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Chi cura chi?
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Chi cura chi?

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Nella complessa realtà moderna i giardini sono diventati quasi dei santuari; dei luoghi dove venire a contatto con gli elementi naturali e i cambiamenti delle stagioni, al fine di rinvigorire lo spirito e riequilibrare le energie corpo –mente.

Il libro è il risultato di anni di ricerche, dall’esperienza maturata come terapista, durata molti anni, e dall’insegnamento di questa disciplina e offre un caleidoscopio delle grandi possibilità che la terapia orticolturale può offrire.

Il testo descrive, i numerosi benefici psico-fisici che si possono ottenere dalla relazione uomo-pianta e dal contatto con l’ambiente naturale.

E’ diretto agli operatori che lavorano in campo sociale e nelle scuole, offre infatti spunti per l’organizzazione di attività di giardinaggio all’interno di scuole, centri riabilitativi, centri diurni e ospedali.

E’ utile ad agronomi, architetti e progettisti , fornisce infatti indicazioni utili per la progettazione di giardini e parchi sensoriali accessibili a tutti e spazi verdi dedicati alla riabilitazione.

Può essere di aiuto ai genitori di ragazzi disabili per aiutarli nel loro percorso di vita, ma anche a tutti gli amanti della natura che vogliono organizzare meglio il proprio orto e giardino allo scopo di ottenere, attraverso un approccio olistico, un miglioramento della qualità della vita.
LanguageItaliano
Release dateMar 6, 2015
ISBN9786050362718
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    Chi cura chi? - Alessandra Chermaz

    n.2014000469

    Introduzione

    Svolgendo l'attività di terapista con persone gravemente ammalate, mi sono trovata diverse volte ad operare con chi sfortunatamente è venuto a mancare. Molte volte mi capita di ripercorrere quei momenti nella mia mente e riviverli con grande tenerezza: spesso le parole lasciavano il posto a sguardi complici, a brevi carezze, che esternavano una complicità in cui parlare era inutile.

    Ognuno di loro mi ha insegnato qualcosa e se le nostre vite non si fossero intrecciate, non sarei quella che sono e anche se a volte si è trattato solo di brevi incontri, l’intensità è stata indimenticabile. Mi hanno permesso di cogliere il momento che mi era offerto e di pervadere la mia vita con il vero significato delle cose.

    Ho sempre apprezzato la vita nelle svariate sfaccettature che offre e spesso mi sono lasciata trascinare dall’inquietudine, che ti spinge a cercare stimoli nuovi. Un modo di cogliere la vita che mi impediva, però, di godere a fondo gli eventi che si susseguivano e di assaporarne a fondo le sensazioni: mentalmente ero già impegnata in chissà quale altro obiettivo.

    Se siamo con la testa altrove, un fugace abbraccio dato o ricevuto non vale tanto, ma se siamo presenti, ecco che allora diventa una sublime esperienza. Ho sicuramente ricevuto più di quanto ho dato.

    La relazione di scambio tra terapista e paziente, ma anche tra persona sana e la persona disabile è sempre una relazione che tocca entrambi i partners e li trasforma. Il lavoro con persone affette da handicap o da pluri-handicap può essere emotivamente difficile e gravoso ma, anche stimolante e molto gratificante.

    Una cosa è certa: non ci può lasciare indifferenti. Rivivo spesso eventi che ho condiviso e con questo libro voglio cercare di comunicarli anche a voi.

    So bene che una pagina stampata non potrà mai dare le sensazioni che ho avuto la fortuna di vivere, mi auguro però di essere riuscita ad aprirvi una finestra sul mondo della disabilità, mondo che, purtroppo, molto spesso solo gli addetti ai lavori conoscono. Se questo sarà avvenuto, allora questo mio lavoro avrà avuto un senso.

    La mia vita si è arricchita in maniera incredibile da quando mi sono avvicinata a queste persone e ogni giorno sono grata per aver avuto la possibilità di conoscere questo universo a me sconosciuto fino a qualche tempo fa.

    Questo non vuole e non può essere un libro di botanica e agronomia, anche se di tanto in tanto c’è qualche suggerimento pratico su come svolgere lavori legati alla riproduzione delle piante.

    Se vogliamo diventare dei terapisti orticolturali, dobbiamo però studiare ed approfondire questi argomenti, altrimenti andremo incontro a degli insuccessi o quantomeno a dei risultati poco edificanti.

    Come dice Ken Druse nella sua opera Making more plants, - non è essenziale studiare botanica per avere un bel giardino, è semplicemente inevitabile. Spero perciò di stimolare la vostra curiosità e di indurvi ad approfondire questi argomenti.

