Messico il viaggio
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Messico il viaggio - Basilio Paolo Colucci
Basilio Paolo Colucci
Messico il viaggio
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Prefazione
Un viaggio, il viaggio
Desiderato, atteso, compiuto
Quello visto con gli occhi della mente
E vissuto con gli occhi dell’anima.
Ricco di simbolismi.
Un viaggio, il viaggio
Che rende liberi,
liberi dalle nostre paure,
dai nostri condizionamenti
e che ci mette in sintonia
con la parte più vera di noi.
Perfetta alchimia
Tra sogno e realtà,
fusi insieme per divenire
magia ed incanto.
Anonimo
Una volta in Messico c’era un uomo che per soddisfare la sua fame di sapere, disposto a tutto, iniziò a scrivere su dei fogli appunti di un viaggio che riteneva essere un’avventura.
Era l’ottobre del 2005 ed ero pronto a viaggiare. Nel bacino dell’Atlantico imperversava Wilma, l’uragano poi definito il più intenso mai registrato. Ricordandomi di un viaggio non fatto con mio figlio a Praga per colpa dell’inondazione dell’agosto del 2002, temevo ancora di dover rinunciare a un viaggio organizzato e tanto atteso.
Il Messico era nel mio immaginario affascinante come l’Egitto lo è per mio padre. Mio padre, senza nulla togliergli, non ha potuto e voluto mai viaggiare, perché pauroso. Mia moglie in quei giorni mi diceva: Ma dove vai! L’aereo può precipitare! Non pensi ai tuoi figli! Incosciente! Non hai cuore!
Ed io: Devo andare come prima tappa a Città del Messico, dove non imperversa nessun uragano!
L’uragano Wilma il 17 Ottobre, definito tempesta tropicale di poco conto, in una settimana si trasformò nell’uragano più violento mai registrato nel Golfo del Messico, che provocò circa trenta miliardi di dollari di danni e sessantatré morti. Il bollettino nei giorni precedenti la mia partenza era contro di me e io tenevo duro
Il 21 Ottobre, all’approssimarsi dell’ultimo quarto di luna, verso il paese che significa Ombelico della luna
, presi il mio aereo con prima tappa a Madrid e poi Città del Messico. Mio fratello la sera prima a Roma mi guardava e diceva: Il solito Paolo, che non teme nulla quando si tratta di viaggiare
. Il viaggio organizzato agli inizi di ottobre tramite agenzia era comprensivo di tour guidati e di trasporti anche aerei per tutto il Messico.
Non era la solita toccata e fuga che spesso io facevo nelle capitali europee: due, tre giorni e via.
Questo era il mio primo viaggio lungo e importante, dove riponevo interessi culturali, storici, etnici e soprattutto la mia solita voglia di evadere dal lavoro snervante di medico di famiglia. Certo non era il periodo migliore!
Non era estate o Natale, ma per me bastava viaggiare.
Sorretto dalla luna nella nona casa del Cancro nel tema natale astrologico, io, amante dello straniero e del viaggio come rigenerante lo spirito, partii alla volta di un paese tutto da scoprire con le sue grandi civiltà Azteca e Maya.
Wilma non mi faceva paura e poi era lontana dalla mia prima meta.
Nel mattino pieno di sole del ventidue dall’aereo si vede di sotto la città con i suoi ventiquattro milioni di abitanti.
Dopo un paio di giri dell’aereo, siamo tutti pronti all’atterraggio, e sono trascorse circa quindici ore dalla nostra partenza da Roma.
E’ il 22 Ottobre, va tutto bene e fuori dall’aeroporto ci attende un autobus con la nostra guida.
Guillermo Hernandez, un uomo di altezza media e volto spigliato, subito dopo le presentazioni, ci guida al parcheggio, e subito presenta il programma della giornata.
