Il giudizio finale
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Il giudizio finale - Antonio Lentini
seconda
Il giudizio finale
Il rito magico
Mi presento
nella mia nudità
simbolo di vittoria sull’uomo
e di trionfo sugli dei.
Io sono l’auriga dalle ali spiegate
invitto e libero di volare,
come la filosofia,
mia patria e isola senza pace.
Oggi si celebra l’unione
tra il passato e il futuro
tra la madre e il figlio
tra la fede e la sapienza
tra l’ombra e la luce eterna.
Oggi si celebra il giorno del giudizio,
il giudizio finale.
Antonio Lentini
(in nessun luogo e in nessun tempo)
Parte prima
1
Tutto ciò che esiste
Tutto ciò che esiste, esiste dentro di te e tu stesso esisti dentro di te, dentro il tuo intelletto. Tutto ciò che tocchi, vedi, senti, respiri e mangi è solo e soltanto una tua sensazione, una tua emozione. In realtà, ammesso che esista una realtà, potresti non esistere né qui né ora ma essere soltanto una proiezione, un’illusione, un oblio nel tempo. Ma il tempo stesso è un abisso e avvolge te e il tuo mondo che a sua volta è avvolto in se stesso in una realtà multidimensionale, senza inizio e senza fine. Pensi a te stesso pensante come se fossi tra due specchi e vedessi la tua immagine all’infinito. L’esistenza ti distrae, liberatene e fanne a meno. Tutto ciò che resta, il nulla, è la vera essenza, è l’infinito. L’essere umano, ciò che tu sei, è un labile fuoco che si spegne con un soffio di vento. Soltanto il paradosso ha una logica, tutto il resto è convenzione, obbligo, dogma e fenomeno. Dentro il fenomeno c’è il vero, la cosa in sé, ma scopri che il vero è anche falso e il tuo intelletto non lo accetta perché sarebbe come accettare che i numeri pari fossero dispari e i dispari fossero pari. In questo modo le illusioni si susseguono e tu non saprai mai ciò che accade perché ciò che accade è già accaduto e poi accadrà. Il tuo intelletto è dio perché solo il tuo intelletto è la causa morale del mondo, l’origine dell’essere, essere supremo ed essere degli esseri. Tu sei onnipotente ed eterno, crei e distruggi mondi e realtà, sei onnisciente, immenso e incommensurabile. Oggi, almeno per un giorno, tu uomo sei diventato dio e dio è diventato uomo. Qui oggi giace ciò che non esiste perché ciò che esiste è altrove.
2
Il brodo primordiale
Nel miserevole circo umano si è soliti indicare il grado di civiltà come il raggiungimento dell’ambita meta che porta al progresso, allo sviluppo economico, politico e sociale, al benessere diffuso e alla equa giustizia, alla conquista nelle scienze e nella tecnologia. Nessuno però si rende conto che di pari passo avanza l’inciviltà sotto forma di un’inaudita barbarie. Anzi, quest’ultima acquista tanta più velocità quanto più gli uomini esercitano le proprie volontà contro la natura e contro tutti gli altri esseri viventi. Nelle città manca il decoro e se provi a piantare un albero, c’è subito pronto qualcuno a distruggerlo a tua insaputa e a riderne e goderne della distruzione. Se almeno si riesce, con la forza e con i denti, a difendere la proprietà privata, tutto ciò che è pubblico è alla mercé di vandali crudeli la cui unica soddisfazione deriva dal