    Una delle ragioni per cui il giardino è fonte di seduzione può essere ricercata nella capacità di impegnare sempre anche la persona più pigra; con la mente e le dita indaffarate si dimenticano presto le preoccupazioni.....Avanti dunque, armatevi di paletta e rastrello!

    Vorrei, comunque, dedicare poche righe allo scempio che si consuma ogni giorno e che sembra non interessare nessuno. Mi riferisco al disinteresse per le aree verdi e alle zone dove vengono

    aperti nuovi cantieri edili per l’edificazione di condomini, che molte volte non servono a nessuno (nella mia città ci sono più di 30.000 appartamenti sfitti). Ma come è possibile mi chiedo?

    Tutto ciò va a scapito delle già poche e risicate zone verdi; un deturpamento che va ad aggiungersi alle mille ingiustizie che viviamo nel nostro territorio nazionale, una distruzione che non si era vista neanche durante il boom economico e negli anni '70.

    Resto annichilita e ferita dalla cecità, dalla totale mancanza di lungimiranza e dalla poca considerazione che i nostri amministratori hanno per il bene comune e per la salute della collettività. L'importante è aprire nuovi centri commerciali (di cui siamo già enormemente forniti), cattedrali nel deserto, vista la crisi mondiale che stiamo vivendo.

    Dedico questo libro anche agli alberi secolari e agli animali che popolavano il parco del ex nosocomio della Maddalena (Trieste): 22.000 metri quadrati di verde situati in una zona fortemente popolata e rasa al suolo in nome di una barbarie senza precedenti.

    Al loro posto ora domina un deserto, che da 5 anni attende la costruzione di palazzi privati e l’ennesimo centro commerciale. Altre ignominie di queste gigantesche proporzioni si stanno consumando ogni giorno.

    Possiamo ancora permetterci di stare a guardare passivamente questo stillicidio ambientale? Ne dubito.

    Benessere attraverso il giardino

    Il tempo e lo spazio rappresentano due categorie fondamentali e due paradossi che esprimono appieno il modo di sentire della società moderna. Viviamo più a lungo, possediamo più tecnologie, eppure la sensazione che proviamo è di non avere tempo sufficiente per fare quello che desideriamo. Inoltre, sentiamo sempre più bisogno di vivere ammassati nelle grandi città, ma allo stesso tempo avvertiamo un crescente disagio per gli stretti confini in cui ci siamo relegati e, appena possibile, scappiamo dalla città in cerca di un po' di solitudine e tranquillità.

    L'approccio alla malattia e alla salute attraverso la medicina tradizionale e i servizi di sanità pubblica dell'ultimo secolo, rappresentano sicuramente un successo della scienza moderna e contemporanea. Tuttavia, la popolazione mondiale continua a manifestare nuove patologie e stati di salute precaria, da trentanni a questa parte, infatti, nel nostro paese si assiste ad un costante aumento delle spese sanitarie, destinate alla cura delle malattie psicosomatiche.

    Questa situazione di disagio non può più essere affrontata esclusivamente da un punto di vista medico. Le malsane abitudini di vita (che non rispettano i nostri ritmi biologici), esigenze lavorative e produttive ci portano ad avere problemi di affaticamento mentale, ansia, periodi di depressione, attacchi di panico che possono sfociare in veri disagi mentali.

    Quando viviamo una situazione di stress, il corpo per aiutarci a affrontare il momento difficile, libera l'andrenalina e norandrenalina ormoni di primo intervento che ci danno la carica necessaria, la lucidità e l'energia per reagire prontamente a una situazione di difficoltà.

    Se lo stress persiste, si entra nella fase di resistenza: l'organismo mette in circolo il cortisolo (che all'inizio ha una funzione di salvataggio, mettendo a disposizione i mezzi energetici sufficienti per superare l'evento).

    Se però ne esauriamo le scorte, si arriva alla fase di esaurimento e le nostre difese immunitarie cominciano ad indebolirsi. Se lo stress diventa eccessivo e prolungato nel tempo, può diventare cronico; ne consegue un danneggiamento della capacità immunitaria favorendo così l'insorgenza di una patologia.

    La ridotta funzionalità del sistema immunitario impedisce al corpo di eliminare le tossine in eccesso; agisce quindi come uno spazzino di batteri, virus, e qualsiasi altra sostanza considerata estranea all’organismo stesso.

    Lo sapevate che lo stress è anche causa della minore funzionalità dell'organo della vista? Diverse ricerche hanno evidenziato, infatti, che l'ampliamento o il restringimento del campo visivo dipende dallo stato mentale ed emotivo. Ricercatori russi hanno dimostrato che in campagna la popolazione vede notevolmente meglio rispetto agli abitanti della città.

