Milano: misteri e itinerari insoliti tra realtà e leggenda
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Book preview
Milano - William Facchinetti Kerdudo
MILANO
misteri e itinerari insoliti
tra realtà e leggenda
Di
William Facchinetti Kerdudo
Foto
William Facchinetti Kerdudo
Foto del Duomo
CC: Christopher John, Beate Meier e Stew Dean
CC: licenza Creative Commons Attribution_ShareAlike 4.0
http://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0/legalcode
Prima edizione ebook: 2015
Copyright ©2015 Polaris
ISBN 9788860591586
Disponibile anche in formato cartaceo
Casa Editrice Polaris
www.polariseditore.it
Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte dell’opera può essere riprodotta, distribuita o trasmessa in alcuna forma o con alcun mezzo, o registrata in database, senza il permesso scritto dell’editore.
Benché sia stata prestata la massima attenzione nella raccolta delle informazioni contenute nella guida, nessuna responsabilità per eventuali danni o inconvenienti occorsi a cagione del suo utilizzo potrà essere imputata all’autore, all’editore o a chi, sotto qualsiasi forma, la distribuisce.
Sommario
La mia Milan
Alla scoperta di Milano
Una passeggiata nella storia
... L’anfiteatro romano e l’Antiquarium
... Il Palazzo Imperiale, il circo e le terme
... Il teatro e il foro romano
I segreti del Duomo
... L’interno del Duomo
... Sulla cima di Milano
Il centro
... Itinerario 1
... Itinerario 2
... Itinerario 3
Il castello
... I segreti dei musei
... Il parco
Leonardo Da Vinci a Milano
Il diavolo, le acque miracolose e la ca’ granda
San Lorenzo, Sant’Eustorgio, le streghe e la morte nera
Sant’Ambrogio e i templari
Tra tombe, massoni e crociati
Porta Venezia, Brera e i draghi
I fantasmi di Milano
Misteri e curiosità in pillole
La mia Milan
Ga sem...è la vostra Teresa Colombo che vi parla,mi ades va cuntu su a prima volta ca son vegnù a Milan: bestia, un viaggio che mi ma sa scurderò mai. Sèm partì da bon ura mi e ul me Giuan, man purtà cunt ul caretu fino a Turbigo sulle rive del Naviglio grande. Da lì sem partì cunt ul barcun verso la grande città.
A sèm pasà da tanti paes prima d’arrivare a Milano, em vistu tanti casin e cà da ringhiera...oh quanti bei ricordi: ringhier ca sa fan sù sui ballatoi, scar consunte dal saliscendi di generasiun, ogni porta una stansa, spesso l’uniga.
Ul to vicin l’eva insci vicin che al pareva cal viveva insema a ti. La curti: la catasta dei pover crist soppravisù ai guer, ai caresti, alle immigrasion. La curti, lo spazio vuoto ca l’è la camera pusè granda dove sa vivevan stagiun intere, ann, generasiun, nascite, amori e corna, gioie, angosce, matrimoni e funeral, ridadi e miracul, insomma tuscos. Ecco, finalmente sèm arrivà a Milan...Madona Giuan ma l’è granda, impunenta, l’ha fà quasi paura...però a l’è propri bèla! Sèm rivà in Brera, che belesa la giesa da San Marco, pensa che fina ul Wolfango Mozart l’è sta chi par 3 mes a sunà l’organ tantu tempu fà, den da chi gan fà ul funeral al grande Alessandro Manzoni e il Giuseppe Verdi diresse lui medesimo la messa in requiem in onore al primo anniversario della morte del Manzoni. Quanta storia a Milano... Giuan da chi 5 minuti sèm in centro, passiamo da via Orefici, ti pensa che quel semaforo chi a l’è stà ul primo semaforo cittadino, correva l’anno 1925, ades da semafuri...ghè piena Milan! Ecco la meraviglia di Milano: ul Dom, con tutte le sue guglie...tala là la Madunina... oh Madunina guarda gio’ e fami la grasia, faghi truà ul marito alla mè Mabilia...
Insoma em vistu tanti robi bei: i navigli, Brera, ul Dom, il castello Sforzesco e Porta Romana...ades a l’è ura da turnà a cà, la nostra Legnano ci aspetta, torniamo sul naviglio a prendere il barcone.
