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A che cosa servono i ricordi?
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Ebook37 pages25 minutes

A che cosa servono i ricordi?

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Divago sul mio passato di ricordi lontani e sbiaditi, confusi, sulla mia infanzia vissuta mai come una bambina ma come un pacco sbattuto di qua e di la, mai come una giovanetta, mai come tutti gli altri ragazzi del mondo.
LanguageItaliano
Release dateNov 25, 2014
ISBN9786050338560
A che cosa servono i ricordi?

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    A che cosa servono i ricordi? - Antonietta Caracci

    fratellino.

    con mia sorella Matteuccia

    con mia sorella Matteuccia

    mio padre in Africa

    Ad un certo punto, mi dicono che noi sorelline saremmo andate in un collegio di suore (non ricordo che nome avesse) e che saremmo state sempre insieme, ora il mio stato d ’ animo non lo so descrivere, ma si pu ò immaginare come si possa sentire una bambina che sta vivendo questi episodi.

    Inizia la vita in collegio, gente sconosciuta, suore, mia sorella non la vedevo mai, mi dicevano che lei era piccola e doveva stare insieme alle sue coetanee. Quando era estate, le suore ci portavano in colonia. Ricordo un giorno ci fu un gran fermento, tanti preparativi, un andare e venire tra le suore: ci vestirono con una divisa da piccola balilla, ci misero tutte in fila nel parco perchè doveva arrivare Mussolini a fare una visita. E così fu. Io non capivo e non sapevo chi era questo personaggio, ma mi rimase impressa la sua imponenza.

    Ad un certo punto della vita trascorsa in quel luogo mi chiama una suora e mi porta con lei in un posto dove c’erano tutti lettini coperti di veli scorrevoli, ne apre uno e sul letto c’era mia sorella: stava male ma io non lo sapevo. Tanta fu la mia gioia e la contentezza nel rivederla dopo molto tempo, che le dissi di scendere dal letto e di venire con me, lei mi guardava e non parlava poi la suora mi ha portato via senza dirmi niente più, un brutto giorno mi chiama dicendomi che Matteuccia è morta. Al solo ricordo ancora oggi piango di commozione e dolore: mi sono sentita sola e triste, tanto triste ma ancora non sapevo che non era quella l’unica tristezza che avrei provato poi nella

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