    Tutta colpa di stress e rumore (cfr. Jakson A.). Gli spazi e gli elementi naturali, come gli alberi e le foreste, sono sempre più considerati come collaboratori che contribuiscono a fermare o invertire i trend in crescita di tali disagi.

    Stando a contatto con le piante e osservando la loro crescita, l'uomo acquisisce consapevolezza della vita e del ritmo che la sostiene. Dalle piante l'uomo acquisisce il senso della stabilità dinamica attraverso il cambiamento. Osservando la natura si percepisce la continua mutevolezza della percezione dell'ambiente, non solo al variare delle stagioni, ma anche nel breve arco di una giornata e da un minuto all'altro. "Non solo colori, ma soprattutto ombre e luci che coinvolgono tinte, volumi e forme, in un gioco continuo di chiari e scuri, in sinergico contrasto, tra abbagli luminosi e cupe superfici in penombra."(Dolce 2005 Fotosintesi).

    Senza continui cambiamenti, infatti, le piante non potrebbero sopravvivere. Una pianta deve fiorire allo scopo di produrre i semi, deve entrare nello stato di dormienza per sopravvivere all'inverno. C'è un ritmo naturale, un tempo e una stagione per tutto, che non può essere forzato e che sopravvive ad ogni cosa .

    La vita, che sta diventando sempre più frenetica, ci impone ritmi velocissimi e scadenze temporali ridotte (senza più nessun rispetto dei tempi della natura). Questo comporta un aumento dello stress e, anche se sembra un paradosso, una vita molto sedentaria. Se è vero che come diciamo corriamo sempre.., è anche vero che il nostro correre non è certo l'attività fisica di cui avremmo bisogno! L'OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, dichiara che l'inattività fisica è una delle cause accertate di morte per oltre 1,9 milioni di persone. Il 60% della popolazione mondiale non fa attività fisica con le inevitabili conseguenze che ne derivano: obesità, malattie cardiovascolari, diabete, tumori, ecc. La sedentarietà determina fisiologicamente un rallentamento della circolazione sanguigna e dei capillari con scarso apporto di ossigeno e di nutrimento ai tessuti, compreso quello cerebrale, e ostacola il deflusso delle tossine. Questo comporta un rallentamento generale dell'energia vitale e diventano facili l'astenia fisica e sessuale, la diminuzione delle difese immunitarie e l'aumentata predisposizione all'ansia, insonnia e paure. (Erus Sangioirgi 2007 Oltre il labirinto. Percorsi di medicina complementare in psichiatria). La creazione di nuove aree verdi dove sia possibile fare esercizio, intenso o blando, favorisce la salute fisica oltre che a quella psicologica dell'intera popolazione, essendo oggi la mancanza di movimento uno dei motivi primari di scarso benessere fisiologico. Quando ero più giovane ho praticato per parecchi anni il nuoto a livello agonistico poi ho fatto qualche anno di canottaggio, ora vi devo dire che per quanto mi sforzi il mio fisico e il mio cervello si sono coalizzati contro qualsiasi tipo di attività fisica. Mi sono più volte imposta di recarmi al più vicino impianto sportivo, ma vi assicuro che mi sembrava un’ascensione al patibolo. Una volta arrivata sul posto passavo più tempo a guardare l'orologio e a contare i minuti che mancavano alla fine di quella tortura che a fare gli esercizi.

    Per quanto riguarda le palestre ne ho una vera allergia. C'è qualcun altro che soffre di questa mio stesso disturbo? Per fortuna ho trovato la mia ancora di salvezza. Mi capita spesso di rincontrare persone che non vedo da tempo: ti vedo in forma mi dicono e io penso a quante erbacce ho estirpato nel mio giardino sviluppando bicipiti, tricipiti e facendo un’ ottima attività di stretching.

    Avete mai notato che le erbacce crescono sempre in posti improbabili e impossibili e per raggiungerle è necessario fare notevoli esercizi di allungamento? Mi dicono anche... sei bella abbronzata dovendo lavorare fuori tutto l'anno la mia pelle diventa gradatamente abbronzata e non si brucia d'estate. A questi (sempre ) graditi complimenti rispondo: è il mio giardino e quello degli altri che mi tengono in forma. Spesso le persone mi guardano sbigottite pensando che le sto prendendo in giro.