Oh, Guillermo! Quanto ti ho stressato di domande per i miei appunti! Quante me ne avrai dette, anche se era il tuo lavoro! Sono le sette ora locale ed inizia il mio viaggio in Messico sotto i buoni auspici, e Wilma è lontano.
All’arrivo all’Hotel Casa Blanca io e gli altri ci organizziamo con Guillermo per ottimizzare i tempi della giornata, ma soprattutto per legare tra noi nel giusto spirito della conoscenza. Il gruppo Italia è composto di circa una trentina di turisti di varie età, singoli, in coppia e sposini.
Guillermo è affidato a noi perché parla bene l’italiano. Egli ci riferisce da subito di essere stato in Italia, a Roma, dove con molta sorpresa si è adattato bene e ne è rimasto entusiasta.
Alle ore 8 sono pronto per la prima escursione: lo zocalo
, il nostro palazzo comunale o di governo della città.La città fu distrutta nel 1521 da Cortés, il re biondo, che secondo la leggenda sarebbe ritornato dal mare.
Prima di quella data gli Aztechi, popolo bellicoso, si erano accontentati di vivere in pace con gli uomini venuti dal mare.
Ehi, ragazzo! Spiega un po’ di storia, ma non esagerare com’è tuo solito, e se il lettore lo ritiene, risparmialo dei dettagli! Io inizio, poi vedremo o meglio vedrete….
Gli Aztechi avevano conquistato quei territori dal 1300 sottraendoli ai Toltechi che dal 900 d.C. vi abitavano con saggezza. Nella storia del Messico la prima civiltà di cui si conoscono i resti è quella degli Olmechi, siamo intorno al 1000 a.C. e precisamente dal 1400 al 400. Questa civiltà precolombiana è una delle prime di cui si conosce usi e costumi e che abitava nel centro-america ed in particolare nei territori attuali del Messico del Nord.
Le civiltà precolombiane erano dedite all’agricoltura e quindi erano stanziali, cioè non nomadi.
Esse avevano un’organizzazione gerarchica, usavano geroglifici nella scrittura, soprattutto con i Maya, costruivano città con templi e alcune del Nord vivevano in seminomadismo per le poche risorse agricole. Nella storia messicana gli Olmechi vivono nel periodo pre-classico e questa popolazione è considerata la madre delle successive nel Messico
del Nord. Con gli Olmechi vi è il sacrificio umano, il gioco della pelota (palla), i geroglifici e i primi templi.
La parola olmechi
significa nella lingua del luogo nahuatl
: popolo della gomma, dall’albero della gomma in queste zone molto coltivato (Castiglia Elastica). La lingua nahuatl è la madre delle lingue successive, parlate dalle popolazioni, o meglio dei dialetti derivati nel nord del Messico. La civiltà degli Olmechi comunque non è l’unica a fiorire nella zona, giacché nella confinante zona di Oaxaca già dal 1000 a.C. sono presenti i Zapotechi, mentre più a nord i Teotihuacani. Prima di parlare di Teotihuacan rivediamo un po’ di storia azteca, e più recente.
La storia del popolo azteco è avvolta dal mistero della loro migrazione.
Intorno al 1160 d.C. il popolo azteco, tribù del popolo Nahua, migrò per motivi di siccità dalla regione di Aztlán, più a Nord, in una terra allora fertile abitata dai Toltechi.
I Toltechi, antico popolo del Messico, facevano parte della grande famiglia dei Maya o dei Nahua o Nahuatlachi (chiaro parlanti) e sarebbero discesi nel Messico nel VI secolo d.C., provenienti dalla California e dal Colorado.
I Nahua facevano parte di un gruppo di tribù americane della famiglia uto-azteca, comprendenti le tribù dei Messicani o Aztechi, Xochimilchi, Chalchi, Teponechi, Tlahuilchi, Colhui e Tlaxcaltechi.
I Nahua discesi nel VI e VII secolo d.C. da luoghi detti Aztlán e Teoculhuacan, forse dalle Montagne Rocciose ed i grandi laghi del