El Cristo Goleador: tutto il Brasile minuto per minuto
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El Cristo Goleador - Lodovico Savino
FINALI
PREMESSA
Art. 1: L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul 4-4-2. La decisione dell’undici titolare appartiene al popolo, che la esercita con un SMS entro le tre ore prima della partita o telefonando in prima serata al programma di Maria De Filippi Amici – speciale Mondiale
.
Art. 12: La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni. Su sfondo azzurro e sormontata da quattro stelle dorate.
Si avvicinano i mondiali, in molti siti è già partito il conto alla rovescia per l’inizio di questo evento che renderà l’Italia una nazione unita e ci farà dimenticare la crisi: l’unica crisi che avremo a cuore sarà quella tra Balotelli e la fidanzata perché temiamo che possa andare ad incidere sul rendimento del nostro attaccante. I reporter televisivi entreranno in mare pur di intervistare i turisti in Riviera: " Ai miei tempi Boninsegna mica aveva quella cresta lì...i giocatori erano puliti e ordinati…!; o ancora
Per me faceva meglio a chiamare il Cassano e il Totti…!". Disperate saranno le mamme con i figli di nome Mario, rincorse per sapere se "è orgogliosa di avere un figlio che porta lo stesso nome del bomber azzurro" e "se farà loro la cresta come Balotelli. Ci sarà spazio anche per storie strappalacrime di una qualche giovane coppia che, non potendo avere figli, ha adottato un cane cui ha messo nome Pirlo,
perché mi ricorda un po’ quel giocatore, con questo ciuffo di peli che cadono sulle orecchie".
Purtroppo i mondiali saranno giocati quando in Italia sarà notte mentre in Brasile sarà l’ora del churrasco o della feijoada. Si annunciano ore di straordinario per i medici di famiglia, impegnati a firmare certificati di malattia dovuti a repentini attacchi febbrili. Di contro, locali notturni e club privè abbasseranno le serrande, con sovraffollamento dei viali: lì si giocherà un mondiale parallelo, dove la Nigeria proverà a mettere in difficoltà il Brasile e l’Ucraina contenderà il marciapiede alla Romania. Chi ci guadagnerà sarà il consumatore finale che, non amando il calcio, trascorrerà le sue serate in sobborghi deserti, consentendoci di dire che la nazionale non fa i miracoli e nemmeno lei può evitare che parte dell’Italia vada a puttane.
La politica di casa nostra non sarà da meno: improvvisi cambi di schieramento saranno per Prandelli esempi di cambio di gioco e i nostri parlamentari diranno che non possono rinunciare alle auto blu perché, per loro, è come avere indosso l’azzurro della nazionale. Non dimentichiamo poi che nella politica, come nel calcio, esistono le frange estreme del tifo: dal blog, Grillo fa sapere che i suoi saranno gli hooligan del Parlamento e che il suo movimento, comunque, ha cinque stelle, una in più rispetto all’Italia di Prandelli. Il PDL, saputo delle simpatie del nostro allenatore per Renzi, ha fatto sapere di aver pronta una mozione di sfiducia per Prandelli, definito come "un grullo incapace di valorizzare Balotelli". A meno che il sindaco di Firenze non si schieri con Berlusconi.
Già dai primi di maggio s’inizierà a parlare di mondiali, con interviste ai compagni di banco degli azzurri e agli insegnanti di educazione fisica che li avevano bocciati in ginnastica. Poi sarà il turno dei genitori, dei nonni e dei vicini di casa. E ci sarà sempre l’anziano del paese che ricorderà i tempi in cui allenava i nostri ragazzi o il parroco del borgo che, con affetto e simpatia, non dimenticherà " quel giovanotto in calzoncini corti che, dopo aver servito messa, riuniva i compagni nel piazzale della chiesa per dare due calci a un pallone".
