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Le Immagini dei Vivi e dei Morti richiamate dalle loro Opere
Le Immagini dei Vivi e dei Morti richiamate dalle loro Opere
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Le Immagini dei Vivi e dei Morti richiamate dalle loro Opere

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INTRODUZIONE

LA VISIONE SUPERNORMALE DELL’UOMO

LA QUARTA DIMENSIONE DELLO SPIRITO

In un capitolo su la Telegnomia, pubblicato nelle ultime pagine di un mio libro recente, il lettore troverà scritte queste parole: «L’uomo può, in alcune determinate condizioni, entrare in possesso di una facoltà speciale, supernormale, che gli permette di aver conoscenza a distanza di qualsiasi fatto che avvenga, di qualunque fenomeno che si manifesti, di qualsiasi cosa che si trovi alla superficie del suo pianeta o nelle sue profondità». Non si tratta di una mia, scoperta perché antica è la conoscenza di questo fatto, che viene da me confermato, forse non inutilmente, essendovi ancor oggi moltissimi pseudo-scienziati che non credono per nulla alla Metapsicologia perché sono ignoranti di Psicologia nonché di molte altre cose, perché non fanno esperimenti ma soltanto critiche, e sopratutto perché hanno un sacro terrore del «nuovo».
Il lettore troverà quasi in tutti i miei precedenti volumi inserito un breve capitolo nel quale io ritorno su questo argomento, ribadendo il concetto riguardante le facoltà super- o paranormali proprie degli esseri umani, la realtà dei fenomeni contemplati dalla Metapsichica, ecc.
Insisto a più riprese su questa questione, essendo del parere che prima di ammettere o di negare che, come io ho già dimostrato, si può per es. vedere un essere umano, come una bestia o una cosa, al di là di una parete opaca; prima di credere o di non credere che si possono nello stesso modo vedere anche gli abitanti degli altri mondi perché lo spazio, come si sa, non ha valore in Metapsichica; prima di riconoscere o di non riconoscere che appoggiando una mano sopra la stampa di. un’ode di Orazio si può vedere l’immagine del Poeta; prima cioè di rispondere a tutte queste domande speciali, è necessario considerare i fenomeni da un punto di vista più generale, affermando o negando che l’uomo sia, a sua insaputa, costituzionalmente dotato di una facoltà latente, che quando diviene patente noi chiamiamo super- o paranormale, facoltà mediante la quale egli si pone in grado di vedere, inabitualmente e meravigliosamente, l’invisibile, di udire l’inaudibile, di conoscere l’inconoscibile, ecc., o, per meglio dire, di aver d’un tratto nozione di tutto ciò che prima, con i suoi cinque sensi e con la relatività della sua scienza, egli credeva che fosse invisibile, inaudibile e inconoscibile.
Questa è la prima risposta che debbono dare i neofobi della Scienza, che se ne stanno pavidi e silenziosi, asserragliati nelle loro antiche Accademie.
Orbene, questa risposta può essere data indipendentemente dalle mie ricerche e dai miei esperimenti, ma soltanto sul fondamento di una letteratura enorme, già tramandata nei nostri annali, nonché delle esperienze serene, dei controlli severi e delle pubblicazioni di un grandissimo numero di osservatori, fra i quali sono da annoverare scienziati di fama mondiale, come William Crookes, Lombroso, Flammarion, Richet, [...]
LanguageItaliano
PublisherStargatebook
Release dateAug 13, 2014
ISBN9786050317442
Le Immagini dei Vivi e dei Morti richiamate dalle loro Opere

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    Le Immagini dei Vivi e dei Morti richiamate dalle loro Opere - Giuseppe Calligaris

    Giuseppe Calligaris

    Le catene lineari del corpo e dello spirito davanti alla cosmologia

    Le Immagini dei Vivi e dei Morti richiamate dalle loro opere

    Edizione originale: 1935 - Istituto delle Edizioni Accademiche

    Prima edizione digitale 2014: - a cura di David De Angelis

    Indice

    Parte Prima

    Introduzione

    La visione supernormale dell’uomo

    La criptestesia pragmatica

    Le placche cutanee che fanno vedere se stessi nelle diverse epoche della vita passata

    Le placche cutanee che fanno vedere gli altri nelle diverse epoche della loro vita passata

    Placca cutanea risonante o autoscopica che fa vedere la propria immagine in ordine regressivo, fino al primo anno di vita

