Il suffragio femminile in Inghilterra
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Il suffragio femminile in Inghilterra - Giacomo Santoru
Ma, amata o trascurata che sia, il primo desiderio della donna dovrebbe essere di rendersi rispettabile, e non di dipendere per la propria felicità da un essere soggetto alle sue stesse debolezze che è l'uomo
Mary Wollstonecraft
Prefazione
Lo scopo del presente lavoro è di illustrare il processo che condusse, nei primi decenni del XX secolo al riconoscimento dei diritti politici alle donne in Inghilterra. Le battaglie civili intraprese dalle suffragiste britanniche, sin dalla metà del secolo precedente, hanno costituito, attraverso lo sviluppo di nuovi metodi di rivendicazione, un modello di riferimento internazionale per i movimenti di emancipazione femminile, offrendo un contributo fondamentale al miglioramento della condizione della donna in uno dei paesi più rappresentativi della società industriale. Questa ricerca si pone inizialmente l’intento di elaborare un discorso che metta in luce gli eventi, le personalità e le correnti filosofiche che hanno introdotto il tema della questione femminile nei paesi europei durante l’età moderna, dai rivolgimenti politici nell’Inghilterra della seconda metà del ‘600 fino ai tentativi mossi dalle principali teoriche dell’uguaglianza dei diritti tra i sessi negli anni della Rivoluzione francese. Il primo capitolo affronta un importante episodio di partecipazione femminile organizzata avvenuto in occasione della Rivoluzione inglese da parte dei Livellatori, che permise un significativo intervento delle donne nel dibattito politico. Successivamente, vengono esposte le teorie di due figure di grande importanza per il pensiero femminista, Marie de Gournay e Poullain de la Barre, che per mezzo delle loro opere denunciarono le ingiustizie sociali cui erano soggette le donne nelle società del XVII secolo, evidenziandone le cause principali e confutando i presupposti storici e filosofici che le avevano originate e giustificate: la pubblicazione dei loro scritti in Inghilterra influenzò il pensiero della scrittrice Mary Astell, che da loro riprese in particolare il tema dell’educazione femminile. Uno specifico paragrafo è dedicato al ruolo svolto dai gruppi organizzati femminili durante la Rivoluzione francese, i quali, seppure appartenenti a differenti contesti sociali, perseguirono lo sviluppo di forme di partecipazione politica che saranno poi riprese dai movimenti suffragisti: dalle signore dei circoli letterari alle rivoluzionarie del terzo stato, fino ai clubs de femmes di formazione girondina che portarono avanti campagne su temi centrali delle lotte per l’emancipazione della donna nella società come quello della cittadinanza femminile, esposto nell’opera di Olympia de Gouges Déclaration des droits de la femme. L’ideale repubblicano della cittadinanza venne accolto e applicato alle donne dalla scrittrice e filosofa Mary Wollstonecraft, che con la sua opera A Vindication of the Rights of Woman del 1792 espresse nel dettaglio i punti che avrebbero dovuto condurre a un processo di riforme necessarie per il raggiungimento dell’uguaglianza politica e civile tra i generi, affrontando i vincoli che negavano ogni possibilità di progresso della condizione femminile, da quello costituito dalla dottrina della couverture, fino alla carente qualità dell’istruzione, riscontrata nel sistema educativo britannico come originaria fonte delle disuguaglianze sociali. La seconda parte di questo lavoro si concentra sulle vicende dei movimenti per il suffragio femminile britannici, attraverso un’esposizione in ordine cronologico, degli avvenimenti che ne segnarono lo sviluppo e un tentativo di approfondimento sui temi che caratterizzarono le varie fasi dei processi politici in cui furono coinvolti. Una particolare attenzione viene rivolta alle protagoniste e ai protagonisti della lunga stagione di lotta per i diritti che si svolse lungo l’arco di più di cinquant’anni di vita politica della Gran Bretagna, prendendo spunto dagli studi storici e dai documenti autobiografici. Si è cercato di costruire, partendo da un discorso introduttivo sulla situazione di esclusione delle donne dalla sfera pubblica nei primi decenni dell’XIX secolo, una narrazione che accompagnasse gli eventi che permisero un graduale progresso di raggiungimento degli obiettivi perseguiti dalle organizzazioni femminili. Il percorso che le suffragiste dovettero affrontare per il raggiungimento dell’uguaglianza fu, infatti, segnato da aspri conflitti parlamentari che si protrassero per decenni; dal reiterato rifiuto delle cariche istituzionali a discutere le proposte di riforma; dal generale sentimento di ostilità mosso verso il fenomeno associativo, considerato contrario alle consuetudini sociali; da contrasti interni al movimento e da cambiamenti di strategia spesso anche radicali; dalla persecuzione mossa dalle autorità governative verso le militanti, sottoposte a prigionie e a soprusi. L’incessante attività che queste donne, pur non avendo accesso alle aule parlamentari, svolsero nella scena inglese per quasi un secolo offrì uno straordinario esempio di coraggio e di abnegazione per la causa suffragista: grazie alla loro azione e al grande carisma di figure come Lydia Becker, Emmeline Pankhurst e Millicent Fawcett, il movimento femminile riuscì a convincere le forze politiche e l’opinione pubblica della capacità delle donne di prendere parte, in forma attiva, alla vita politica nazionale, conducendo a un momento decisivo per il compimento della democratizzazione istituzionale del paese.
LE ORIGINI DELLA QUESTIONE FEMMINILE
Un’associazione di donne nel ‘600: Il caso delle Livellatrici
Nelle società europee del Seicento il costume e i pregiudizi imperanti costituivano un significativo ostacolo per l’affermazione di una concezione della donna che superasse quella caratteristica di figura ancillare nella struttura patriarcale della famiglia.
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Al riguardo è particolarmente emblematico un documento pubblicato a Londra nel 1632, il Law's Resolutions of Women's Rights, un compendio delle leggi riguardanti i diritti e i doveri della donna inglese nei tre stadi della sua vita (nubile, moglie e vedova), che metteva in luce lo stato di profonda sottomissione cui essa era sottoposta sin dall’infanzia.
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Questa raccolta illustrava in particolare come le donne fossero prima proprietà dei padri, e poi poste sotto la tutela della couverture dei mariti, che, al momento del matrimonio, diventavano titolari della loro capacità giuridica.
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Tuttavia, volgendo uno sguardo alla storia europea del XVII secolo, proprio in Inghilterra si ritrova l’esempio di un gruppo di donne capaci di associarsi e imporsi concretamente negli ambiti istituzionali.
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Il movimento dei Livellatori, la cui azione era incentrata sulla firma di petizioni e la diffusione di opuscoli, volti a esortare la popolazione civile a rivendicare un proprio ruolo nella contraddittoria situazione politica, che si era venuta a creare in Inghilterra all’indomani dell’esecuzione di Carlo I, mostrò verso le donne un atteggiamento notevolmente evoluto rispetto al tempo.
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Essi le incoraggiavano a partecipare alla vita politica, perché credevano nell’uguaglianza di tutti gli esseri umani in quanto fatti a immagine e somiglianza di Dio
, coerentemente con il credo delle sette religiose rientrate in Inghilterra negli anni ’40 (in