Un viaggio chiamato India
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Info su questo ebook
Esperienze, sensazioni, sentimenti.
Un viaggio zaino in spalla, alla scoperta di quel paese fantastico qual è l' India.
Giorno per giorno, un racconto minuzioso di ogni minuto vissuto.
Situazioni grottesche, momenti di paura in un calar di emozioni, di felicità.
Un libro a metà tra un racconto di viaggio e una guida con numerosi cenni storici su monumenti, musei, città...
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Anteprima del libro
Un viaggio chiamato India - Osvaldo Forastelli
Osvaldo Forastelli
Un viaggio chiamato India
UUID: 42e6cf36-bb75-11e4-9c1a-9df0ffa51115
This ebook was created with BackTypo (http://backtypo.com)
by Simplicissimus Book Farm
Table of contents
Dopo anni d' attesa e molteplici dubbi, ecco finalmente sopraggiungere il viaggio verso quella terra particolare ed affascinante quale è l' India.
L' organizzazione è stata, sotto taluni aspetti, difficile ed estenuante.
Ma il bello di un viaggio consiste anche in questo, no?
Se tutto filasse sempre via liscio come l' olio...quale gusto vi sarebbe?
Per prima cosa devo ottenere il visto d' ingresso, cosa che, visto il recente passato, è impresa da non sottovalutare ( vedi Uzbekistan 2012 ).
Preparo tutta la documentazione richiesta dal consolato dell' India a Milano e, fiducioso, spedisco circa un mese prima la partenza. Da quanto è riportato sul sito web dell' ufficio consolare, nell' arco di otto giorni lavorativi dovrei vedermi recapitare a casa la busta con all' interno il passaporto e, ovviamente, il visto.
Incredibilmente, cinque giorni dopo la spedizione, il postino mi consegna quella busta che, di fatto, m' apre le porte all' India.
Pericolo scongiurato.
Ora posso concentrarmi alla preparazione vera e propria del viaggio 2013.
Innanzitutto vado alla ricerca di un volo aereo adatto alle mie esigenze, cercando di coniugare costo e soprattutto, periodo. Dopo intere giornate trascorse davanti allo schermo del mio computer ad osservare l' andamento dei prezzi, finalmente mi decido ad acquistare un biglietto aereo di andata e ritorno per Mumbai, con partenza dall' aeroporto di Torino.
Di meglio non potevo chiedere, sono contento e felice della scelta fatta.
E ora, sotto l' itinerario.
LP e Mondadori CityBook alla mano, decido quali città visitare, cosa vedere, tenendo conto dei collegamenti, della distanza tra le varie città, dei mezzi pubblici...insomma, una laboriosa e lenta ricerca al fine di non perdermi nulla ed ottimizzare al massimo il tempo a mia disposizione.
Un gran lavoro, da non sottovalutare in quanto fondamenta del viaggio.
Non tutto il mondo è come il mio Paese, organizzato e preciso ( anche se spesso non è cosi ).
Quando mancano due settimane alla fatidica data, posso finalmente dire che è ormai tutto pronto e deciso.
Ma come sempre avviene prima d' intraprendere un lungo viaggio, un paio di giorni prima la partenza mi coglie una fastidiosa ansia.
Vorrei partire subito, ora, immediatamente. Invece quest' attesa mi sfianca, mi logora.
Mi divora.
Due lunghi giorni ad attendere e poi, finalmente, il calendario segna giovedì 8 agosto.
Il tempo non è dei migliori, pioviggina, questo cielo è grigio e cupo come il mio umore.
Parto dalla mia bellissima cittadina intorno alle ore 9.30, accompagnato dalla mia famiglia, e dopo un' oretta di viaggio eccomi all' aeroporto di Torino.
Il mio sguardo s' incrocia per l' ultima volta con i miei famigliari e poi, tristemente, m' avvio al check in.
Felicità per quest' avventura che va ad iniziare, o tristezza nel pensare di non avere accanto per quattro lunghe settimane le persone a me care?
Dubbi.