    Esperimenti già praticati

    Il manoscritto

    La placca eteroscopica generale che fa vedere l’individuo che scrisse una parola o disegno un immagine

    La placca speciale che fa vedere l’immagine dell’autore di un disegno

    Il campo cutaneo delle grafie e dei disegni

    Il campo cutaneo che se caricato fa vedere la immagine dello scrittore

    La placca che fa vedere l’immagine dello scrittore ingrandita

    L’immagine dello scrittore veduta venire da lontano come nella bilocazione

    La placca che fa vedere l’immagine di un individuo qual’era all’epoca in cui scrisse una parola

    Le placche cutanee che rivelano l’autore di uno scritto anonimo

    La placca che si accende sull’ esaminatore quando davanti a lui si trova l’autore della grafia, anche se ad arte modificata, posta a contatto della propria felle

    La placca che fa vedere l’immagine dello scrittore applicando una mano sulla fotografia di un suo manoscritto

    La placca che fa vedere i gesti abituali dello scrittore

    La placca che fa udire la voce dello scrittore

    La placca che fa vedere le immagini dei genitori dello scrittore

    La placca che fa vedere il luogo di nascita dello scrittore

    La placca che fa vedere i luoghi nei quali ha piu’ spesso abitato lo scrittore

    La placca che da’ la visione panoramica della vita dello scrittore

    La placca che fa vedere l’immagine dello scrittore nel sogno

    La placca che fa vedere l’immagine dello scrittore contemporaneamente a piu' individui

    La placca cutanea che capta il pensiero nutrito da un individuo mentre poco prima scriveva una parola

    La placca che fa distinguere uno scritto originale da quello copiato o composto sotto dettato

    La placca che fa vedere l'immagine dello scrittore e quella dell’amanuense che copio’ lo scritto o lo stampato, oppure lo compose sotto dettato

    Lo stampato

    La placca cutanea generale che fa vedere l‘immagine dell’autore di un’opera stampata

    Campi cutanei la cui carica richiama l'immagine dello scrittore

    Il campo cutaneo speciale per l’applicazione di un foglio stampato

    La placca che fa vedere l'immagine dell’autore ingrandita

    La placca che fa vedere l'immagine dell’autore a segmenti trasversali

    La placca che fa vedere i diversi segmenti del capo dell’autore con ingrandimento

    La placca che fa vedere l'immagine dell’autore roteante

    La placca che fa vedere l'immagine dai diversi lati, senza rotazione

    La placca che fa vedere l'immagine dello scrittore contemporaneamente a piu’ individui

    La placca che fa vedere i genitori dello scrittore

    La placca che fa vedere il luogo di nascita dello scrittore

    La placca che fa vedere i luoghi nei quali abito’ piu’ a lungo durante la sua vita lo scrittore

    La placca che da’ la visione panoramica della vita dello scrittore

    Una nuova meraviglia

    La placca che fa vedere lo scrittore in diverse scene della sua vita

    La placca, che oltre a richiamare l'immagine dello scrittore, conferisce all’esaminatore altre conoscenze

    La placca che fa vedere i gesti abituali dello scrittore

    La placca che fa udire la voce dello scrittore

    La placca che fa vedere l'immagine dell’autore mentre uno ne legge il manoscritto o lo stampato

    La controprova dell'età

    La placca che fa vedere l'immagine dell’autore di una pagina stampata posta al di la’ di una parete

    Televisione dell'immagine dello scrittore

    La prova della fotografia

    L'immagine dello scrittore captata come nella bilocazione

    L'immagine dello scrittore veduta in sogno

    La placca consonante, che se caricata sopra un individuo fa vedere l'immagine dello scrittore ad un altro che gli sta di fronte con un foglio scritto o stampato a contatto del suo emicorpo sinistro

    La placca consonante che fa vedere l'immagine dello scrittore ad un individuo posto di fronte ad un altro che ha la palma della sua mano sinistra a contatto di un foglio scritto o stampato

    Parte Seconda

    Esperimenti preliminari

    Carducci

    D’Annunzio

    Pascoli

    Mantegazza

    Carducci

    D’annunzio

    Pascoli

    Mantegazza

    De amicis

    Matilde Serao

    Giusti

    Alfieri

    Foscolo

    Parini

    Petrarca

    Victor Hugo

    L’olimpo degli «spiriti magni»

    Omero (IX° Sec. a. C.)