    A livello mondiale desta preoccupazione il fenomeno dell'aumento rapido e consistente dell'obesità. Questo trend coinvolge prima di tutto le popolazioni delle aree industrializzate, ma si sta allargano anche ai cosiddetti Paesi in via di sviluppo. Si stima che l'obesità sia aumentata del 50% in un periodo di soli 7/10 anni. L'Italia è diventata il secondo popolo più grasso in Europa seconda solo ai tedeschi. L'attuale epidemia di obesità ( il cui aspetto più preoccupante è il fatto che interessa sempre di più anche i bambini) è associata al passaggio verso uno stile di vita industrializzato. Un concetto, questo, che comprende non solo il tipo di lavoro, ma anche le abitudini alimentari, la produzione stessa del cibo, il modello di divertimenti, la frequenza degli spostamenti, i mezzi di trasporto, il tipo di abitazioni, ecc. (Paolo Pigozzi 2006)

    E' sempre più importante prestare attenzione alla qualità degli alimenti con cui ci nutriamo. E' opinione fondata che la qualità degli alimenti sia grandemente influenzata, tra le varie cose, dalla vicinanza spazio-temporale tra il momento della produzione e il momento del consumo che garantisce, oltre al sapore del cibo, anche l'integrità del suo patrimonio nutrizionale e l'assenza di additivi e conservanti. L'orto e il frutteto sono veramente preziosi in questo senso. Ci permettono di portare sulle nostre tavole dei prodotti che mantengono delle capacità organolettiche eccellenti e di conseguenza di mangiare meno cibo preconfezionato. Spesso infatti a mio avviso si tratta di janky food,cibo spazzatura come viene chiamato dagli americani. Gli squilibri nella nostra alimentazione sono tanti. Nei prodotti industriali raffinati i nutrienti in essi contenuti risultano ridotti a una piccola frazione rispetto a quelli delle materie prime usate per produrli. Le numerose sostanze chimiche presenti nei cibi raffinati hanno lentamente ma inesorabilmente minato la salute di milioni di persone.

    Anche il luogo dove fisicamente viviamo influisce sul nostro stato di salute. Per motivi di lavoro e di vita passiamo la maggior parte del nostro tempo all'interno di edifici che non sono stati progettati per il benessere delle persone che ci vivono, gli americani al riguardo hanno anche individuato una sindrome chiamata Sick Bilding Sindrom (sindrome da edificio malato). Molteplici sono le manifestazioni che hanno origine dalla SBS: mal di testa, capogiri, tosse, raucedine, irritazioni cutanee, irritazione agli occhi. (Francesco Ferrini 2005)

    Diverse ricerche dimostrano che migliorare la qualità dell'ambiente di lavoro prevedendo una zona verde o semplicemente delle piante in contenitori incrementano la produttività, diminuiscono l'assenteismo, migliorano l'umore del lavoratore. Ovviamente le piante devono avere un aspetto sano e possibilmente lussureggiante altrimenti ci scatenano la reazione opposta.

    Facendo una vita sedentaria, e vivendo la maggior parte del tempo all'interno di edifici, ci dimentichiamo per esempio di quanto sia indispensabile l'esposizione alla luce naturale la cui carenza determina dei veri scompensi biologici.

    La parte visibile dello spettro luminoso, le radiazioni infrarosse e quelle ultraviolette hanno effetti molto rilevanti sugli organismi viventi, agiscono sui percorsi biologici in modo complesso, influendo sulla crescita e lo sviluppo, intensificando i processi metabolici, attivando gli scambi gassosi e i processi ossidativi, stimolando le ghiandole endocrine e i sistemi enzimatici. (S. Omodeo Salè Verdeaureo dell'Architettura). L'esposizione al sole, inoltre, migliora l'efficacia fisica e mentale permettendo una più attiva ossigenazione dei tessuti riducendo l'ansia e migliorando l'umore. Il sole aiuta anche a prevenire l'osteoporosi: 20 minuti al giorno di esposizione al sole a braccia scoperte sono sufficienti a contenere il deficit di vitamina D. (Cristina Borghi - Il giardino che cura)

    Tutti queste abitudini malsane non risparmiano la vita delle persone appartenenti a fasce più deboli come disabili e anziani, anzi spesso vengono anche amplificate dal fatto che sono dei soggetti passivi della vita che li circonda.

    La conoscenza della cultura ecologica e l’educazione ambientale, ci dovrebbero condurre a riconoscere che l’uomo non è in opposizione alla natura, ma è parte di essa. Anche la scienza sta oggi scoprendo che il senso di smarrimento nell’epoca tecnologica, è dovuto allo sradicamento dell’uomo dalla natura. La biofilia (termine che che gli studiosi usano per definire l'appartenenza antropologica dell'uomo alla natura) dimostra

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