Verranno rievocati i grandi protagonisti del passato e intervistato Fabio Grosso che, con gli occhi lucidi, commenterà il rigore contro la Francia. Sarà poi il turno di Fabio Cannavaro, Gennaro Gattuso e Marcello Lippi, senza dimenticare l’urlo di Tardelli e il triplice "Campioni del Mondo di Nando Martellini. Avrà gloria anche chi è andato in Germania nel 2006 come parrucchiere perché
vogliamo sapere come ha contribuito a tenere alto lo spirito di squadra. Probabile sarà l’intervento di un’ex parlamentare italiana che si proporrà come igienista dentale. Senza dimenticare gli speciali di
La prova del cuoco e
Master Chef", improntati sulle diete suggerite dai migliori chef di casa nostra ai cuochi della nazionale.
Il calcio giocato è cambiato. Noi che abbiamo svenduto il calcio agli investitori stranieri, ma che siamo ancora legati ai Pellegrini e ai Sensi, noi che siamo nati con Pizzul e oggi ci esaltiamo con Caressa, noi che avevamo Mazzone, Bagnoli e Boskov e oggi Conte, Stramaccioni e Montella. Noi che avevamo Pertini e Cossiga e ora abbiamo Napolitano. Insomma… Per noi…
Per noi che…un traversone in area è diventato un cross in the box…
Per noi che esisteva il dribbling, la finta di corpo e il doppio passo…e oggi si parla di rabona, trivela e paso doble…
Per noi che il pallonetto ad uccellare il difensore è diventato il sombrero…
Per noi che la melina e la fitta rete di passaggi in orizzontale è diventato il tiki taka…
Per noi che la punta arretrata è diventato il "falso nueve"…
Per noi che "un taglio in fronte è diventato
una lacerazione lacero-contusa all’arcata sopraccigliare… e il
bendaggio un
vistoso turbante"…
Per noi che siamo cresciuti con un telecronista e oggi abbiamo anche l’opinionista, l’inviato da bordo campo e quello dagli spogliatoi… E non esisteva il premio al migliore in campo ma solo il 7 in pagella sulla Gazzetta dello Sport.
Per noi che l’inno dei Mondiali era cantato da Gianna Nannini ed Edoardo Bennato e, bene che vada, quest’anno sarà il turno di Marco Carta ed Emma Marrone.
Per noi che il parere di Agnolin e Baldas era insindacabile e se sbagliavano "pazienza…sarà per la prossima volta". Per loro che la divisa degli arbitri era rigorosamente nera: Lo Bello e Cinciripini si rifiuterebbero di indossare queste da Village People.
Per noi che avevamo Novantesimo Minuto e Il Processo del Lunedì e oggi abbiamo una pletora di programmi condotti da persone che, come direbbe un esteta dell’occhiale, io aborro. Dove sono Sandro Ciotti e Paolo Valenti? Senza dimenticare Tonino Carino da Ascoli, Luigi Necco da Napoli, Marcello Giannini da Firenze e Giorgio Bubba da Genova.
Per noi che il gol da antologia è diventato "Un gol da pagina tre del manuale del calcio…ma qui le scuole calcistiche si sovrappongono: Josè Altafini e il suo
Golasso" sono l’anello di congiunzione tra il vecchio e il nuovo. E’ l’uomo di Neanderthal delle telecronache.
Per noi che… E molto altro ancora.
Ma soprattutto, per noi che s’iniziava sempre così: " Signori all'ascolto, buonasera. Siete collegati in diretta con lo stadio…".
LE QUALIFICAZIONI
Cinquantatre squadre partecipano alla fase eliminatoria europea e solo tredici di queste accederanno ai Mondiali. Noi l’abbiamo seguita in clandestinità, tra uno zapping e l’altro, in click furtivi su qualsiasi supporto, mentre le donne di casa - mogli, fidanzate, compagne, madri, sorelle, amanti, badanti - ci vomitavano addosso per mesi una sola lamentela: " Basta col calcio! Non t’interessi d’altro!. No, effettivamente! E loro con quel girovagare per casa con la stessa sensualità e analoghe funzioni di
Rolando" (il robot-aspirapolvere, non il difensore dell’Inter, anche