    Saffo (628 - 568 a. C.)

    Pindaro (522 - 442 a. C.)

    Sofocle (496 - 406 a. C.)

    Socrate (468 - 399 a. C.)

    Platone (427 - 347 a. C.)

    Aristotile (384 - 322 a. C.)

    Cicerone (106 - 43 a. C.)

    Giulio Cesare (101 - 144 a. C.)

    Virgilio (70 - 19 a. C.)

    Dante (1265 – 1321)

    Leonardo (1452 - 1519)

    Michelangelo (1475 - 1564)

    Tasso (1544 - 1595)

    Galilei (1564 - 1642)

    Shakespeare (1564 - 1616)

    Milton (1608 – 1674)

    Goethe (1749 - 1832)

    Leopardi (1798 – 1837)

    Il parnaso degli antichi poeti

    Tirteo (680. a. C.)

    Alceo (640? - 560? a. C.)

    Erinna (600 a. C.)

    Anacheonte (570 - 485 a. C.)

    Simonide (559 - 469 a. C.)

    Corinna (509 a. C.)

    Bacchilide (472 a. C.)

    Teocrito (270 a. C.)

    Catullo (87 a. C? - 55 a. C?)

    Tibullo (54 - 19 a. C.)

    Properzio (52? - 19 a. C.?)

    Ovidio (43 a. C. - 16 d. C.)

    Appendice

    Ippocrate (460 - 355 a. C.)

    Mosè?

    L’autore di un geroglifico la prima ricetta conosciuta

    Un papiro egizio

    Nerone

    Il convegno dei pittori

    La placca eteroscopica che fa vedere ad un esaminatore, che applica la palma della sua mano sinistra sopra un quadro, l'immagine del pittore

    Giotto (1276-1336)

    Beato Angelico (1387-1455)

    Bellini (1428-1516)

    Perugino (1446-1524)

    Botticelli (1447-1510)

    Ghirlandaio (1449-1494)

    Leonardo da vinci (1452-1519)

    Tiziano (1477-1576)

    Giorgione (1478-1511)

    Raffaello (1483-1520)

    Andrea Del Sarto (1486-1531)

    Correggio (1494-1534)

    Veronese (1528-1588)

    Reni (1575-1642)

    Il guercino (1591-1666)

    Murillo (1617-1682)

    Rubens (1577-1640)

    Velasquez (1599-1660)

    Rembrandt (1606-1669)

    Van dyck (1679-1752)

    L’immagine dell’autore richiamata da un suo disegno

    Le attribuzioni erronee dei quadri

    Invito ai letterati, ai filologi, ai ritrattisti e ai pittori dell’ultravisibile

    Il congresso degli scultori

    Minerbi

    Gioberti (1378 - 1455)

    Donatello (1386 - 1466)

    Della bobbia (1400- 1482)

    Michelangelo (1475 - 1564)

    Bernini (1598 - 1680)

    Canova (1757 - 1822)

    Fidia (500 - 431 a, C.)

    Policleto (480 a. C.)

    Mirone (440 a. C.)

    Prassitele (390 a. C.)

    Lisippo (356 - 323 a. C.?)

    Uno scultore ignoto (IV sec. a. C.)

    Cleomène? (220 a. C.)

    Statua del Laocoonte (200 a. C.?)

    Uno scultore ignoto

    Uno scultore ignoto

    Uno scultore ignoto

    Uno scultore ignoto

    L'immagine di un cesellatore richiamata da una sua opera

    L'immagine di un architetto richiamata da una sua opera

    Il cenacolo dei musicisti

    Beethoven (1770 - 1827)

    Weber (1786 - 1826)

    Rossini (1792 - 1868)

    Donizetti (1797 - 1948)

    Schubert (1797 - 1828)

    Bellini (1801 - 1835)

    Berlioz (1803 - 1869)

    Mendelssohn (1809 - 1847)

    Chopin (1810 -1849)

    Schumann (1810 - 1856)

    Liszt (1811 - 1886)

    Verdi (1813 - 1901)

    Wagner (1813 - 1883)

    Gounod (1818 - 1893)

    Offenbach (1819 - 1880)

    Strauss (1825 - 1899)

    Leoncavallo (1858 - 1919)

    Puccini (1858 - 1924)

    Mascagni (1863)

    I genitori e i luoghi di nascita

    Le immagini dei genitori dell’autore captate da un suo manoscritto o da una sua pagina stampata