Tì Giuan va ma l’è bel quel vicolo là, sai come si chiama? No?... t’al disù mì: il vicolo lavandai, và quanti don indrè lavà i pan...che meraviglia! Giuan senti che buon odore di sapone, odore di pulito. Ecco ghè rivà ul barcun cal ma porta a cà, ciao Milano...arrivederci!
Teresa Colombo
E’ oggi...e siamo in una Milano nuova, viva, bella e vera, una Milano piena di sapori e di sapere insomma... una Milano da vedere.
Antonio Provasio (La Teresa Colombo dei Legnanesi
)
Traduzione
La mia Milano
Ci siamo...è la vostra Teresa Colombo che vi parla, adesso vi racconto la prima volta che son venuta a Milano: bestia, un viaggio che non scorderò mai. Siamo partiti di mattina presto io e il mio Giovanni, ci hanno portato col carretto fino a Turbigo sulle rive del Naviglio grande. Da lì siamo partiti col barcone verso la grande città. Prima di arrivare a Milano siamo passati da tanti paesi, abbiamo visto tante cascine e case di ringhiera... oh quanti bei ricordi: ringhiere che si arrotolavano sui ballatoi, scale consunte dal saliscendi di generazioni, ogni porta, una stanza, spesso l’unica.
Il tuo vicino era così vicino che sembrava che vivesse insieme a te. Il cortile: la catasta dei pover crist
, sopravissuto alle guerre, alle carestie, alle immigrazioni. Il cortile, lo spazio vuoto che era la camera più grande dove si vivevano stagioni intere, anni, generazioni, nascite, amori e corna, gioie, angosce,matrimoni e funerali, risate e miracoli, insomma tutto. Ecco,finalmente siamo arrivati a Milano...Madonna Giovanni com’è grande, imponente, fa quasi paura...però è proprio bella! Siamo arrivati in Brera ...che meraviglia la chiesa di San Marco, pensa che perfino Mozart tanto tempo fa ha vissuto qui per tre mesi...suonava l’organo della chiesa.
qui a San Marco hanno fatto anche il funerale di Alessandro Manzoni e Giuseppe Verdi diresse lui stesso la messa in requiem in suo onore nel primo anniversario della morte. quanta storia a Milano...Giovanni da qui in 5 minuti siamo in centro, passiamo da via Orefici, pensa che quel semaforo lì è stato il primo semaforo cittadino, correva l’anno 1925, adesso di semafori...ne è piena Milano!
Eccoci ora davanti alla meraviglia di Milano: il Duomo, con tutte le sue guglie...eccola là la Madonnina...Oh Madonnina guarda giù e fammi la grazia, fai trovare un marito alla mia Mabilia...
insomma abbiamo visto tante cose bellissime: i navigli, Brera, il Duomo, il castello Sforzesco e porta romana...adesso però è ora di tornare a casa, la nostra Legnano ci aspetta, torniamo sul naviglio a prendere il barcone. Giovanni guarda com’è bello quel vicolo lì, sai come si chiama? No?... te lo dico io: il vicolo lavandai, guarda quante donne stanno lavando i panni...che meraviglia! Giovanni senti che buon odore di sapone, odore di pulito. Ecco è arrivato il barcone che ci riporterà a casa, ciao Milano...arrivederci!
Teresa Colombo
I LEGNANESI sono una storica compagnia teatrale fondata da Felice Musazzi che si caratterizza per recitare in dialetto lombardo. Nata nel 1949 e quindi con più di 60 anni di storia, è una delle più longeve ed amate compagnie teatrali italiane. Gli attori si esibiscono en travesti, fatto nato da un’esigenza precisa (la compagnia muove infatti i suoi primissimi passi in un oratorio maschile quindi privo di donne) che è stato poi il valore aggiunto di comicità che li ha portati ad un successo nazionale ed internazionale.
I personaggi principali e portanti sono la famiglia Colombo, costituita dalla Teresa (interpretata da Antonio Provasi), dalla Mabilia (figlia zitella interpretata da Enrico Dalceri) e Giovanni (il capofamiglia interpretato da Luigi Campisi).
L’Autore e l’Editore vogliono ringraziare quanti, enti o privati, hanno consentito all’effettuazione delle riprese fotografiche o hanno messo a disposizione immagini di loro proprietà e in particolare: Curia Arcivescovile dell’Arcidiocesi di Milano, Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, Comune di Milano, Università degli Studi di Milano, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Biblioteca Comunale Centrale di Milano, Borsa Italiana S.p.A., Palladium Italia S.r.l., Amministrazione del Condominio di Corso di Porta Romana 3, Amministrazione di Palazzo Invernizzi, Proprietà casa Sola-Busca.
