenza di percorsi di facilitazione finanziaria soprattutto in termini di migliore garanzia bancaria e abbassamento dei tassi d’interesse sugli affidamenti.
Per quanto riguarda invece l’analisi finanziaria delle attività esaminate, questa in sintesi la situazione che emerge e che sarà in seguito approfondita nel capitolo dedicato.
Il fattore di rigidità delle strutture produttive, nella maggior parte dei casi è dato dal costo del personale che assorbe buona parte del valore aggiunto creato dalla gestione.
Interessante è che, nonostante questa rigidità comune a tutte le imprese analizzate, il dato più limitante del variare della struttura al variare delle condizioni di contesto è ascrivibile alla forte aleatorietà dei prezzi di vendita, del tutto sottratti al controllo degli operatori, a fronte di una forte variabilità dei costi d’esercizio.
Riguardo i prezzi di vendita, merita rilevare come nella larga maggioranza dei casi le cooperative abbiano lamentato un forte scostamento tra i prezzi praticati all’ingrosso e quelli praticati al consumatore finale. Ciò suggerisce che il recupero della redditività deve attuarsi anche, se non soprattutto, rafforzando la posizione sul mercato di sbocco finale attraverso opportune formule di aggregazione tra imprenditori.
Queste evidenze, vista l’impossibilità di rinvenire nei bilanci tutte le informazioni necessarie per una completa disamina dei profili economico-aziendali di