    Le immagini di mio padre e di mia madre captate da una mia pagina stampata

    Le immagini dei genitori giovani di Gabriele D’Annunzio

    La madre di Paolo Mantegazza

    La madre di Goethe

    I luoghi di nascita

    La mia casa natale

    La casa di D’Annunzio a Pescara

    La casa natale di Canova

    La casa natale di Galilei

    La casa natale di Raffaello

    La casa natale di Chopin a Zelazowa Wola

    La casa natale di Goethe

    La casa natale di Beethoven

    La casa natale di Shakespeare

    La casa di Dante

    Osservazioni e confronti

    La casa natale di Tiziano

    La casa natale di Verdi

    La casa natale di Virgilio

    Parte Terza

    Orazio

    L’omaggio al poeta

    Breve riassunto della vita di Quinto Orazio Flacco

    La sua personalità fisica

    La sua personalità psichica

    Note cronologiche

    Le nuove conoscenze

    L'immagine di Orazio

    Gesti abituali di Orazio

    La voce di Orazio

    I genitori di Orazio

    La casa natale di Orazio

    I luoghi nei quali il poeta piu’ spesso soggiorno

    Visioni panoramiche della vita di Orazio

    Orazio veduto in diverse scene della sua vita

    Parte Quarta

    Metodi di ricerca

    Ripetere le prove

    Come si svolge l’esperimento

    Come si presenta l’immagine

    Lo schermo

    Condizioni favorevoli e condizioni sfavorevoli all’esperimento

    La persistenza delle immagini

    Immagine veridica e immagine falsidica

    Cause di errore

    Auto- ed eterosuggestione

    Eterosuggestione

    Grafia e manoscritto

    Gli scrittori di articoli anonimi

    Gli scrittori di articoli che vengono firmati con altri nomi

    Gli articoli di giornale scritti sotto dettatura

    La veridicità della visione

    La componente personale attitudine e abitudine mentale

    Osservazioni generali

    Tentativi d’interpretazione dei fenomeni il pensiero-vibrazione

    Il richiamo dell’immagine dell’autore di qualsiasi opera

    L’ epifania dei morti

    La placca che fa vedere l’immagine di un individuo mediante un suo relitto organico

    La placca autoscopica che fa vedere la radiazione specifica del proprio corpo

    La radiazione del relitto organico

    La radiazione personale

    La placca che fa vedere mediante un relitto organico, oltre all’immagine del possessore, quella dei suoi genitori

    Tutto resta nel mondo

    Relitto organico e relitto psichico

    Gli anelli della magica catena e l’associazione dei richiami

    La gerarchia delle meraviglie

    Non temere il nuovo

    Il metodo sperimentale

    Dubbi, incertezze ed incognite

    Il valore delle ricerche e le speranze del ricercatore

    AL Dr.

    JULES REGNAULT

    EX-PROFESSORE

    NELLA SCULA DI MEDICINA NAVALE

    DI TOLONE

    Voi foste Professore di Anatomia e di Chirurgia prima di essere, come oggi siete, uno dei radiobiologi più illustri, da molti anni Direttore della rinomata Rivista La còte d’azur médicale, che pubblica i resoconti della Società di Biodinamica e Quelli dell’Istituto internazionale per lo studio delle radiazioni solari, terrestri e ‘cosmiche.

    Io conoscevo da tempo alcune fra le vostre pregevoli pubblicazioni e oggi, considerando il loro valore scientifico eminentissimo, sono indotto ad offrirvi in omaggio queste mie esercitazioni di negromanzia trascendentale, tanto più che voi avete già presi in esame alcuni portenti della così detta magia, posta in relazione con le scienze biologiche.

    Condiscepolo di Abrams, di Brunori e di Leprince, per tacere di altri, vivete su quella specola eccelsa dalla quale si spiano i segreti delle irradiazioni universali e si tenta d’interpretare gli invisibili e misteriosi messaggi che solcano di continuo e da tutte le parti il mondo eterico.

    Dedicandovi questo libro, desidero di richiamare la vostra vigile attenzione soltanto sopra una determinata specie di queste emanazioni che son collegate col cervello umano, vale a dire sul pensiero-vibrazione, fenomeno già intraveduto da qualche audace esploratore dell’invisibile, specialmente da Giorgio Lakhovsky, e anche da me studiato nel mio libro Telepatia e Radio-onde cerebrali.