Consegnato il mio pesante zaino alla giovane ragazza al check in, raggiungo il gate e poco dopo, eccomi seduto comodamente sul Boeing della Turkish Airline.
Il mio posto è, oltretutto, accanto al finestrino sulla parte sinistra del velivolo.
Felice.
Amo guardare il mondo dall' alto, è una delle cose che più m' entusiasmano, più m' affascinano.
Sogno, ad occhi aperti, nel cielo azzurro.
Decolliamo in perfetto orario, pochi secondi e siamo al di sopra delle nuvole.
Il tempo va peggiorando, cosicché dal mio finestrino non vedo altro che dense nubi grigiastre.
Pazienza.
Dopo un' oretta di volo ci viene servito il pranzo. Un ottimo servizio quello della Turkish Airline e non pago del cibo, mi lascio andare a due bottiglie da 25cl di vino, una di bianco ed una di rosso. Le persone sedute accanto m' osservano stupite, sono sicuro credano io sia un dannato alcolista!
Soprattutto la giovane al mio fianco, con i suoi occhioni scuri, mi guarda assai male. In effetti son appena le due pomeridiane, ed io son già un po’ lordo...
Atterrati ad Istanbul raggiungo da subito il gate, la paura di perdere il volo è molta, anche se come sempre, sono in netto anticipo. Un' oretta seduto a terra, ad osservare dalle grandi vetrate gli aerei decollare verso chissà quali mete lontane.
Nella capitale turca il tempo è bellissimo, un caldo infernale ( sarà guasta l' aria condizionata? ) rende eterna l' attesa al gate.
E poi di nuovo seduto comodamente sul Boeing 747 della Turkish, pronto a decollare verso Mumbai.
Durante il viaggio riesco fortunatamente ad addormentarmi, le ore volano via veloci e senza quasi accorgermene, sono in India.
Mumbai.
Devo essere sincero: la paura, un poco mi prende. Sono pur sempre in una delle città più grandi al mondo, una città che conta quasi 21 milioni di abitanti ( ma quanti sono quelli non registrati delle bidonville? ).
Puoi essere stato a NYC, al Cairo, a Londra, a Rio de Janeiro.
Ma ogni città è una storia a sé, un capitolo a parte.
Puoi aver accumulato tutta l' esperienza che vuoi, anni e anni di viaggi, ma è come se ti trovassi per la prima volta fuori casa senza saper bene come funziona il mondo.
Dove andare, cosa fare?
Le gambe tremano un pochino, sono confuso, le idee s' intrecciano senza darmi un appiglio, un giaciglio da cui partire, da cui far iniziare la mia avventura.
Arresto il passo, un lungo sospiro, mi guardo intorno: devo smettere di preoccuparmi. Se mi lascio preda delle sensazioni, riprendo da subito un volo di ritorno.
E' questo che voglio?
Mi calmo, e mi organizzo.
Seguo le persone dinanzi me, fin a giungere nella grande stanza dove gli addetti aeroportuali effettuano i controlli di rito. Prima devo però compilare un questionario che consegnerò nel momento in cui mi viene controllato il passaporto. Impiego diversi istanti prima di riuscire a scovare qualcuno disposto ad imprestarmi la sua penna, siccome quelle presenti ai banchi sono state rubate da ignoti: barboni.
S' avvicinano due giovani ragazze, che scopro poi essere residenti nella provincia di Venezia, che s' informano su mille cose, dal come fare a prelevare denaro contante, raggiungere il centro città...insomma, è la prima volta anche per me, mi care giovani!
Mi metto in coda ai controlli, silenzioso.
Giunto il mio turno, l' addetto alla sicurezza scruta con aria severa il passaporto, guarda diritto nei miei occhi, riguarda il visto apposto dal consolato e poi, lentamente, lo vedo impugnare il timbro che, con un rumore sordo, s' infrange sulla paginetta numero 12, sul Visa of India.
Le porte del paese mi s' aprono improvvisamente, senza che io possa rendermene neanche conto.
Appare sul mio volto un sorriso grande come il mondo, sono felice, l' avventura può finalmente avere inizio.