Sensazioni e ricordi di una vita
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Book preview
Sensazioni e ricordi di una vita - Bittarelli Lorella (mariella)
Bittarelli Lorella
SENSAZIONI E RICORDI DI UNA VITA
Nota: in questa opera autobiografica i fatti sono reali, qualsiasi riferimento a nomi al di fuori della mia famiglia
, sono puramente casuali.
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Indice
1. RICORDI DI GIOVENTU'
2. LA CASA
3. LA CUCINA
4. IL CAMINO
5. LA PRIMAVERA
6. LE NUOVE FAMIGLIE
7. IL NONNO
8. I MIEI GENITORI
9. LA STALLA
10. LA NONNA
11. L'ESTATE
12. LA VENDEMMIA
13. LA SFOGLIATURA DEL GRANTURCO
14. LE BIRICHINATE
15. I LAVATOI PUBBLICI
16. LA SCUOLA
17. LE SERATE IN CASA E LA TV
18. LE FESTE
19. IERI ... DOMANI
APPENDICE
Ringraziamenti
1. RICORDI DI GIOVENTU'
Le mie sensazioni, i miei ricordi… mi lascio andare a fissare ogni emozione che mi colpisce o che mi assale: la nostalgia dei miei anni passati... ed ecco che i ricordi mi vengono incontro, premono, si accavallano. Voglio ripercorrere il mio passato, quando, fin da piccola, insieme alla mia famiglia, ho conosciuto tanto lavoro, ma anche tanta serenità. Anche se eravamo negli anni sessanta, in un’Italia ormai lontana dalla guerra, il boom economico non aveva raggiunto ancora tutto il Paese.
Io, con la mia famiglia, vivevo in un podere in mezzo alla verde campagna toscana a circa due km dal paese più vicino ACQUAVIVA
. Qui si era trasferito mio nonno dopo la fine della seconda guerra mondiale: aveva lasciato la vicina Umbria, dove la sua famiglia lavorava a MEZZADRIA sui terreni di un certo padron Annibaldo C.
Ma le braccia erano poche, le bocche da sfamare tante e il ricavato non era abbastanza. Allora USCI DI CASA
, così si usava dire, e in Toscana per la bella somma di novecentomila lire, il nonno aveva acquistato un ettaro di buona terra con una vecchia casa.
Oggi quella stessa casa è stata ristrutturata, ha fatto un bel lifting
si direbbe, rimessa a nuovo, intonacata; ma io, come in un film, la rivedo com’era allora, la casa della mia fanciullezza, una costruzione a due piani in mattoni sbucciati qua e là e segnati dal tempo.
Sotto la porta che dava accesso alla stalla e alle altre stanze, salendo una scala esterna, che terminava con un pianerottolo, la loggia, si apriva l’uscio di casa; sopra, in una piccola nicchia, c’era conservata una statuina della MADONNA, sempre illuminata da una lucina fioca fioca. A piano terra, ai lati della casa e davanti, altre costruzioni minori; il forno, più in là una fila di stanzini bassi per gli animali da cortile; sullo sfondo una siepe di sambuco con un alternarsi di alberi di gelso e di varchi che conducevano ai campi.
Si accedeva al complesso attraverso un passaggio con sbocco sulla strada a quei tempi rigorosamente sterrata, come consuetudine in Toscana nella maggior parte delle case coloniche; sentinelle a guardia di tutto, una coppia di pini altissimi e due cipressi che svettavano alti verso il cielo.
2. LA CASA
La scala d'ingresso
La casa vera e propria era molto semplice. Dal pianerottolo in cima alle scale, attraverso il portone un po’ sconnesso si entrava nella cucina, molto ampia, con un grande camino con i capifuochi e il porta piatto per mangiare e stare al caldo.
Dalla cucina si salivano due scalini e un breve corridoio portava alle camere da letto: tre, quella dei miei genitori e del mio nonno si trovavano sopra la stalla; avevano il pavimento molto rovinato, scavato da grandi fessure, tanto da far vedere gli animali che stavano sotto.
Da queste fessure saliva anche il calore della stalla, oltre all’odore che arrivava anche più avanti nella cameretta in cui dormivamo mia sorella ed io.
Nei miei ricordi c’è già