    Io spero che voi controllerete queste mie ricerche e confermerete il concetto da me qui sostenuto, che cioè se l’uomo è in grado di captare da un manoscritto, da uno stampato o da un quadro la vera immagine dell’autore, ciò è possibile solamente in quanto questi ha tramandato nella sua opera, e con Quella ha intimamente e indissolubilmente connesse per sempre, le radiazioni vitali che con i loro giochi prodigiosi costituirono, mentr’egli stava lavorando, le caratteristiche del suo pensiero dominante, le vibrazioni del suo cervello operante, i inflessi provenienti dal focolare acceso del suo spirito.

    G. CALLIGARIS

    Udine, Ottobre 1935.

    Parte Prima

    Introduzione

    La visione supernormale dell’uomo

    La quarta dimensione dello spirito

    In un capitolo su la Telegnomia, pubblicato nelle ultime pagine di un mio libro recente, il lettore troverà scritte queste parole: «L’uomo può, in alcune determinate condizioni, entrare in possesso di una facoltà speciale, supernormale, che gli permette di aver conoscenza a distanza di qualsiasi fatto che avvenga, di qualunque fenomeno che si manifesti, di qualsiasi cosa che si trovi alla superficie del suo pianeta o nelle sue profondità». Non si tratta di una mia, scoperta perché antica è la conoscenza di questo fatto, che viene da me confermato, forse non inutilmente, essendovi ancor oggi moltissimi pseudo-scienziati che non credono per nulla alla Metapsicologia perché sono ignoranti di Psicologia nonché di molte altre cose, perché non fanno esperimenti ma soltanto critiche, e sopratutto perché hanno un sacro terrore del «nuovo».

    Il lettore troverà quasi in tutti i miei precedenti volumi inserito un breve capitolo nel quale io ritorno su questo argomento, ribadendo il concetto riguardante le facoltà super- o paranormali proprie degli esseri umani, la realtà dei fenomeni contemplati dalla Metapsichica, ecc.

    Insisto a più riprese su questa questione, essendo del parere che prima di ammettere o di negare che, come io ho già dimostrato, si può per es. vedere un essere umano, come una bestia o una cosa, al di là di una parete opaca; prima di credere o di non credere che si possono nello stesso modo vedere anche gli abitanti degli altri mondi perché lo spazio, come si sa, non ha valore in Metapsichica; prima di riconoscere o di non riconoscere che appoggiando una mano sopra la stampa di. un’ode di Orazio si può vedere l’immagine del Poeta; prima cioè di rispondere a tutte queste domande speciali, è necessario considerare i fenomeni da un punto di vista più generale, affermando o negando che l’uomo sia, a sua insaputa, costituzionalmente dotato di una facoltà latente, che quando diviene patente noi chiamiamo super- o paranormale, facoltà mediante la quale egli si pone in grado di vedere, inabitualmente e meravigliosamente, l’invisibile, di udire l’inaudibile, di conoscere l’inconoscibile, ecc., o, per meglio dire, di aver d’un tratto nozione di tutto ciò che prima, con i suoi cinque sensi e con la relatività della sua scienza, egli credeva che fosse invisibile, inaudibile e inconoscibile.

    Questa è la prima risposta che debbono dare i neofobi della Scienza, che se ne stanno pavidi e silenziosi, asserragliati nelle loro antiche Accademie.

    Orbene, questa risposta può essere data indipendentemente dalle mie ricerche e dai miei esperimenti, ma soltanto sul fondamento di una letteratura enorme, già tramandata nei nostri annali, nonché delle esperienze serene, dei controlli severi e delle pubblicazioni di un grandissimo numero di osservatori, fra i quali sono da annoverare scienziati di fama mondiale, come William Crookes, Lombroso, Flammarion, Richet, Bozzano, Osty, Sudre, Maxwell, Myers, William James, Hyslop, Sir Oliver Lodge, Morselli, ecc. ecc.

    Un mondo che noi non vediamo perché ci resta occulto, die noi non comprendiamo perché sta al di fuori dei nostri sensi, esiste dunque o non esiste? Certamente esiste. Provengono del resto da un uomo che si chiamava Shakespeare quelle parole, ormai a tutti note è così spesso ricordate: «There are more things in heaven and earth, Horatio, than are dreamt of in your philosophy».