Alla scoperta di Milano
Milano vicino all’Europa
Milano che banche che cambi
Milano gambe aperte
Milano che ride e si diverte
Milano a teatro un ole’ da torero
Milano che quando piange piange davvero ..
Milano lontana dal cielo tra la vita e la morte continua il tuo mistero
Lucio Dalla - Milano
Caldi raggi di sole ed una piacevole brezza primaverile mi fanno compagnia mentre mi affaccio alla darsena.
Una papera seguita ordinatamente in fila indiana dai suoi cinque piccoli nuota controcorrente. L’acqua è profonda e si scorgono i riflessi dei palazzi circostanti. Poi volgo lo sguardo verso l’intrico di strade che s’intersecano sopra ai Navigli e percepisco la frenesia tipica di Milano: macchine che sfrecciano senza sosta, gente che cammina veloce con lo sguardo perso nei propri pensieri od intenta a parlare al telefonino od ancora passi ritmati dalla musica diffusa dagli iPod.
Poco distante un mercato che vende pesce ed extracomunitari che espongono sul marciapiede cassette di frutta multicolore. Sui palazzi campeggiano pubblicità di marchi di moda ed insegne luminose ricordano ai passanti quanto la città sia trendy e moderna. questa è Milano: una città che cambia forma, cambia aspetto, cambia stile, ma rimane in qualche modo sempre radicata alla sua storia.
Penso alle mie origini lombarde ed ai racconti di mio padre di quando da bambino faceva il bagno nel Naviglio e viveva in quelle tipiche case di cortile con un unico bagno in comune per tutte le famiglie. Ora questo quartiere è uno dei più ricercati eppure sembra non aver perso la memoria del suo passato.
Restano a ricordo i lavatoi coperti dove le lavandaie facevano
il bucato e permangono, accanto ai moderni locali degli happy hour, diversi negozi artigiani dove il tempo sembra essersi congelato.
Poi penso invece a mia madre ed al mio lato bretone e mi sembra di sentir vibrare nell’aria l’energia magica delle prime popolazioni che si sono insediate in questo territorio. Sotto l’asfalto, sotto le condutture, sotto le fogne, la terra ha ancora viva memoria di un tempo lontano fatto di boschi, di fieri guerrieri, di druidi incantatori, di dei dimenticati.
Strati di storia, strati di vite che ci raccontano a gran voce di invasioni, di periodi di pace, di culture e di lingue che si sono susseguite fondendosi nei secoli e creando la Milano che ora noi tutti conosciamo. Un presente multietnico e multiculturale, ma anche una forte fibra di tradizioni che parla, si esprime e canta in dialetto.
La Madunina, dall’alto del Duomo, troneggia ed osserva silenziosa il mutare costante di una città che cade e risorge; di una città seria, ma autoironica; di una città che, se si ha l’accortezza di tendere l’orecchio, racconta storie che provengono da ogni tempo e da ogni via che percorriamo alla scoperta di Milano.
Una passeggiata nella storia
"..pàssom, se dobbiom
a sarà dent el noster Milanin
vecc in d’on anellin
d’acqua.. di lavander
vedom in su la riva
i preij.. scòltom i ciàccol.."
(Delio Tessa - Navigli)
"..passiamo, ci pieghiamo a rinchiudere
la nostra piccola Milano dei vecchi tempi
in un anellino d’acqua.. vediamo sulle
rive le pietre delle lavandaie.. ascoltiamo
le loro chiacchere.."
Quando si parla di Milano si pensa subito a persone che camminano sempre di fretta, sempre indaffarate. Milano è la Borsa, è il quadrilatero della moda. Milano è da ‘bere’ con i suoi famosi ‘happy hour’ in zona Navigli, è la vita notturna nei locali di corso Como.
Milano vive a fatica anche il presente perché si proietta sempre verso il futuro. Pare difficile voltarsi indietro, soffermarsi sul passato eppure, celate da moderni palazzi, la città regala grandi testimonianze della sua storia millenaria.
In questo capitolo, farò riscoprire con un itinerario archeologico, una città che molti hanno dimenticato, ma che merita assolutamente di essere visitata.
>>> vai alla mappa Google ... Milano 1
L’anfiteatro romano e l’Antiquarium
Se immaginate di salire su una macchina del tempo e fare un salto all’indietro di quasi duemila anni, vi troverete di fronte ad una Mediolalum