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    Riflessioni semiserie di un padre ritroso
    Riflessioni semiserie di un padre ritroso
    Riflessioni semiserie di un padre ritroso
    Ebook64 pages49 minutes

    Riflessioni semiserie di un padre ritroso

    By Danilo Catalani

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    About this ebook

    Ti fai un mazzo tanto per decenni, ma alla fine ce la fai.
    Hai un titolo di studio, un lavoro, una casa, una moglie... finalmente te la puoi godere, pensi...
    Ma un bel giorno lei ti dice qualche frase strana con dentro la parola "figlio", e lì la tua vita finisce. Ma ne comincia un'altra.
    Avere un figlio cambia in modo drastico la vita di un uomo.
    Questo libro, apparentemente umoristico, spiega come; mettendo in guardia chi ci sta pensando, consolando chi ci è già cascato, strappando un sorriso a tutti.

    Pubblicato con Narcissus nel 2014, riedito da Alter Ego nel 2016, trasformato in spettacolo teatrale nel 2018, giunto alla terza edizione nel 2021, "Riflessioni" è un racconto che non smette mai di far ridere e commuovere.
    LanguageItaliano
    PublisherDanilo Catalani
    Release dateOct 17, 2014
    ISBN9786050327670
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      Riflessioni semiserie di un padre ritroso - Danilo Catalani

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      Danilo Catalani

      riflessioni semiserie di un padre

      ritroso

      Copyright © 2014 Danilo Catalani

      Proprietà letteraria riservata.

      Titolo: Riflessioni semiserie di un padre ritroso

      Prima edizione (Narcissus) 2014

      Seconda edizione (Alter Ego) 2016

      Terza edizione (StreetLib) 2021

      Copertina di Gómez 70

      .

      A Lorenzo e Alberto,

      veri autori di questo libro

      Tu non hai un figlio.

      È lui ad avere te.

      Premessa

      La paternità è contro natura.

      Oh, bene, mi fa piacere aver catturato subito la vostra attenzione, siete un ottimo pubblico.

      Ora, però, seguite il mio ragionamento.

      Pensate forse che gli animali abbiano la capacità di mettere logicamente in relazione l’atto sessuale con la procreazione? Di comprendere il nesso esistente tra l’uno e l’altra? Ma se perfino gli esseri umani hanno dovuto aspettare il neolitico (pare che sia scientificamente provato) per farsi venire i primi sospetti che le due cose fossero collegate! (E comunque sembra che siano state le donne ad arrivare alla conclusione, noi maschietti arriviamo sempre secondi).

      È tuttavia abbastanza pacifico che, di norma, se le femmine hanno l’istinto di procreare, i maschi hanno quello più giocoso di fare ciò che serve a procreare, beatamente ignari (e disinteressati) di ciò che avverrà dopo. Il fatto che le due indoli, sebbene così distanti in partenza, siano poi complementari, non può che far osservare come, se c’è un piano, questo sia estremamente ben congegnato. Solitamente, in natura, quando la femmina affronta le conseguenze di questo incontrarsi d’istinti, il maschio se ne sbatte, continuando allegramente a spargere il seme altrove, assolvendo in modo del tutto irresponsabile al suo ruolo di procreatore di vita a sua insaputa.

      È vero, anche in natura ci sono specie in cui il maschio si prende cura dei piccoli appena nati e li custodisce responsabilmente, ma converrete con me che il cavalluccio marino è animale ben strano. Magari non come l’ornitorinco, ma se in un ambiente dove tutti sono fatti a forma di pesce te ne vai in giro che sembri un cavallo, bello strano lo sei anche tu… Ma veniamo a noi.

      Il maschio di essere umano che qui definiremo, in modo che potrebbe sembrare esageratamente pretenzioso, Uomo, sa perfettamente a cosa va incontro. Lo sa perché a differenza degli altri animali parla, ascolta e qualche volta, anche se parzialmente, capisce cosa ascolta, ma evidentemente non giunge alle conclusioni più sagge. Superata la fase in cui viene messo al corrente di ritrovamenti sotto un cavolo, o di consegne da parte della cicogna, ascolta i racconti di suo padre (che cerca con nonchalance di metterlo in guardia), osserva amici adolescenti rovinati anzitempo da schizzi maldestri, vede perfino Superquark! E allora perché? Perché, pur sapendo quale sarà il prezzo da pagare, accetta il suo destino come un ippocampo qualsiasi?

      Uomo, istruzioni per l’uso

      Non è possibile conoscere il padre senza sapere cos’è l’uomo.

      È per questo che mi permetto di spendere due parole (tre sarebbero troppe) sull’argomento, soprattutto a beneficio delle lettrici femminili. Per prima cosa mi corre l’obbligo di precisare quanto segue: l’uomo è un animale semplice. Dice sì, vabbè… e invece no.

      Alla base delle incomprensioni tra i due sessi c’è proprio la mancata interiorizzazione di questo assunto, che mi piace ripetere: l’uomo è un animale semplice. Un bimbo che abbia la ventura di nascere maschio, appena comincia ad avere connessioni sinaptiche sufficienti a elaborare tre desideri, vuole fare tre cose: mangiare, giocare, dormire.

      Ora mi direte Sì, che c’entra, pure le bambine, ma poi crescendo….

      Errore!!!

      Lo vedete che non c’è dialogo? Non c’è perché vi rifiutate di capire che l’uomo adulto, come il bambino, né più né meno, vuole solo tre cose: mangiare, giocare, dormire. Cambia solo il modo d’intendere le tre attività, che col tempo evolvono. Così, dietro il concetto del mangiare avremo prima l’immagine del latte materno, poi il biscotto Plasmon, la pasta col formaggino e così via fino alla carbonara, processo che verrà accompagnato da una controparte liquida che passerà dal succo di frutta alla Coca Cola fino

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