    Un grande fisiologo, carico di gloria, di anni e ancora vivente, Charles Richet, ci ha ripresentato lo stesso concetto sotto altra veste, scrivendo: «lly a plus de choses dans la réalité que n’en peut contenir tonte notte imaginatioh».

    Prestino dunque molta attenzione gl’increduli e i misoneisti prima di rispondere al quesito sopra esposto. Rispondere in modo negativo non possono, perché sarebbe come se confessassero . la loro deficienza mentale. Debbono dunque, evidentemente, e sia pur forzatamente, rispondere in modo affermativo. Ed ecco allora che la loro resa è completa, perché, essi, ammettendo, sia pure in via generica, nei complicatissimi ma perfettissimi meccanismi dell’organismo umano, resistenza di forze a noi occull’e, di facoltà da noi ignorate e nemmeno mai immaginate, ammettendo, dico, sol questo, restano prigionieri perché non potranno mai imporre i limiti e segnare la fine a .quelle possibilità biologiche (quante regioni della biologia umana sono ancora inesplorate»), trovandosi di conseguenza in condizioni di non poter negare a priori tutto un mondo di fenomeni inabituali, meravigliosi e mai concepiti, che di quelle facoltà biologiche potrebbero essere il prodotto naturale. E che mai? Quando hanno riconosciuto di aver fra le mani un meccanismo misterioso e prodigioso, come avranno essi la pretesa di credere che i prodigi non potranno andare al di là di un dato limite, che gli spettacoli potranno essere di questa specie ma non di quell'altra, che alcuni fenomeni possono essere concepibili ed ammissibili, ma altri no? Conoscono essi tutte le leggi e tutte le possibilità della Natura? Non vedono che ogni giorno ne vengono scoperte di nuove, e non si sono ancora accorti che il mondo noto rappresenta una minima parte di quello ignoto? perché gli uomini non piegano in umiltà quel loro capo sempre pieno di orgoglio confessando, nella preghiera del mattino e in quella della sera, la loro ignoranza, anziché proclamare pomposamente, ad ogni piè sospinto, la loro scienza? Questo loro atteggiamento di modestia non sarebbe forse infinitamente più utile per il progresso umano, stimolandoli alla ricerca del nuovo invece di fossilizzarli nella contemplazione dell’antico?

    Conosciamo noi il meccanismo e il determinismo che comandano queste facoltà supernormali, che possiamo supporre essere in intimo rapporto con la nostra subcoscienza, cioè con il nostro «ospite sconosciuto», come la chiama Maurizio Maeterlinck? No, non li conosciamo: sono per noi un mistero. Ciò non importa, perché, per intanto, dobbiamo verificare i fatti: le interpretazioni verranno in’ avvenire. Se fin d’ora volessimo avvicendarci nel mondo delle ipotesi, si potrebbe supporre che questa «iperconoscenza» sta all’essere umano nello stesso rapporto della «quarta dimensione».

    Tutti hanno sentito parlare di «iperspazio», di iper- o para- geometria, nonché di una quarta dimensione, problema quest’ultimo che pare si confonda con quell’altro riguardante lo spazio-tempo.

    E’ cosa nota, che per un essere intelligente, ma limitato nello spazio a due sole dimensioni, cioè per un essere piatto, la terza dimensione (profondità e volume) non è concepibile. Per lui, vedere un corpo con volume, sarebbe un fatto straordinario, misterioso, inesplicabile. Eppure la terza dimensione esiste realmente in natura, come risulta a noi, viventi precisamente in un piano tridimensionale.

    Orbene, supponendo una quarta dimensione nel nostro piano, i suoi effetti sarebbero per noi egualmente miracolosi, ma potrebbero darci spiegazione di alcuni’ fenomeni che ci restano ancor oggi incomprensibili e che releghiamo nel mondo dell'occultismo: apporto, asporto, permeabilità della materia, ectoplasmia, ecc.

    Per concepire nettamente questa quarta dimensione, noi però dovremmo avere altri sensi, un altro cervello, anzi un altro corpo. Finché siamo prigionieri del nostro, bisogna rassegnarci .a riconoscere che il mondo non si limita a ciò che vediamo con i nostri occhi di vista corta ed a ciò che comprendiamo con la nostra intelligenza limitata, per modo che le nostre affermazioni, per quanto riguarda il mondo esterno, non hanno un valore molto più grande di quelle dell’essere piatto o tridimensionale. «Il est donc question d’établir — scrive il Maeterlinck — ou du moins de faire pressentir, que, quoiqu’affirment nos sens évidemment imparfaits, une quatrième et sans doute une cin- quième, une sixième et l’on ne sait combien d’autres dimen- sions existent nécessairement dans l’univers».

    Ed eccoci arrivati. Hinton prospetta questo dilemma: Noi abbiamo un’esistenza a tre dimensioni, o a quattro. In questo caso, non abbiamo coscienza dell’ultima. Noi — egli conclude — non potremo mai vedere una figura a quattro dimensioni con i nostri occhi corporei, ma soltanto con l’aiuto del nostro occhio interiore.

    Può ben darsi quindi che quest’occhio interiore corrisponda a quello che oggi si chiama il nostro sesto senso, e può ben succedere che la carica delle catene lineari chiami in attività temporanea questo nuovo senso, vale a dire ci presenti per un momento il mondo esterno in un piano quadridimensionale, che è come dire sotto un nuovo aspetto.

    La criptestesia pragmatica

    Si sa che una varietà misteriosa della chiaroveggenza o lucidità è rappresentata dalla così detta psiconietria. Questa parola, che, etimologicamente parlando, significa misura-dell’anima, venne introdotta dal Buchanan, un eminente medico americano che scoperse già nel 1849 lo strano fenomeno, poi studiato da diversi osservatori (Denton, Deinhard, Peter, Tha- neg, Coates, Geley, Sage, Duchatel, Osty), ultimamente anche dal Bozzano in Italia (1921) e in Francia dal Richet, che ne parla nel suo classico Traiti de Métapsychique (Paris, Alcan, 1922,- pàg, 217), nonché in un altro libro successivo (Notre si- xième sens, Edition Montaigne, Paris, 1928), e a cui spetta il merito di aver sostituita la denominazione di psicometria, evidentemente impropria, con quell’altra, oggi generalmente in uso, di criptestcsia pragmatica (sensibilità nascosta per le cose).

    Ecco in che consiste questo fenomeno portentoso, uno dei più sorprendenti di tutta la metapsichica: se si consegna nelle mani di un così detto Medium, di un criptestesico, di un sensitivo, un oggetto qualsiasi che appartiene od ha appartenuto ad una determinata persona, venendo evocate nel cervello del primo delle immagini mentali relative al proprietario, egli può dare delle informazioni precise riguardanti quell’ individuo, i suoi sentimenti, i luoghi in cui è vissuto e gli episodi del suo passato prossimo e remoto.

    Sulla realtà dei meraviglioso fenomeno, dubbio più non esiste. Il suo meccanismo e il suo determinismo sono invece sempre avvolti nel più profondo mistero, che circonda ancor oggi tutti gli spettacoli della Metapsichica.

    Quantunque sia possibile che le cose inanimate ed inerti conservino qualche impronta, qualche traccia, una vibrazione, un fluido, una emanazione dei contatti subiti, e sia probabile che il contatto con l’oggetto materiale faciliti in qualche modo questa speciale sensibilità che determina la chiaroveggenza, che favorisce il processo metagnomico, pare però che non sia sempre indispensabile, perché sta il fatto, generalmente riconosciuto e da me stesso constatato, che vi può essere lucidità indipendentemente dall’oggetto presentato allo psicometra. Si sa infatti, che fenomeni simili di chiaroveggenza si possono ottenere con altri mezzi, i quali da per se stessi non hanno alcuna importanza e devonsi considerare come semplici processi adiuvanti o di richiamo (cartomanzia, ecc.). La differenza consiste soltanto in ciò, che, in questo caso, l’intuizione non opera liberamente come in altre arti divinatorie che comprendono l’interpretazione di simboli materiali, ma è polarizzata, è incanalata, è diretta da un oggetto. Quale possa essere il legame fra l’oggetto e colui che lo ha prima toccato, conservato, posseduto, noi non sappiamo. Si può soltanto dire, che il prodigioso messaggio arriva alla coscienza per le vie della subcoscienza, che son quelle degli automatismi sensoriali e- motorii. Oggi si può anche supporre, che i fili misteriosi i quali veicolano questi messaggi sono rappresentati da radiazioni.

    Non dobbiamo però entrare qui in simili discussioni, ricercando per quali vie recondite questi avvisi pervengono alla coscienza organica del percipiente e indagando le leggi, ancora ignote, che comandano il risveglio del senso criptestesico, commovendo il nostro sistema nervoso, ma dobbiamo sapere soltanto, che questo strano fenomeno, complesso miscuglio di criptestesia semplice e di criptestesia per le cose, detta dunque pragmatica, è un fatto ormai definitivamente acquisito alla scienza.

    Le placche cutanee che fanno vedere se stessi nelle diverse epoche della vita passata

    La placca risonante o autoscopica generale

    Trattasi di una placca del diametro di circa 1 cm., situata sul dorso del piede destro, lungo il prolungamento della linea assiale del dito minimo, avente il suo centro a livello del 4° spazio interdigitale (Ved. Fig. 1, N. 1).

    Ricerca. La placca è sempre accesa, ma la sua iperestesia aumenta nell’esaminato s’egli contempla la propria fotografia in diverse epoche della sua vita trascorsa, o se immagina di vedere (qualora gli sia possibile) la propria immagine nel passato.

    Ripercussioni di repère:

    1) Gastralgia. — 2) Visione di fiamme davanti agli occhi. — 3) Parestesie nella nuca e nella faccia anteriore del collo.

    Effetti della carica. Dopo 10-15 minuti di carica adeguata, cioè precisa e leggera, della placca cutanea, l'esaminato, che ha gli occhi chiusi o bendati, vede la propria immagine a incominciare da quand’era neonato, per continuare -progressivamente a vedere quella della sua infanzia, della sua fanciullezza, della sua gioventù, dell’età adulta, ecc.

    Le immagini che gli si presentano non sono fotografiche ma animate da movimenti, e mostrano le vesti di quelle epoche, con i loro spedali colori. Si noti però, che tutte queste visioni sono frammentarie.

    OSSERVAZIONI.

    1. - Esistono altre placche analoghe.

    2. - Fra ogni quadro, che dura circa 2 minuti, e quello susseguente c’è un breve periodo Intervallare.

    3. - Vi sono delle placche speciali che fanno vedere la propria immagine soltanto in rapporto a determinate epoche del passato (ved. più sotto). In questo caso la visione del quadro è più lunga.

    Placche risonanti speciali

    L’autoscopia esterna all’età di un anno

    Una placca del diametro di circa 1 cm. è reperibile nella faccia esterna del gomito destro, ½ cm. dietro la linea laterale dell’arto, in un piano che passa anteriormente per la piega del gomito, con uno spostamento di 2 min, verso il basso (Ved Fig. 1, N. 2).

    Ricerca. La placca è sempre accesa, ma la sua iperestesia aumenta se l’esaminato pone la propria fotografia fatta a quell’epoca (e a lui ignota), a contatto della pelle del suo emicorpo sinistro.

    Ripercussioni di repère:

    1) Tic di deglutizione e xerostomia. — 2) Tendenza ad estendere il capo. — 3) Tendenza a flettere le dita del piedi.

    Effetti della carica. L’esaminato vede se stesso all’età di circa un anno, con le vesti di quel tempo. I quadri che si susseguono sono generalmente in numero di 5-6.

    L’autoscopia esterna all’età di cinque anni

    Una placca del diametro di circa 12 mm. si trova nella faccia anteriore della gamba destra, 4 cm. all’esterno della sua linea assiale, in un piano che passa 3 cm. ad un dipresso sopra la metà della gamba stessa (Ved. Fig. 1, N. 3).

    Ricerca. Ved. retro.

    Ripercussioni di repère:

    1) Parestesie sotto il labbro inferiore. — 2) Dolori nelle articolazioni delle mani, delle spalle, dei piedi e delle anche. — 3) Sonnolenza con visione obnubilata e allontanata del mondo esterno.

    Effetti della carica. Ved. retro, con le differenze di età.

    L’autoscopia esterna all’età di dieci anni

    Una placca del diametro di circa 1 cm. si trova egualmente nella faccia anteriore della gamba destra, 4 cm. al di sotto della precedente (Ved. Fig. 1, N. 4).

    Ricerca. Ved. retro.

    Ripercussioni di repère:

    1) Sensazione di addome rigonfio. — 2) Tendenza ad assumere atteggiamenti propri dell’uomo preoccupato. — 3) Parestesie sotto il ginocchio destro (sensazione di caldo) e sotto il mento (sensazione di freddo).

    Effetti della carica. Ved. retro, con le differenze di età.

    L’autoscopia esterna all’età di venti anni

    Una placca del diametro di circa 1 cm.

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